NEL RIMORSO CHE PROVEREMO di Piero Malagoli
TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO
Dopo l’8 settembre 1943, l’Italia è divisa tra l’avanzata dell’esercito alleato e la rappresaglia fascista. Ed è così che Padre Sebastiano, parroco di campagna nella provincia emiliana, si trova tra l’incudine della neonata Repubblica sociale e il martello dei combattenti partigiani. Suo compito è quello di preservare la parrocchia di Robbianeto e aiutare i devoti con le umili armi a sua disposizione.
Stiamo parlando dell’ultima fatica di Piero Malagoli, scrittore appassionato di arte contemporanea e letteratura americana, che per Edizioni Spartaco ha già pubblicato nel 2019 E avrai sempre una casa (leggi QUI la recensione). La seconda persona singolare del titolo si sposta alla prima plurale, e così Edizioni Spartaco e Piero Malagoli ci accompagnano per mano nella Modena tanto cara all’autore.

ANDATE IN GUERRA
Nella parrocchia di Robbianeto convive un’umanità varia e i cui caratteri universali travalicano i semplici confini regionali, dal fascista pentito delle sue gesta ad Antonia che è una novella Maria Maddalena. Abbiamo un ragazzo di origini partenopee che si prostituisce, fugge alla caccia umana dei nazisti e trova riparo nella parrocchia di Padre Sebastiano. Abbiamo il dottor Allegri, un medico disincantato ma incrollabile, che si prende a cuore la storia di una moglie e sua figlia continuamente calpestate da un uomo violento. Ecco, il parroco protagonista trova il suo perfetto contraltare proprio nella figura del dottor Allegri. Entrambi di simpatie antifasciste, il dottore per fede politica e il prete per spirito di servizio, il primo granitico con le sue certezze morali, e il secondo dalla fede sempre più vacillante. I suoi principi religiosi stanno infatti subendo un processo di umanizzazione di fronte agli orrori del conflitto: dalla figura sfocata e lontana del Dio che l’ha chiamato a servirlo, egli si sente vicino ai miseri, i diseredati e gli empi.
Sono persone che si sforzano di sopravvivere nel bene e nel male, a ciascuno di loro è dedicato un capitolo, e i capitoli si susseguono l’uno dopo l’altro. Quella che di primo acchito può sembrare una narrazione episodica è in realtà il più ampio paradigma del percorso affrontato dal nostro protagonista, la cui vita incrocia quella di tutti gli altri. Un giorno vigliacco e un giorno cuor di leone, Padre Sebastiano è sia figura smarrita in cerca di una forma sia un antieroe in grado di sporcarsi le mani quando serve. Né martire né vincitore, semplicemente fragile, ora in preda allo strazio ora guidato dal buon senso, in una parola umano. Come i suoi fedeli. Come noi. Insieme a lui venivamo sospinti nell’altalena della pietas che ci porta dall’abisso spirituale in cui siamo immersi verso la luce della resurrezione.

STILE
Sono molte le sequenze che incantano e rimangono dentro al lettore (il bombardamento e lo scavo nelle macerie, l’opera del pittore alcolizzato, ecc.), ora per il tono se vogliamo picaresco-avventuroso (Padre Sebastiano nasconde il cadavere di un partigiano sul carro che porta la statua del santo, allo scopo di riconsegnare il corpo ai familiari) ora per le descrizioni colme di suspense fino a livelli devastanti (il popolano con il piede sulla mina che confessa i suoi peccati e chiede perdono prima che riescano a salvarlo).
Piero Malagoli aveva già dimostrato di sapere immergere il lettore nei mondi che creava, facendone sentire gli odori e vedere i colori. Adesso si spinge ben oltre. La sua penna traccia pennellate precise, che prima ti fanno innamorare e poi ti scavano nel cuore come un cucchiaino. Perché il viaggio spirituale, e molto terreno, di Padre Sebastiano non è fatto per rimanere nelle pagine scritte di un libro. Ma per squarciare il petto di un lettore e metterlo a confronto con le bassezze e le vette più elevate di ogni essere umano. A cominciare da noi stessi.
Finito di leggere: mercoledì 20 dicembre 2023.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Nel rimorso che proveremo di Piero Malagoli, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.