A PROPOSITO DI NIENTE di Woody Allen

A PROPOSITO DI NIENTE di Woody Allen

QUASI ARRIVATO ALLA META’ DELLA SUA VITA

A 84 anni Woody Allen, pseudonimo di Allan Stewart Königsberg, “è quasi arrivato alla metà della sua vita” perciò decide di regalarci la sua autobiografia definitiva: A proposito di niente.

Voluminoso (circa 400 pagine), modesto e brillante, con questo libro il regista di capolavori come Manhattan, Io e Annie, Hannah e le sue sorelle, alternati a una serie di insulsaggini, mette a nudo vita privata e carriera professionale.

A proposito di niente_Libri Senza Gloria
A proposito di niente_Libri Senza Gloria

Dalle strade di Brooklyn alla stand-up comedy, il matrimonio con Louise Lasser (protagonista, fra gli altri, di Prendi i soldi e scappa) e la musa ispiratrice Diane Keaton, dall’idolatria reverenziale verso Fellini, Truffaut e Bergman, alla lucida cronaca della querelle con la famiglia Farrow, tutto ciò che lo ha reso il misantropo è oggi con una imprescindibile passione per le belle donne..

POLEMICHE

Il memoir è stato pubblicato da Grand Central, una divisione della casa editrice Hachette, ed è uscito anche in Italia (con La Nave di Teseo), Francia, Germania e Spagna. Negli USA le cose sono andate diversamente: la pubblicazione è stata boicottata dal movimento femminista e dagli stessi dipendenti della casa editrice.

Prendi i soldi e scappa (1969)

Il figlio di Mia Farrow e Woody Allen, Ronan Farrow, che aveva già pubblicato un libro sulle molestie con Hachette (ma anche autore dell’inchiesta sul New Yorker contro Harvey Weinstein), ha deciso di interrompere la sua collaborazione con la casa editrice; la sorella Dylan Farrow ha postato un tweet al vetriolo in cui accusa Hachette di non avere operato alcun fact checking sull’autobiografia di Allen, ovvero di non averla consultata in merito, e ribadendo di essere stata molestata dal padre ancora minorenne.

Dal canto suo, il figlio adottivo della coppia, Moses Allen, oggi psicologo specializzato in terapia familiare, ha sempre rivendicato l’innocenza del padre (dobbiamo riconoscere che A proposito di niente cita per la maggior parte gli scritti di difesa di Moses che non le accuse di Ronan). In verità le accuse di Dylan sono state respinte dal tribunale (con smentite mediche e perizie universitarie), e nessuna delle due distinte indagini di polizia condotte negli anni ’90 (quella di New York e quella del Connecticut) hanno mai portato alla dimostrazione che le molestie sessuali siano mai avvenute.

Hannah e le sue sorelle (1986)

GLI ESORDI

Le prime pagine sono dedicate alla lunga, dura, gavetta (romanzata) da cabarettista. Lungo il racconto emergono intrecciate una dolorosa umanità e la caustica comicità di Woody Allen, condite con falsa modestia e incredibili aneddoti.

Il fatto che lui odi i test screening e che abbia sempre avuto il controllo creativo sui propri film, ci tramandano una grande lezione: non si scrive per gli altri, ma per se stessi. Per sua ammissione Amore e guerra è il film dopo il quale Woody Allen ha smesso di leggere la critica. Uno dei migliori insegnamenti che si ricava dalla sua esperienza, infatti, è quello di godersi il lavoro mentre lo si fa (altrimenti cambiate lavoro), senza farsi distrarre né da elogi né da stroncature perché né l’una né l’altra cambieranno quello che fai o che sei realmente: non ti faranno stare meglio, semmai possono farti star peggio o convincerti (sbagliando) di essere un genio.

Amore e guerra (1975)

Nonostante tutto ci vuole più sangue freddo di Truman Capote per suonare in un locale a New York la sera in cui il tuo film Io e Annie vince quattro Oscar, compreso quello tuo per la regia, e per risvegliarsi l’indomani mattina apprendendo la notizia dal giornale come se nulla fosse. Insomma, per la nostra gioia di scenette simili ce ne sono a bizzeffe.

#METOO

Dopo gli eventi che hanno portato alla condanna di Harvey Weinstein, l’ex boss della Miramax, anche Woody Allen è finito nella bufera del #MeToo. In seguito a ciò Amazon ha deciso di stracciare l’accordo multimilionario e multifilm da poco siglato, mentre Timothée Chalamet, il giovane protagonista in odore di Oscar di Un giorno di pioggia a New York, ha rinnegato pubblicamente Allen devolvendo il compenso ricevuto per il film.

