ACQUARIO di Daniele Lupo

ACQUARIO di Daniele Lupo

91 + 9

Dopo Bonsai (2020) arriva, sempre edito da Fucine Editoriali, Acquario (2023): la seconda raccolta di drabble di Daniele Lupo. Per sapere cosa sia un drabble vi rimandiamo nello specifico QUI alla nostra recensione di Bonsai. Per farla breve, un drabble è un racconto composto da 100 parole (al massimo).

Acquario (come Bonsai prima di lui) contiene 100 drabble o, per la precisione, 91 più altri 9 racconti ancora più brevi. Per incipit, ne Il primo passo, Lupo specifica infatti che tutti i racconti sono rigorosamente composti da 100 parole, tranne pochi che ne hanno meno di 100 e sono disposti all’interno “come a chiudere una catena o una sezione“.

Poche parole significa anche maggiore attenzione al contenuto: meno sono le parole, più difficile diventa la comunicazione. Al termine di ogni racconto è indicato il numero di parole esatte. Il titolo di ciascuno, poi, non è mai scontato, anzi, nella distanza che crea con la storia cui si riferisce riesce a spalancare la nostra immaginazione.

Acquario_Libri Senza Gloria
Acquario_Libri Senza Gloria

Le storie sono tutte immediate e autoconclusive, alcune fulminanti come poesie e aforismi che schiudono interi universi (Odissea), altre premesse di storie gigantesche che però stanno solo nella mente di chi legge e fantastica (Suggestioni di farfalle e lancette).

THE LUPO PARADOX

Il paradosso continua ad essere la fondamentale chiave di lettura (Ottimismo è uno dei migliori in tal senso), tanto temporale (Anello) quanto emotiva (Incluso e il suo opposto Catapulta), soprattutto nell’accostamento di elementi di grandezza diversa (Lo scarafaggio) e nell’elaborazione di profezie che si autoavverano (Karim e Cassim). Altra cifra stilistica può essere individuata nell’accostamento dell’alto con il basso (Domanda stupida è uno delle storie più sincere su cosa sia l’amore), per dimostrarci che la felicità non sempre si trova dove guardiamo. Persino nei momenti più leggeri Acquario riesce a puntare i riflettori su importanti tematiche sociali (ne è un grande esempio Qualcosa di bello) con un occhio rivolto alle storture odierne (Il verdetto) e a quelle senza tempo (Censura).

Non ci si annoia mai perché tanti sono i temi trattati (amori, ansie, gioie, misteri, omicidi…) e tanti sono i generi attraversati, comprese le parabole religiose (Nel nome del Figlio). Questo grazie all’abile uso della parola che possiede Daniele Lupo, nato a Palermonel glorioso 1985“, cinefilo accanito e autore per teatro, cinema, web e narrativa. Per l’appunto, Acquario guarda anche al cinema (che spasso che è Come nei film) e alla televisione (sì, una fiction su Hansel von Strucker la vorremmo davvero vedere).

Quelli descritti tra le pagine sono personaggi spesso distrutti o perseguitati dall’esistenza (Contorno), da un destino che ama prendersi gioco di loro (“A che siamo qui…”) comunque la si voglia mettere (Testa e il suo speculare, Croce): l’autore a volte è indulgente nei loro confronti, ma non si risparmia mai una buona dose di cinica ironia (Il mio ultimo capolavoro). Tornano da Bonsai i personaggi sanguinari (ad esempio Il movente, Gelo, e la spettacolare escalation di Piazza pulita) o a un passo dal diventarlo (Tutti fanno brutti pensieri), così come le ipotesi di universi distopici (Spacca il minuto!).

CONCLUSIONI

L’autore si riconferma ancora una volta capace di sondare l’animo umano con pochissime parole (Loro, lei, noi), di emozionarci e insieme di stimolare il pensiero (8:14). Non mancano interessanti esercizi di stile (La coda del serpente), infatti Lupo non si ripete, ama giocare con la struttura stessa del drabble, presentando piacevoli variazioni al genere in cui scompone il racconto (Bug) fino a sfaldarlo del tutto tanto che lo stesso conteggio delle parole perde di significato (Famiglia). I finali sono senz’altro la miglior freccia nell’arco di Lupo: si sa, una storia vale tanto quanto vale il suo finale, e con i suoi epiloghi l’autore riesce tutte le volte a sorprenderci, a ribaltare le nostre prospettive, ad aprirci gli occhi (Scorciatoia, Matematica).

Degna di menzione l’ospitata di un altro autore, Mauro Camarda, amico fraterno di Lupo che ricambia il favore: dopo essere stato Lupo “ospitato” in Storie che non vorreste leggere di Camarda (leggi QUI la nostra recensione), Acquario termina con il racconto breve di Camarda La stanza di D (anticipato dal drabble Metà strada), pungente e paradossale storia di una scelta “ai confini della realtà”. La chiusa è affidata alla postfazione di Margherita Ingoglia, insegnante, giornalista, videoblogger e poetessa che coglie appieno la natura pirandelliana di questa antologia.

Dopo Bonsai, e dopo Acquaio, prestiamo fede all’ultimo drabble (Prossimo viaggio?) e aspettiamo altre 100 raccolte di drabble, già lanciandoci in speculazioni su quale potrebbe essere il prossimo titolo della raccolta…

Finito di leggere: martedì 12 settembre 2023.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Acquario di Daniele Lupo, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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