L’OMBRA DEL VENTO di Carlos Ruiz Zafòn
DOPO CERVANTES
Uscito in sordina in Spagna nel 2002, grazie al passaparola L’ombra del vento è arrivato nei successivi sette anni a vendere otto milioni di copie in tutto il mondo diventando uno strabiliante caso editoriale. Questo è il libro che fa raggiungere a Carlos Ruiz Zafòn il successo mondiale, che così diventa l’autore spagnolo più letto al mondo dopo Cervantes e i suoi romanzi oggi sono tradotti in più di quaranta lingue.
Amato alla follia da Stephen King, L’ombra del vento è l’inizio della saga del Cimitero dei Libri Perduti, l’universo narrativo in quattro volumi di Zafòn, purtroppo scomparso prematuramente all’età di cinquantacinque anni. Le varie puntate di questa serie possono però essere lette in qualsiasi ordine, offrendo ciascuna una storia indipendente e lontanamente connessa.
GIOCO DI SPECCHI
Di biblioteche immaginarie ne abbiamo avute, da quella borgesiana di Babele a quella di Gaiman nel fumetto Sandman. Nel Cimitero dei Libri Perduti il giovane protagonista Daniel ritrova l’unica copia rimasta de L’ombra del vento, opera misconosciuta dell’ignoto Juliàn Carax. Un volume da sottrarre a tutti i costi al diavolo dal volto ustionato ossessionato dalla missione di volerne distruggere tutte le copie esistenti. Il suo nome è Laìn Coubert, esattamente come il diavolo descritto fra le pagine de L’ombra del vento, il libro nel libro. A questo punto Daniel si imbarca in una missione per riscattare Juliàn dall’oblio.

Durante la sua crescita, e negli anni indagando sul passato di Juliàn, Daniel rivive le stesse esperienze dell’autore come in un gioco di specchi: il primo innamoramento che si risolve con un cuore spezzato; la grande amicizia con un amico d’infanzia (Jorge Aldaya per Juliàn, Tomàs Aguilar per Daniel) rotta dall’amore segreto per la sorella dell’amico (Penélope per Juliàn, Beatrice per Daniel) e via dicendo.
In adolescenza Juliàn era anche il migliore (e unico) amico del riservato Francisco Javier Fumero, oggi diventato il terribile capo della Squadra Criminale di Barcellona che perseguita comunisti, omosessuali e vagabondi fra cui Fermìn Romero de Torres. Ecco, questo ex vagabondo dall’identità falsa che Daniel prende a lavorare nella libreria di suo padre, e che gli farà da spalla attraverso disavventure e investigazioni, è un personaggio seriamente indimenticabile: a metà fra Don Chisciotte e Sancho Panza, dagli sproloqui comici e dalla battuta sempre pronta per stemperare ogni situazione. Tornando a Fumero, egli ce l’ha a morte con Juliàn perché amarono entrambi la stessa donna, la dolce Penélope che sembra essere stata inghiottita dalle nebbie del tempo.
Il racconto è sovente inframmezzato da corsivi, ovvero reportage dei flashback fatti da alcuni testimoni di volta in volta interpellati lungo la storia. L’ombra del vento è anche questo, un caleidoscopio di personaggi, dove amori e rancori vivono nel tempo, ingabbiano i personaggi, li trasformano da eroi in diavoli. Ad aiutarci a rimettere insieme i pezzi del puzzle, la penna stilografica appartenuta nientemeno che a Victor Hugo…

CONCLUSIONI
Una trama piena di suspence, dove Zafòn tratta con sensibilità contemporanea il feuilletton ottocentesco: le premesse sono quelle di un libro d’avventura per ragazzi, ma completate dal ritratto cupo e surreale in stile Tim Burton della città di Barcellona del dopoguerra, dal numero imponente di pagine e dalle frasi poetiche da instant cult.
Il coinvolgimento passa anche e soprattutto per i continui sconvolgimenti e pur scombussolati non perdiamo mai l’orientamento. Il noir di Zafòn passa per l’intreccio sentimentale da soap e l’ironia di certi personaggi, mettendo insieme lui stesso i pezzi da puzzle del nuovo capolavoro della letteratura popolare.
Finito di leggere: giovedì 22 luglio 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.