KITCHEN di Banana Yoshimoto
KITCHEN
Kitchen (1991) è diventato un caso letterario sin dalla sua uscita, e da allora l’autrice Banana Yoshimoto ha conquistato un grandissimo numero di lettori in tutto il mondo, compreso in Italia dove è stato pubblicato da Feltrinelli in prima traduzione mondiale. Ovviamente il sistema di trascrizione adottato è quello Hepburn (fanno eccezione i nomi di luoghi famosi come Tokyo).
Kitchen è un romanzo breve diviso, se vogliamo, in due racconti (Kitchen e Plenilunio) con la stessa protagonista e narratrice: Mikage Sakurai, una ragazza rimasta orfana “anche” della nonna, che nutre e sviluppa una vera e propria ossessione per le cucine, di tutti i tipi e per tutti i gusti (da qui il titolo). In chiusura è riportato anche il pluripremiato romanzo breve Moonlight Shadow, nato inizialmente come tesina di laura della scrittrice: anche questo sull’esperienza della morte, ma stavolta con un tocco di fantascienza.

HIKIKOMORI
La perdita, dicevamo. Mikage scopre che la famiglia non si può solo scegliere, ma addirittura inventare. Secondo questo geniale assunto, e dato per assodato che i membri della famiglia siano intercambiabili, il padre del suo giovane amico, Yuchi Tanabe, può allora diventare una nuova madre per lei: del resto Eriko ha già fatto da un pezzo il passaggio da un sesso all’altro. Prima fratello adottivo della vera madre di Yuchi, alla morte di questa Eriko era diventata donna e ne ha preso il posto, almeno fin quando anche lei non viene uccisa da uno dei clienti del club gay dove lavora. Mikage e Yuchi restano soli, sono due anime accomunate dal lutto, come perseguitate dalla morte, ma anche la solitudine può essere divisa in due. Sì, Kitchen è un romanzo tragicomico sulla solitudine giovanile, decenni prima dell’esplodere del fenomeno hikikomori, oggi tristemente attuale in tutto il mondo.
Banana Yoshimoto compie una rielaborazione letteraria dello stile dei manga, più precisamente dello shojo manga, quello indirizzato a un pubblico principalmente femminile e non definito propriamente dal suo contenuto. Lo stile è dolce e delicato, nonostante tratti personaggi ordinari resi “straordinari” dalla tragedia che li ha toccati. Il tratto è sognante, la sua semplicità ti scava dentro e ti emoziona, ricordando al lettore che bisogna approfittare e godere di ogni singolo momento della nostra breve esistenza.
Finito di leggere: martedì 12 aprile 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Kitchen di Banana Yoshimoto, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.