ARINGHE ROSSE SENZA MOSTARDA di Alan Bradley
UNO SPECCHIO PER LONDRA E L’INGHILTERRA
Aringhe rosse senza mostarda (2011) è il terzo romanzo (di dieci) della serie di Flavia de Luce Mysteries, la produzione più celebre di Alan Bradley, professore e giornalista, autore radiofonico e scrittore. Il primo volume, Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli (2009), ha vinto il Dagger Award, il premio della Crime Writers’ Association inglese, come miglior esordio, e da quel momento la serie ha conosciuto un successo mondiale, premiata con vari riconoscimenti e tradotta in 31 lingue.
Il titolo di Aringhe rosse senza mostarda proviene da una citazione di Uno specchio per Londra e l’Inghilterra di Thomas Lodge e Robert Greene, anche se nella traduzione si perde il doppio senso originale per cui “red herring” non sono solo “aringhe rosse” ma anche “false piste“, che non mancano mai in un giallo che si rispetti. In apertura una mappa della sonnacchiosa e tranquilla Bishop’s Lacey e dintorni dove si svolgono i fatti.

FLAVIA SABINA DE LUCE
Flavia Sabina de Luce è una geniale e avventurosa undicenne, figlia del glaciale colonnello Haviland de Luce, un collezionista di francobolli abbonato al Filatelico di Londra, senza reddite proprie e affogato dai debiti, incapace di tener testa alle terribili figlie tanto è svampito. Nell’Inghilterra degli anni ’50, quando non è impegnata a giocare con i Mumpeter (Mamma, Babbo e le tre bambine, tutte forchette argento stellina travestite da bambole) o a difendersi dagli scherzi feroci delle sorelle maggiori – la colta Daphne (detta Daffy, ritrattista a tempo perso e appassionata lettrice) e la frivola Ophelia (detta Feely, le cui mire sono rivolte al giovane sergente Graves), capaci di metter da parte le reciproche differenze e fare comunella solo per darle il tormento (forse proprio per colpa dell’assenza di una figura genitoriale forte) – con le quali vive a Buckshaw, l’antica magione di famiglia, Flavia si improvvisa detective per risolvere gli strani casi del villaggio inglese di Bishop’s Lacey.
Per farlo se ne va in giro sulla sua Gladys, una bici con gomme Dunlop e tre cambi di velocità. Da un suo avo (il prozio Tar, che sta per Tarquinius De Luce) Flavia ha ereditato la passione per la chimica, strumento utile quando abbinato alla sua vocazione investigativa (insieme al metodo appreso da Philip Odell, il detective della radio). Perciò preferisce per gran parte del giorno rifugiarsi a sperimentare nel suo laboratorio colmo di alambicchi e provette, l’armadio a vetri con bottiglie etichettate e file di libri, il microscopio Leitz e il binocolo di fattura tedesca.

AFFARI DI FAMIGLIA
Durante la fiera nel prato della parrocchia, Flavia de Luce (dopo aver acquistato il libro suddetto di Lodge e Greene la cui citazione è stata usata per il titolo) si rivolge a una zingara, alla quale appare Harriet de Luce, la madre morta in una escursione in Tibet quando Flavia era ancora una bambina. In seguito alla visione, la veggente viene aggredita nel suo carrozzone (ospitato nelle Palizzate, all’estremità della tenuta di famiglia), forse per aver risvegliato questo mistero che viene dal passato e che riguarda Flavia pericolosamente da vicino, la quale scopre un vero cadavere (un delinquente del posto, Brookie Harewood) appeso al tridente del Poseidone (nel Parco di Trafalgar, parte più interna della tenuta, pensata come un boulevard ricco di fontane dall’antenato Georges De Luce ma bloccato dalla sfortuna economica) e con una posata dell’argenteria di casa infilata nel naso. Sembra che qualcuno ce l’abbia con la sua famiglia… difatti le indagini portano a un misterioso ritratto di famiglia, due alari rubati alla madre e un losco commercio di contraffazione che ha a che fare con una setta religiosa del luogo, i Claudicanti. Stavolta risolvere il caso significa anche salvare la famiglia dal baratro economico.
Infatti da quando la madre è morta, non avendo fatto testamento, ed essendo intestata a lei la tenuta, adesso la famiglia rischia di perdere tutto, compreso lo stuolo di premurosi domestici (dalla signora Mullet a Dogger). L’orfana Flavia ha almeno ereditato da lei un super-udito, altro notevole strumento per la risoluzione del caso: croce e delizia dell’ispettore Hewitt, più indulgente della norma dei consimili polizieschi, che si fa abbindolare dalle false piste più di quanto non succeda alla stessa Flavia.

CONCLUSIONI
Come in tutte le serie i personaggi vengono dalle precedenti storie e torneranno nelle prossime, tranne chi abbandona il cammino e considerando di volta in volta le new entry. Aringhe rosse senza mostarda è un romanzo storico e d’avventura, stile Gian Burrasca, con qualcosa di fiabesco, avendo per protagonista una spericolata ficcanaso dalla incredibile preparazione chimica e un talento enciclopedico, bugiarda patentata con una vocina nella testa che a volte la rimette in carreggiata, a metà tra Pippi Calzelunghe (da cui Flavia prende l’intraprendenza) e Cenerentola (l’incompresa e squattrinata ultima figlia vessata dalle sorelle maggiori). L’ambientazione vittoriana della campagna inglese è sempre una carta vincente per questo genere di storie, e fa il paio con uno british humour ai limiti della comicità. L’autore dimostra un debole per i colpi di scena macchinosi e gli escamotage dell’ultimo secondo, non sempre efficaci.
Nonostante nasca come romanzo per adolescenti (e scritto in prima persona da Flavia de Luce), e pertanto la scrittura risulti davvero coinvolgente, i delitti sono troppo efferati, la trama ingarbugliata eppure le relazioni fra personaggi (una moltitudine) sottintendono approfondimenti psicologici non da poco. Del resto la stessa Flavia, al netto delle sue congetture fantasiose, con il suo simpatico acume, l’inesauribile curiosità e lo spirito di osservazione, è più matura rispetto alla media dei coetanei, addirittura più dotata e cervellotica di molti adulti tanto da sembrare irreale. Non mancano debolezze e paure di questa novella Nancy Drew, che tradiscono una innocenza davvero umana, ma il suo carattere anomalo combinato alle paradossali situazioni in cui si ritrova rendono l’intreccio sempre meno verosimile.
Finito di leggere: sabato 6 agosto 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Aringhe rosse senza mostarda di Alan Bradley, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.