ATLANTIDE E I MONDI PERDUTI 1/2
Avvertenza! Come già successo in passato, quando avevamo scomodato LEGO BATMAN per S. – La nave di Teseo (vedi QUI), il T-800 per Il giardino di Derek Jarman ed Elric La Saga (vedi QUI e QUI), Michael Jackson per I Miti di Cthulhu (vedi QUIe QUI), adesso gli scaffali di Libri Senza Gloria hanno chiesto aiuto a Donkey Kong per meglio esplorare Atlantide e i Mondi Perduti!
ALLA RICERCA DI SMITH
L’introduzione di questa prestigiosa raccolta dei migliori racconti del californiano Clark Ashton Smith è demandata al saggio Alla ricerca dei mondi perduti: utile excursus sull’opera Smith, di cui consigliamo la presa visione solo a fine lettura se non volete spoilerato il finale di molte delle storie contenute.
Il presente volume Oscar Draghi dedicato ai suoi “mondi perduti” non è la prima raccolta dedicata all’autore, ma sicuramente la più estesa, tra l’altro comprendente le versioni integrali dei testi originari (sono state reintrodotte alcune scene precedentemente tagliate e reinserite secondo le indicazioni di Smith). Chiude il volume una corposa biografia.

Prima delle storie di ciascun Mondo Perduto sono riportate le relative cartine, mentre fra un racconto e l’altro sono sparse le fotografie delle grottesche sculture di Smith. Come sappiamo Lovecraft (con il quale Smith era in contatto epistolare) era ammiratore sia delle trame di Smith sia delle sue “inarrivabili” illustrazioni: ricordiamo che i due, insieme, scrissero un racconto lungo tre anni e composto delle loro missive dedicate all’Eidolon, una scultura di Smith inviata in dono a Lovecraft e ispirata alle fattezze dei Grandi Antichi.
I MONDI PERDUTI
I racconti di Atlantide sono i più noti fra quelli di Smith, come si evince dalla grandezza del font del titolo in copertina, ma questo volume contiene anche i racconti sugli altri strani regni fantastici, come ci ricorda il sottotiolo in copertina.

I Mondi Perduti di Smith vivono in un aldilà sempre presente, in un altro tempo, quello dei weird tales, che più ciclicamente di altri ricorsi storici si fa presente alla nostra memoria. Sono così disposte in ordine le storie di Poseidonis, l’ultimo avamposto di un’Atlantide già sommersa, ma anche della pseudo-contrada francese di Averoigne (le cui storie attraversano il tessuto delle realtà dal passato druidico sino alla Rivoluzione Francese), ma c’è spazio anche per Zothique, “l’ultimo continente della terra“, e Xiccarph, uno dei sei mondi di un sistema a tre soli.
ATLANTIDE
Quella di Atlantide – il continente sommerso cui fa riferimento Platone, come ci ricorda un paio di volte lo stesso Smith – è una civiltà scientifica in senso filosofico più che moderno: la scienza è progredita, la cultura è avanzata ma si pratica attivamente anche la magia.
Dopo la prosa poetica Da una lettera, facciamo la conoscenza di Malygris, stregone che vive nella torre nera più alta di Susran, capitale di Poseidonis, ultimo lembo dell’arcipelago di Atlantide (già sommersa). Ne L’ultimo incantesimo, lo stregone prova a riportare indietro dal regno dei morti la sua amata Nylissa, ma così facendo apprende la sua ultima amara lezione necromantica. Il potente arcimago fa ritorno in La morte di Malygris nel quale, a dispetto del titolo, dà del filo da torcere ai suoi rivali e al re in persona.
Allievo del temibile Malygris, lo stregone Avyctes rimane vittima di una misteriosa evocazione rinvenuta su una tavoletta consegnata dal mare ne La doppia ombra: un Ombra che si lega al suo corpo, proveniente dal Popolo Serpente che viveva prima di Atlantide (qui il riferimento è ai mondi perduti di Robert E. Howard, il creatore di Conan).
Scossa da pericolosi movimenti tellurici, Atlantide affida la propria salvezza a due fratelli scienziati i quali, inventata una navicella sferica in Viaggio a Sfanomoe, viaggiano verso Venere (e i suoi orrori floreali) lasciandosi alle spalle la civiltà perduta: Giuseppe Lippi accosta giustamente Atlantide a Krypton, e scrive a proposito della scienza atlantidea che è evoluta “non fino al punto da scongiurare il peggio“.
La ciurma pirata che si imbatte in una giara e beve Un vino di Atlantide fino a ubriacarsi, avrà visione del regno del sortilegio appena oltre l’orizzonte. La conclusione del ciclo è affidata al dittico in prosa poetica di Tolometh e Atlantis.

