BLACKkKLANSMAN vs il film

BLACKkKLANSMAN vs il film

IL PRIMO AGENTE

Chi è il Black Klansman? Ron Stallworth è stato il primo agente di polizia afroamericano, ed è stato anche il più giovane (sebbene per pochi mesi, come specifica lui stesso). Ron serviva il Dipartimento di Polizia di Colorado Springs. Sin dal suo primo giorno ha rotto le scatole a quelli della Narcotici fin quando non lo hanno preso a lavorare sotto copertura. Dopo essersi infiltrato a un incontro della famigerate Pantere Nere, Ron ci prova ancora. Sempre nei suoi primi anni in divisa, trova per caso su un giornale l’annuncio del KKK: pensa bene di chiamare e prendere appuntamento.

John David Washington è Ron Stallworth
John David Washington è Ron Stallworth

STORIA VERA

Purtroppo non ha ancora appreso tutti i trucchi dell’investigatore provetto, perciò all’interlocutore fornisce il proprio nome e i propri riferimenti anziché inventarseli di sana pianta. Ron scavalca il superiore e viene addirittura messo a capo dell’operazione: lui parla al telefono con i membri del KKK (nonostante gli altri poliziotti siano convinti che dall’altra parte del filo la voce di un negro fosse facilmente riconoscibile), mentre la sua controparte fisica, ovvero colui che si presenta realmente agli appuntamenti, è il collega Chuck. Sembra pazzesco, eppure è una storia vera, e i tizi del KKK non si rendano conto della differenza di voce al telefono neppure dopo avere incontrato sia il “vero” che il “falso” Ron Stallworth.

Adam Driver è Flip Zimmerman
Adam Driver è Flip Zimmerman

UNDERCOVER

Man mano che l’operazione procede aumenta anche il numero di infiltrati che si sottoporranno alla cerimonia di nazionalizzazione. L’investitura del KKK passa per la visione di Nascita di una nazione (1915) di D.W. Griffith, capolavoro cinematografico ma anche espressione del suprematismo bianco. Ma anche attraverso l’incendio di croci cristiane da attuare replicando una tecnica appresa nei film di James Bond.

Nascita di una nazione (1915) di D.W. Griffith
Nascita di una nazione (1915) di D.W. Griffith

Le investigazioni di Ron si incroceranno anche con quelle della coppia di agenti resa famosa dal film Mississippi Burning – Le radici dell’odio (1988) di Alan Parker (nel film erano interpretati da Gene Hackman e Willem Dafoe). E anche se in certi casi l’FBI pretende il massimo segreto, lo scrittore forse ritiene sia trascorso abbastanza tempo perché invece ci riporta ogni cosa nei minimi dettagli.

MAGHI

Sono precise le contestualizzazioni storico-sociali di “quel1978 ma anche le motivazioni che hanno dettato ogni singola scelta del perseverante ma ingenuo detective.
A un certo punto viene proposto all’agente sotto copertura di diventare il responsabile della sezione locale del Colorado del KKK. L’apice però lo si raggiunge quando il “vero” Ron viene assegnato alla scorta di David Duke, il Gran Mago del KKKin Louisiana e volto pubblico del “nuovo Klan“. Riesce persino a immortalare quell’occasione con una polaroid che sfortunatamente è andata perduta.

Topher Grace è David Duke
Topher Grace è David Duke

RISULTATI

Muovendosi sul filo sottilissimo dell’induzione al reato la squadra non arriva ad arrestare nessun membro ma ottiene i suoi risultati: evitando l’incendio di croci, ottenendo l’allontanamento di razzisti da installazioni militari e dell’aviazione, scongiurando il deteriorarsi della questione razziale in Colorado.

Ralph Abernathy
Ralph Abernathy

Come specifica l’autore, la sua era “un’inchiesta che puntava alla raccolta di informazioni, non di un’indagine criminale che non aveva dato alcun frutto”. Io credo che il vero successo Ron lo abbia raggiunto quella volta in cui ammise di non essere stato un bravo poliziotto ovvero di essersi fatto coinvolgere personalmente: a tu per tu con Ralph Abernathy, braccio destro di Martin Luther King e dopo la sua morte a capo del Movimento per i diritti civili, gli dimostra che davanti alla legge non si è neri o bianchi ma solo innocenti o colpevoli.

DA QUESTO LIBRO, IL FILM

Fa' la cosa giusta (1989) di Spike Lee
Fa’ la cosa giusta (1989) di Spike Lee

Il libro autobiografico di Ron Stallworth è stato pubblicato nel 2014, edito in Italia da Tre60 in concomitanza con l’uscita in sala del film distribuito dalla Universal Pictures: BlacKkKlansman, sulla locandina reso graficamente anche come BLACKkKLANSMAN. Il regista black Spike Lee, non a caso fautore della campagna Oscar So White, ne ha tratto un film vincitore del Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes (dove ha ricevuto dieci minuti di standing ovation) e del Prix du Public al Festival di Locarno. In precedenza Lee era già stato a Cannes per accompagnare due dei suoi film più noti: Fa’ la cosa giusta (1989) e Jungle Fever (1991).

