POMPEI di Robert Harris

POMPEI di Robert Harris

BESTSELLER

Robert Harris, giornalista BBC e autore di bestseller quali Enigma e Fatherland (leggi QUI la nostra recensione di Conclave), ci offre con Pompei (2003) la cronaca di una tragedia annunciata e che in qualche modo rievoca nella nostra mente le immagini dell’11 settembre 2001.

In apertura del romanzo le Note dell’autore specificano che secondo il calendario romano i giorni della settimana erano Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno e Sole. Pompei si svolge nell’arco di quattro giorni (da Marte a Venere) nella quarta settimana di agosto del 79 d.c.

Inoltre il giorno era diviso in dodici ore: dall’Hora Prima (all’alba) all’Hora duodecima (al tramonto). La notte era divisa in otto veglie: Vespera, Prima fax, Concubia e Intempesta prima della mezzanotte; Inclinatio, Gallicinium, Conticinium e Diluculum dopo la mezzanotte. Sebbene ogni capitolo sia genericamente intitolato a un’ora latina, un sottotitolo ne chiarisce il timing contemporaneo (spaccando il minuto). Infine ciascun capitolo, prima del racconto dell’antichità, ci propone stralci scientifici presi della seconda edizione di Vulcanology o da altri testi di divulgazione scientifica a tema: questo per sottolineare cosa si stesse agitando nel sottosuolo, ora dopo ora, mentre le vittime ignare si muovevano in superficie.

Pompei_Libri Senza Gloria
Pompei_Libri Senza Gloria

MARTE (22 agosto – Due giorni prima dell’eruzione)

In seguito alla misteriosa sparizione dell’aquarius, ossia del sovrintendente dell’acquedotto Aqua Augusta, e la conseguente siccità del golfo di Napoli da esso rifornito, il giovane (vedovo) ingegnere delle acque Marco Attilio Primo viene mandato da Roma per sostituire il suo predecessore e risolvere la situazione. Fra le citazioni in apertura del libro, quella di A. Trevor Hodge ci fa sapere che il “sistema di approvvigionamento idrico, nel I secolo dopo Cristo, forniva alla città di Roma un quantitativo d’acqua superiore a quello sul quale poteva contare nel 1985 la città di New York“. Certo, Roma aveva sei acquedotti, mentre a Napoli ce n’era uno soltanto, per quanto superbo: il già nominato acquedotto Augusto.

Attilio fa la conoscenza della bella Corelia Ampliata, figlia di Numerio Popidio Ampliato, un ex schiavo affrancato, proprietario di Villa Hortensia, a cui l’ingegnere imperiale non va a genio. Alla vila il liberto dà uno schiavo in pasto alle murene (dopo averne salato le ferite con l’aceto), colpevole di avere avvelenato le triglie della sua piscina. “Non esiste padrone più crudele di un ex schiavo,” osserva Attilio, chiamato dalla bella Corelia e dalla madre dello schiavo per scagionare l’uomo. Il suo intervento è tardivo, ma lo schiavo era innocente.

Altri segnali non possono essere presi sottogamba, come il forte odore di zolfo nelle condutture principali. Scoperto che Nola e Napoli sono rimaste senz’acqua, ma che a Pompei la fornitura non è stata interrotta, Attilio si mette in contatto con il celebre ammiraglio Plinio: un grassone con i riccetti sudati sulla fronte e la voce stridula, ovverosia quel Plinio il Vecchio cui si deve la Naturalis historia, e che effettivamente fu testimone diretto dell’imminente catastrofe. Grazie a Plinio, Attilio riesce a imbarcarsi verso Pompei mentre spedisce i suoi aiutanti a chiudere le paratie delle tubature a monte così da fermare l’acqua.

MERCURIO (23 agosto – Il giorno precedente l’eruzione)

Giunto a Pompei, la città che era stata devastata da un terremoto diciassette anni prima, ad Attilio servono uomini e materiali perciò è costretto a chiedere aiuto ai viscidi magistrati eletti. Sarà proprio il cattivissimo Ampliato a convincere il quadriumviro ad aiutarlo e accontentare ogni sua richiesta. I notai di Pompei temono Ampliato, in particolare lo teme il capo edile Popidio, che un tempo era il suo padrone: adesso Ampliato ha promesso sua figlia Corelia in sposa a Popidio, ma soprattutto lo tiene in pugno economicamente. I magistrati non solo lo temono e gli obbediscono ciecamente, ma sono in combutta con Ampliato per certi loschi traffici che Attilio comincia a subodorare.

Mentre i lavori procedono, infatti, Attilio visita la cisterna pompeiana (sorvegliata da un guardiano cieco) e indaga sulla sparizione di Esomnio, il suo predecessore, scoprendo che frequentava un bordello e aveva accumulato una fortuna di dubbia provenienza. Durante le festività in onore del dio Vesuvio, Corelia origlia una conversazione del padre: capisce che egli vuole eliminare Attilio, così ruba i segreti documenti contabili di Ampliato e corre a consegnarli al giovane uomo di cui si sta innamorando.