AVEROIGNE – Parte I
Trame di incantesimi che si dipanano attraverso i secoli sono quelle che animano la regione immaginaria di Averoigne, corrispondente alla reale Alvernia. Ecco tutti i racconti:
1. La fine della storia. Un manoscritto conservato nell’abbazia di Pérignon è in realtà la trappola di una lamia.
2. Il satiro (anche con il finale alternativo originariamente scritto da Smith). Incentrato sulle creature dei boschi.
3. Appuntamento in Averoigne. Una coppia di innamorati viene sorpresa da un castello fantasma e dai suoi castellani vampiri.
4. Lo scultore di mostri. Si parla di un demoniaco fabbricante di gargoyles animati nel duomo di Vyones ovvero la città principale della provincia.

5. Le Mandragore (che non ha niente che fare con la Mandragola di Niccolò Machiavelli). Alcune piante dalle radici con sembianze femminili sorgono sopra la tomba di una donna disposta a vendicarsi di suo marito, un mago uxoricida.
6. La Bestia di Averoigne. L’abate di Pérignon (nel racconto La fine della storia l’abate era Hilaire, qui è Théophile) viene posseduto da un fantasma giunto a bordo di una cometa rossa in una storia dell’orrore strutturata in maniera documentarista su più testimonianze ed evidentemente ispirata agli orrori stellari di Lovecraft come alla licantropica Bestia del Gévaudan.

AVEROIGNE – Parte II
7. La santità di Azédarac. Fratello Ambrose ha le prove che dimostrano come Azédarac, il vescovo di Ximes (una delle città di Averoigne), sia un adoratore dell’occulto (e di Iog-Sotot, la divinità lovecraftiana nella trascrizione di Smith), e stia portando queste prove (fra le quali lo pseudobiblion Il Libro di Eibon) all’arcivescovo di Vyones. Ma Azédarac proviene dal passato druidico, e può spedire il suo avversario a spasso nel tempo…

8. Il colosso di Ylourgne. Un malvagio mago nano, offeso dai commenti sulla sua statura (come nella canzone di De André), risveglia un esercito di morti solo per costruire uno scheletro gigante dove poi far trasmigrare la sua anima e vendicarsi. Ma non ha fatto i conti con il suo ex apprendista. Dietro richiesta di Carl Laemmle della Universal Pictures, che era alla ricerca di soggetti per nuovi horror, Smith gli spedì questo racconto: sembrava se ne stesse per fare un film, sennonché Leammle venne sostituito dalla nuova direzione e il progetto fallì.
9. La scoperta di Venere. Ancora i frati di Pérignon, stavolta rinvengono casualmente la statua di una dea pagana che provoca presso l’abazia un’epidemia di ninfolessia. Il racconto si presenta nella sua veste originale e non in quella rimaneggiata per Weird Tales perché ritenuta troppo pruriginosa.
10. La Madre dei Rospi. Un “incubo erotico” nel quale un giovane garzone viene ammaliato dalle pozioni amorose di una strega simile a un grosso rospo.
11. L’incantatrice di Sylaire. Un eremita misogino rivede ogni prospettiva di vita quando si imbatte nella bella strega che fa il bagno al lago, seppur perseguitata dalle attenzioni di un ex amante licantropo.
12. Averoigne. Résumé poetico (anche in lingua originale) di dieci anni successivo all’ultimo racconto.
La regione francese di Averoigne, come abbiamo visto, nelle mani di Clark Ashton Smith è diventata il ricettacolo di malefici e terrori di ogni sorta, “come una di Triangolo delle Bermuda nella foresta“.
Finito di leggere: venerdì 19 giugno 2020.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Atlantide e i mondi perduti, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Il prossimo appuntamento è per sabato 11 luglio con “Atlantide e i mondi perduti 2/2“!