ALTRI LIBERTINI di Pier Vittorio Tondelli
Flusso di coscienza
Romanzo in 6 episodi, o raccolta di 6 racconti, poco importa. Il flusso di coscienza che permea ciascuna delle 6 parti di Altri libertini dilaga e invade tutte le altre rendendo l’intera esperienza di lettura un unico flusso di coscienza.
Flusso di: slang, nudismi da checche, viaggi in Europa (Amsterdam, Bruxelles, Londra), bestemmie da incazzati, dialetto emiliano da studenti del DAMS di Bologna, citazionismo alto e basso, musicale e cinematografico, ecc. Più una marea di personaggi sempre diversi e alcuni che tornano, ma quasi tutti anonimi e intercambiabili.
Underground
Pier Vittorio Tondelli pubblica questo suo primo romanzo nel 1980, a soli 25 anni, ma lo ambienta qualche anno prima, nel ‘77. Lo scenario è la sub Italia delle prime droghe e orgie omosessuali.
L’esordio è potente, il successo immediato soprattutto fra i giovani del tempo. Il Procuratore generale de L’Aquila ne ordina il sequestro per oscenità e turpiloquio. Almeno fin quando lo scrittore e l’editore vengono assolti con formula piena.
Oramai la frittata è fatta. Tondelli, esponente di quel libertinismo che troppo spesso si confonde con biografismo, morirà 11 anni dopo, a 36 anni, di AIDS.

Il suo romanzo lo si può leggere oggi come allora senza censure grazie a Feltrinelli, che nel 1980 lo scoprì e che continua a ristampare l’opera manifesto di uno dei più grandi scrittori italiani del secolo passato. Solo la versione Bompiani è edulcorata ma per volere dello stesso autore, avvicinatosi al cattolicesimo in punto di morte.
Postoristoro
Di questo incessante e mutevole flusso di coscienza uno dei punti fermi è Postoristoro, il bar della stazione di Reggio Emilia che dà il titolo al primo racconto.
Un bar frequentato da eroinamani, prostitute, terroni e trans in attesa di uno spacciatore. Un bar sempre presente dal quale si può andare e tornare.
Mimi e Istrioni (secondo racconto) è la divertente cronaca delle scorribande di quattro ragazze che prima si fanno tutti, e poi tutte insieme si fanno Benny.
Così vanno e vengono ne il Viaggio (terzo racconto) del giovane che è in realtà il racconto della sua iniziazione sessuale (da quando si vende nelle saune al tentativo di suicidio e oltre).

Vanno e vengono le storie di Altri libertini, racconto centrale che dà il titolo all’intero romanzo. Come in Teorema di Pier Paolo Pasolini una piccola comunità (nel film una famiglia, nel racconto un gruppo di amici) è scombussolata dall’arrivo di un uomo bellissimo (fotografo lombardo, ma eterosessuale).
Abbiamo sempre a che fare con gli slanci di ingenui innamorati e idealisti che si spostano da un luogo all’altro in cerca di nuovi amori (gay). Che si vendono per droga (Senso contrario, quarto racconto) e che sono in eterno viaggio (Autobahn, sesto e ultimo racconto).
Conclusioni
Fra chi va e chi viene in questo flusso di tossici e sesso esplicito, reso all’epoca innovativo dal gergo giovanile, Tondelli ci mostra in tutto il crudo realismo di un’intera generazione. Quella che con la propria vita ha contestato il provincialismo religioso e borghese dell’epoca, ma che ne è rimasta vittima.
Una generazione che ha fallito e che ha lasciato a noi il compito di raccogliere i frutti del loro decadimento: volevano fare la rivoluzione consumando droghe e scopando, e hanno fallito.

Tondelli verga le sue pagine trasgressive di una dissacrante ironia, senza la quale sembrerebbe di vedere uno dei film di Claudio Caligari a Ostia come Non essere cattivo. Per questo non è difficile inquadrarlo come scrittore pulp (in molti tirano sempre in ballo Bukowski come termine di paragone), se non addirittura pulp generazionale.
Scandaloso oggi non più di tanto, scorrevole non sempre perché a volte troppo artificioso nelle sue sperimentazioni sintattiche. Soprattuto,di una disperazione così reale da risultare sempre presente, proprio come Postoristoro.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.