Scappa. Get out (2017) di Jordan Peele
Scappa. Get out (2017) di Jordan Peele

A produrre BlacKkKlansman troviamo un altro regista nero di grande successo: Jordan Peele, Premio Oscar per la sceneggiatura originale di Scappa. Get Out (2017), in coppia con il re Mida Jason Blum. Spike Lee lo ha co-sceneggiato insieme a Charlie Wachtel, David Rabinowitz e Kevin Willmont (l’unica altra volta in cui il regista si è affidato alla sceneggiatura di altri è stato per Inside Man). Attualmente, la pellicola ha ricevuto sei nomination agli Oscar 2019.

Inside Man (2006) di Spike Lee
Inside Man (2006) di Spike Lee

WASHINGTON

Il protagonista è interpretato da John David Washington: sì, proprio il figlio di “quelDenzel che insieme a Spike Lee aveva realizzato, fra gli altri, l’indimenticabile Malcolm X (1992). Sul grande schermo il collega Chuck diventa Flip Zimmerman e ha il volto segaligno di Adam Driver; inoltre è ebreo, origine questa non menzionata nel libro e che dà lo spunto per una delle situazioni più surreali (la macchina della verità per ebrei).

Malcolm X (1992) di Spike Lee
Malcolm X (1992) di Spike Lee

Dagli inserti fotografici al centro del libro, possiamo dire che la somiglianza fra attori e personaggi è incredibile; giusto il poliziotto di Adam Driver avrebbe dovuto avere le guance più piene. Il film si mantiene abbastanza fedele al testo di partenza, sebbene alcune variabili siano fondamentali per rendere il racconto più immediato. Un esempio: nel libro Ron spedisce una lettera in risposta all’annuncio del KKK, mentre nel film fa una chiamata.

FEDELTA’

La scrittura cinematografica, come detto, segue di pari passo il libro sin dalle prime pagine. Riporta quasi esattamente il “colloquio di assunzione” di Ron (con la discussione paradigmatica su Jackie Robinson, primo giocatore nero dell’NBA), la noia che prova lavorando in archivio e poi le prove generali d’infiltrazione (come comportarsi se ti puntano una pistola?).

Jackie Robinson
Jackie Robinson

Questa prima missione per la quale viene impiegato Ron lo vede coinvolto al raduno delle Pantere Nere al Bell’s Nightingale per assistere al discorso di Stokely Carmichael. Nel film Stokely usa il suo nome successivo di Kwame Ture (con il quale è ricordato) e difatti Lee gioca molto sul cambio nome. Ron si lascia trascinare dalle parole del leader e deve ricordarsi di essere un poliziotto, esattamente come nel libro, ma se nella realtà nel locale ha attaccato bottone con una tedesca bianca, nella finzione abborda una nera con la quale avviare l’immancabile sottotrama della love story.

Stokely Carmichael

Per un corretto uso del parallelismo, la controparte dell’infiltrazione di Ron è già quel Flip che lo seguirà nell’indagine successiva ma a parti invertite: prima Ron infiltrato e Flip che ascolta fuori, dopo Flip infiltrato e Ron che ascolta fuori.

TRADIMENTO

Divertente la scena della chiamata iniziale al Klan, e veritiera la rimostranza del capo sul fatto che il linguaggio di un nero e quello di un bianco siano distinti e riconoscibili. Pensiero condiviso ed espresso con tanto di esempi più avanti dal capo del Klan (Topher Grace). Ovviamente saranno entrambi smentiti dai fatti: i modi di parlare sono identici, ma la voce di Ron e quella di Flip sono diverse, così Spike Lee non perde l’occasione di scherzare anche su questo punto.

E di tornarci quando il vero Ron viene scelto come guardia del corpo del capo del Klan e deve perciò mascherare il proprio linguaggio.Tutti stratagemmi narrativi che a Spike Lee sono serviti per rendere verosimile una storia vera che ha realmente dell’incredibile. Chiaramente alcune forzature sono doverose a beneficio della suspense: il razzista che indaga e viene a bussare alla porta del vero Ron, i soldati del Klan che rubano il C4 e realizzano l’attentato, lo smascheramento di Flip per colpa di un italoamericano che aveva arrestato in passato.

Via col vento (1939) di Victor Fleming
Via col vento (1939) di Victor Fleming

ALTERNANZA

Spike Lee lavora perfettamente di montaggio: alterna l’iniziazione al Potere Bianco con l’incitamento al Potere Nero; mette in risalto tutto il razzismo nella seminale opera di D.W. Griffith (e a differenza del libro anche quello in Via col vento); fa togliere al suo protagonista qualche sassolino dalla scarpa nella telefonata finale (del tutto inventata).

Donald Trump
Donald Trump

Oltre agli ironici contrappunti (si veda la temeraria scena della polaroid) e le frecciatine alla blaxploitation (uno degli argomenti che fa spesso bisticciare il regista con il collega Quentin Tarantino), la denuncia di Spike Lee si manifesta concretamente al motto “America First” messa in bocca ai membri del Klan.

CONCLUSIONI

Dopo il finale aperto su un gruppo di persone in continua lotta, Donald Trump si vede nelle ultime immagine documentaristiche prima che il fermo immagine di una bandiera americana capovolta e in bianco e nero venga consegnata alle note di un gospel nero. Alla panoramica finale sulla carriera di Ron Stallworth, Spike Lee preferisce giustamente una carrellata su come le tensioni razziali negli Stati Uniti ancora oggi non siano affatto risolte.

Nel salutarvi, vi invito a leggere BlacKkKlansman di Ron Stallworth, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Finito di leggere: mercoledì 23 gennaio 2019.

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