Un giorno di pioggia a New York (2019)

La magia del cinema (e della miriade di aneddoti e nomi famosi conosciuti o incontrati in aereo, alle feste o sui set) viene spezzato dalle sequenze più difficili della sua vita. Sicuramente le pagine sullo scandalo che hanno travolto Woody Allen, dagli inizi degli anni ’90 ad oggi, erano le più attese. Lui lo sa, e anche se ci mette del tempo per arrivarci, e ci arriva con una forzata nonchalance, poi dedica fiumi di pagine all’evento che ha sconvolto la sua famiglia: le si leggono come un intrigante romanzo d’avventura da cui non riusciamo a staccarci, sia per capire il punto di vista di Allen sia per l’inevitabile attrazione tutta generalista verso fatti tanto morbosi.

Le accuse di violenza sessuale da parte della figlia Dylan Farrow (poi appunto respinte dalle verifiche dei servizi sociali) fioccarono nel momento in cui usciva Mariti e Mogli, quello che il regista definisce uno dei suoi film più sottovalutati ma riusciti a metà. Pellicola che segna anche l’ultima collaborazione artistica con Mia Farrow. Resa diva dai tempi di Rosemary’s Baby e affettivamente legata ad Allen (anche se non si sono mai sposati, come pensano invece in molti), Mia dimostrava una disparità nel trattamento dei suoi numerosi figli. Adorava i suoi figli biologici Fletcher e Matthew, ma derideva o aveva poco tempo per Sascha (il gemello di Matthew), Moses, Dylan e Soon-Yi (futura moglie di Allen), la quale afferma: “per Mia adottare un bambino era elettrizzante come comprare un nuovo giocattolo“.

Rosemary’s Baby (1968) di Roman Polanski

VEDOVA NERA

Secondo la ricostruzione di Woody Allen, Mia Farrow era una vedova nera che bramava l’attenzione dei media, ma non voleva dedicare attenzione ai figli, tanto che due di loro si suicidarono e una morì di AIDS. Quando si conobbero, Mia chiese subito ad Allen di avere un figlio: lui inizialmente restio si fece convincere e non appena ci riuscirono, dopo molti anni e infruttuosi tentativi, ottenuto quello che voleva, Mia sembrò volersi sbarazzare di Allen.

Non funzionava già più con Mia quando Allen cominciò la relazione con Soon-Yi (che effettivamente ha visto crescere) e che aveva ventuno anni quando la fotografò nuda; secondo la tesi avanzata dall’autobiografia, come Allen aveva strappato a Mia sua figlia Soon-Yi, per ripicca Mia fece di tutto per strappare ad Allen l’altra sua figlia, Dylan. Lui che non si era mai visto come un padre, alla fine lottò per avere la paternità adottiva di Dylan e Moses, e scoprendo di essere stato omesso legalmente dal certificato di nascita di Satchel, il figlio che avevano in comune (anche se, secondo la madre, era il figlio di Mia e di Frank Sinatra).

Mariti e mogli (1992)

Nel suo j’accuse verso la società moralistica americana, Woody Allen afferma, forse ipocritamente, che non gli è mai importato della sua reputazione ma dell’onestà. In un momento di ostracismo come quello che sta subendo, viene difficile da credere che non si sia dipinto più ingenuo del necessario. Pur concedendogli il beneficio del dubbio e non volendo prendere le parti di nessuno, se è vero quello che dice Allen, c’è però una cosa di cui rimane comunque colpevole: la sua ignoranza. Se è vero che Mia Farrow è una folle disturbata, vendicativa e manipolatrice che ha maltrattato per anni i figli, e se pure è vero che Allen non ha mai dormito in casa di lei, nel corso di una relazione durata così tanti anni (Soon-Yi aveva cinque anni quando venne adottata, ne aveva ventuno quando cominciò la relazione con Allen) non può non essersi mai accorto delle sue pazzie e torture: o era stupido da morire o era un padre disinteressato, in ogni caso queste verità non possono essere appurate solamente in fase processuale. No, pur se è stato davvero tanto ingenuo, questa ingenuità non può essergli perdonata: non quando, come rimarca più volte lui stesso, c’era in gioco la vita dei bambini.

Manhattan (1979)

CONCLUSIONI

L’immancabile autoironia di Woody Allen a lungo andare ci fa sentire la voce di Oreste Lionello nella testa. Un flusso di coscienza senza alcuna interruzione di capitoli e senza alcun riferimento preciso agli anni, A proposito di niente è la trasmissione di Woody Allen del film della sua vita con l’immancabile sottofondo jazz. Una vita fatta perlopiù di equivoci.

Oreste Lionello, lo storico doppiatore italiano di Woody Allen

La fascinazione per la magia, le nevrosi e la psicanalisi, gli squilibri della vita emotiva, l’insicurezza e la filosofia, sembra di leggere la sceneggiatura di un film di Woody Allen o il monologo di un personaggio di Woody Allen: a riprova del fatto che la sua filmografia è espressione della sua vita, o di momenti di essi, qui montati insieme in un supercut che taglia fuori (come al cinema) tutti i tempi morti.

Non metterà certo la parola fine ai pettegolezzi, ma l’autobiografia di Woody Allen non era mica a proposito di niente.

Io e Annie (1977)

Finito di leggere: venerdì 20 novembre 2020

Nel salutarvi, vi invito a leggere A proposito di niente di Woody Allen, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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