ATTRAVERSO LA MITRAGLIA di Armand Guerra
ARRIVA FRANCO
Il 16 febbraio 1936 la coalizione del Fronte Popolare vince le elezioni in Spagna. Sembra giunto il momento di una trasformazione democratica e federalista della società. Eppure i settori più conservatori e autoritari del vecchio apparato statale si coalizzano attorno alla figura di Francisco Franco. Così, pochi mesi dopo, più precisamente tra il 18 e il 19 luglio dello stesso anno, Franco scatena la rivolta dei militari nelle caserme: l’obiettivo è quello di rovesciare la Repubblica.
In quel drammatico luglio il regista Armand Guerra (al secolo José Estivalis Calvo) si trova a Madrid per girare Carne de Fieras. Ma di fronte a questo levantamiento militare, Guerra deve confrontarsi con i dirigenti della Confederaciòn Nacional del Trabajo (CNT), da cui si originerà la meno moderata Federaciòn Anarquista Iberica (FAI, che comprendeva movimenti operai e libertari spagnoli e portoghesi): queste due insieme alla Federaciòn Ibérica de Juventudes Libertarias (FIJL), costituiscono i tre rami della grande famiglia politica libertaria. In accordo con il CNT, Guerra decide di terminare in fretta il film, solo per partire insieme alla sua troupe entusiasta per girarne un altro: la missione è quella di realizzare una grande pellicola sulle gesta del movimento, Gestas proletarias appunto. Un nuovo film che mostri e testimoni al mondo intero quella che entrerà nella storia come la Guerra di Spagna.

DAL FILM DA FARSI AL FARSI DEL FILM
Dopo il putsch militare del luglio 1936, non sanno esattamente cosa andranno a filmare e documentare. Perciò la decisione è quella di filmare le prime linee dei diversi teatri di battaglia. Per i doveri verso il Sindacato, dopo essere stato testimone del disastro di Toledo, Guerra abbandona la sceneggiatura che aveva approntato e rispetta la decisione di girare un reportage da diversi fronti del conflitto.
Le riprese purtroppo andranno perdute e non si tradurranno mai un film, ma nel frattempo Guerra scrive un diario (con tanto di disegni accompagnatori), da questi appunti ricaverà un saggio che pubblicherà nel 1937 con il titolo Attraverso la muraglia (A través de la metralla). Edizioni Spartaco lo ha pubblicato nel 2016 per la prima volta in Italia, con traduzione e cura di Alessandro Bresolin, e con una lettera/dedica iniziale della figlia (che ha anche un “cammeo” da piccola all’interno del racconto) Vicenta Estibalis-Ricart (grazie al via libera e al sostegno de LaMalatesta, libreria/editorial libertaria di Barcellona.

Grazie a questo documento raro e prezioso, seguiamo Guerra e la sua troupe (che ad ogni formazione non può fare a meno di Antonio Cotiello, delegato sindacale) muoversi su una grande Packard e su una piccola Ford (guidate da due compagni autisti) attraverso il conflitto più cruento nella storia sociale di Spagna, sfociato poi nella Seconda Guerra Mondiale. Restano impressi i compagni di viaggio: Domingo Marìn abile nei (pessimi) giochi di parole, l’eroico operatore Beringola che non teme le bombe e continua a filmare. Passano per i bombardamenti italiani e tedeschi di Madrid, fanno ritorno a Villavieja, attraversano Birhuega (dove lo Stato maggiore ribelle ha installato il suo quartier generale), Cuenca (la “città incantata” dove i borghesi continuano normalmente “la loro vita da parassiti” ignorando che si sta combattendo una guerra rivoluzionaria), Pedralba, ecc. Vivono avventure come quella del “treno della morte“, si narra la terribile disfatta dei banditi del fascio durante la celebre “avanzata interrotta per il maltempo” nel settore di Guadalajara, trascorrono giorni in località dove il lavoro si paga con altro lavoro (quindi un barbiere, per un taglio di capelli, chiede in cambio l’apertura di un cinema), conoscono un prete convertito alla causa senza perdere la propria fede. Fra gli altri, incrociano la colonna miliziana del grande Buenaventura Derruti liberatore dei paesi d’Aragona, incontrano il grande guerrigliero antifascista ed eroe modello del movimento Valentìn Gonzàlez, detto El Campesino, a capo dei suoi leoni rossoneri, descritto anche da Hemingway, nel romanzo Per chi suona la campana, come un miliziano coraggioso ma brutale nei confronti dei prigionieri.
“Scene vissute sui fronti e sulla retroguardia” recita il sottotitolo, e difatti questo reportage in presa diretta fa rivivere al lettore gli eventi come se li vivesse in prima persona.

NON PASSERANNO
Armand Guerra, nomen omen, è stato giornalista, cineasta, militante anarchico, formatosi nel cinema muto parigino, ha collaborato assieme a registi del calibro di Fritz Lang e Friedrich Wilhelm Murnau. Negli ultimi anni sono state restituite alcune sue pellicole sopravvissute alla censura dell’epoca franchista: perciò in quanto regista è stato recentemente riscoperto come caposcuola del realismo spagnolo, antesignano di quello che sarà il neorealismo italiano del dopoguerra.
Grazie ad Attraverso la mitraglia ci restituisce una fonte di prima mano sui fatti e sulla società spagnola dell’epoca. La consegna del movimento era “No pasaràn!” e, nei giorni i cui scriveva queste righe, Guerra ha contribuito a non farli passare. Purtroppo i rovesci del fronte repubblicano lo distruggeranno moralmente e fisicamente, perciò fugge in Francia dove morirà un paio di anni dopo.
Finito di leggere: lunedì 24 aprile 2024.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Attraverso la mitraglia di Armand Guerra, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.