Nel frattempo Attilio ha scoperto alle pendici del Vesuvio un lago artificiale venutosi a formare dalla rottura di una tubatura a causa di un sollevamento della base della galleria sotterranea. Ma è consultando i papiri consegnatigli da Corelia che scopre come Esomnio fosse stato corrotto da Ampliato per nascondere lo spreco dell’acqua necessaria al liberto per la ricostruzione di Pompei subito dopo il terremoto. Una ricostruzione che gli è valsa una immensa ricchezza. Da questi documenti si evince pure che Esmonio era originario della Sicilia, di Catania per la precisione, e di come avesse riconosciuto nei segnali di irrequietezza della terra intorno al Vesuvio gli stessi che avevano portato all’eruzione dell’Etna.

Gli scavi di Pompei

GIOVE (24 agosto – Il giorno dell’eruzione)

Salito fino al cratere, Attilio ritrova il cadavere di Esomnio, ma scampa alla morte per mano di Corace, il caposquadra che lo ha tradito. Corace rimane impantanato e le esalazioni lo uccidono, Attilio fugge mentre il camino del Vesuvio si accende e si scatena l’eruzione che annientò le città di Pompei, Ercolano e Stabia.

Sono suggestive le descrizioni da questo punto in poi: la maestosità del vulcano, le nuvole di cenere, la pioggia di pietre, le scosse di terremoto e l’imprevedibilità della forza della natura. L’ammiraglio Plinio non fugge, no, egli rimane per documentare tutto, servendosi di un orologio idraulico, di uno schiavo per appuntare le scosse e di un bicchiere di vino per godere della scena. C’è anche un momento commovente in cui Plinio si congeda da suo nipote Gaio Plinio, futuro avvocato, profetizzandone il successo e precidendo che grazie al giovane, il quale entrerà negli annali come Plinio il Giovane, si perpetuerà la fama anche del Vecchio zio.

I corpi intatti

VENERE (25 agosto – L’ultimo giorno dell’eruzione)

Ampliato pensa alla speculazione pure nel momento del disastro, perciò il cielo lo punirà. Attilio si ricongiunge a Corelia e insieme riparano nelle gallerie dell’acquedotto. Nulla più si saprà sulla loro sorte, quel che è certo è che l’Acqua Augusta riparata da Attilio continuerà a far scorrere l’acqua per molti secoli ancora.

Per quanto riguarda Plinio il Vecchio, anch’egli immolerà la propria vita per amore della scienza, regalandoci oltre a una chiara documentazione, anche la definizione scientifica di eruzione pliniana: “un’eruzione vulcanica in cui un’esplosione di gas viene eiettata con enorme violenza d a un camino centrale raggiungendo un’altezza di diversi chilometri, prima di espandersi ai due lati“.

L’ufficiale e la spia (2019)

(S)FORTUNA MEDIATICA

Non nuovo alla materia (su tutti ricordiamo la sua celebrata trilogia su Cicerone) Robert Harris si conferma un maestro della narrativa, mescolando il giallo allo storico, il romanticismo alle tematiche sociali, il tutto senza l’ansia da prestazione del peplum. L’intreccio non fa abuso dei cliché del genere, ma i suoi due protagonisti sono “perfettamente hollywoodiani“.

Pompei sarebbe dovuto diventare un film nel 2007 a partire da una sceneggiatura firmata da Roman Polanski scritta insieme allo stesso Robert Harris. Si vociferavano già i nomi dei protagonisti: Orland Bloom come Attilio e Scarlet Johansson come Corelia. Lo sciopero degli sceneggiatori e il conseguente aumento di budget portarono il progetto in un limbo. Polanski decise allora di adattare per il grande schermo un’altra opera di Harris, L’uomo nell’ombra. La loro collaborazione è proseguita recentemente con il bellissimo film tratto da L’ufficiale e la spia.

Orlando Bloom è Legolas nella trilogia de Il signore degli anelli

Pochi anni dopo, nel 2010, Ridley Scott venne coinvolto personalmente per produrre una miniserie ad alto tasso di spettacolarità, a metà fra il thriller e la love story, ma fino ad oggi non se ne è saputo più nulla.

STILE

Nonostante il romanzo non sia lunghissimo le prime pagine sono penalizzate dalle eccessive descrizioni tecniche e contestualizzazioni storiche, sebbene i dati storici così come quelli scientifici siano precisi (tranne in fatto di misurazioni poiché i romani non calcolavano le distanze con centimetri, chilometri, ecc., ma per cubiti). Perciò l’avventura fittizia non può dirsi perfettamente intrecciata alla storia vera: ci approcciamo più all’antropologia e alla quotidianità di quegli individui che non alla risoluzione del complotto vista anche la sua debolezza.

Scarlet Johansson è Vedova Nera in Iron Man 2

Comunque, via via che la storia procede, e che si allarga il cratere del Vesuvio, la lettura si fa sempre più appassionante.

CONCLUSIONI

Gli usi e i costumi dell’epoca, gli scenari urbanistici e architettonici così come le superstizioni, i presagi e le cerimonie, ci parlano di un progresso della civiltà che avviene di pari passo con il dilagare della corruzione. In questo senso il disastro ambientale sembra quasi una meritata punizione divina.

L’uomo nell’ombra (2010)

Nonostante il finale “scontato”, il romanzo ti spinge a volerne sapere di più e di certo, una volta finito di leggere degli ultimi giorni di Pompei ed Ercolano, ti lascia addosso la voglia di andare a visitarle di persona.

Finito di leggere: mercoledì 25 novembre 2020.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Pompei di Robert Harris, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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