I ROMANZI DEI CORSARI 7/8: La crociera della Tuonante
Tutte le storie marinaresche di Emilio Salgari, il papà di Sandokan, sono finalmente raccolte in un voluminoso tomo di 1700 pagine, I romanzi dei corsari, ma di rilegatura comoda e maneggevole, per i Grandi Classici di BUR Rizzoli.
Il volume si compone in un dittico: prima la pentalogia sui Corsari delle Antille, poi la trilogia sui Corsari delle Bermude. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno. Oggi tocca a La crociera della Tuonante…
LA CROCIERA DELLA TUONANTE
Nel La crociera della Tuonante (1910) la storia riprende esattamente da dove si era interrotta. Il mastro bretone Testa di Pietra ha, per dire, “adottato” Piccolo Flocco, e insieme al carnefice di Boston (detto anche “mastro Impicca“) compongono un trio di formidabili corsieri. Rimangono fedeli al giovane barone William Mac-Lellan, sempre a bordo della Tuonante, lanciatasi all’inseguimento della corvetta del marchese d’Halifax per salvare Mary di Wentwort, la bella innamorata del Corsaro.

Nella battaglia navale iniziale che vede la Tuonante del baronetto alleata ai puntatori della futura Repubblica Americana, c’è spazio addirittura per un ammiraglio inglese di nome Peter Parker, realmente esistito, e che non ha nulla a che fare con il simpatico Spiderman di quartiere.
BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI
In passato avevo già affermato che Emilio Salgari è più interessato agli umili e miseri corsari che non ai loro nobili comandanti: messo subito da parte il baronetto, è uno spasso assistere a naufragi e disavventure di Testa di Pietra e compagnia, alle prese con un misterioso relitto la cui stiva è infestata di belve feroci (utile variante sul tema dell’esperienza esotica) e con una pioggia di squali (oltre cento anni prima di Sharknado!).
Il vecchio chiacchierone, barbone e tabagista Testa di Pietra ha un cuore d’oro, e risparmia la vita dell’assiano Hulbrik conosciuto nella precedente avventura e che in questa prova a farli saltare tutti in aria. Hulbrik, insieme al fratello Wolf, sarà lesto a ricambiargli il favore quando finiranno prigionieri della fregata inglese. Qui il cuciniere del marchese è un “negro, più nero d’un pezzo di carbone“, che Testa di Pietra chiama “sacco di carbone” e al quale non risparmia una serie di epiteti razzisti, già adottati da Salgari nel ciclo dei Corsari delle Antille. Non da meno gli indios sono “scimmie rosse” o “cani rossi” per i filibustieri, mentre sono “abbronzati” per l’autore.

CONCLUSIONI
Tenendo a mente che Salgari scriveva a puntate, e più scriveva più veniva pagato, gli si possono perdonare alcune dimenticanze: ne I Corsari delle Bermude Piccolo Flocco ci veniva presentato come una vedetta dallo sguardo acuto, mentre qui non riesce neanche a riconoscere una fregata all’orizzonte chiedendo al vecchio Testa di Pietra di guardare al posto suo.
Curiosità: Salgari in almeno un’occasione si rivolge direttamente ai lettori, immaginando che abbiano letto il suo libro precedente per essere arrivati sino a quel punto. Nonostante ci commuova l’affondamento definitivo della Tuonante, questo episodio è un’altra occasione perduta per raccontarci di un ammutinamento, topos immancabile nelle storie marinaresche eppure totalmente ignorato dall’autore veronese.
Finito di leggere: martedì 16 marzo 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La crociera della Tuonante di Emilio Salgari, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Il prossimo appuntamento de I romanzi dei corsari è per sabato 29 maggio con “Straordinarie avventure di Testa di Pietra“!
Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!
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