BERMUDA: IL TRIANGOLO MALEDETTO di Charlie Berlitz
La maledizione delle Bermuda
Condensato in metà delle pagine dell’opera Bermuda: il triangolo maledetto (1974) di Charlie Berlitz con la collaborazione di J. Manson Valentine, è stato tradotto dall’inglese di Ezio Bonsignore e illustrato di Vincent Di Fate per la rassegna di narrativa mondiale a cura della Selezione dal Reader’s Digest di Milano.
Berlitz era un linguista (ne parlava trenta) e autore di manuali linguistici prima di sfornare questo longevo bestseller. Riporta citazioni e testimonianze più report fotografici per entrare nel dettaglio della maledizione più famosa di sempre dopo quella di Tutankhamon.

Triangolo o ellisse
Il famigerato triangolo si trova nell’Atlantico occidentale. Attribuito solo per maggiore prossimità alle Bermuda, che in realtà si trovano a nord di questa immaginaria geometrica. Le altre punte sono a ovest con la Florida meridionale e a sud con le Bahamas. Come specifica Berlitz, assomiglia più a un’ellisse che a un triangolo.
Le sparizioni si sono fatte più massicce a partire dal 1945, che è anche l’anno di una delle più celebri sparizioni, quello dello squadrone 19. Errore di navigazione, esaurimento del carburante o rapimenti UFO?
La storia dello squadrone 19 è bissata per seguaci solo dall’arcinoto caso della Mary Celeste. Le correnti hanno restituito la nave ma l’equipaggio è scomparso nel nulla: ancora gli UFO oppure gli esperimenti sull’invisibilità del supersegreto progetto Filadelfia?

Altro enigma marittimo: la sparizione (datata 4 marzo 1918) del mercantile militarizzato americano U.S.S. Cyclops nella tratta fra le Barbados e la Virginia. Si parlò della sua tendenza a rullare, e a questa si ispirarono nel 1972 gli sceneggiatori de “L’avventura del Poseidon” di Ronald Neame con Gene Hackman. Chi ha visto il film o il suo remake sa che il transatlantico Poseidon finisce per capovolgersi senza affondare.
Mare dei Sargassi e del Diavolo
L’immaginario triangolo va a toccare il Mare dei sargassi, detto così per via del sargasso: un tipo d’alga che può incagliare le navi e trasformare il pericoloso triangolo d’acqua in un (poco realistico) cimitero di navi. Poco realistico perché, come ammette lo stesso Berlitz, i vermi e l’usura le farebbero affondare prima.

Nelle varie epoche persino Cristoforo Colombo e l’Apollo 12 vi hanno avuto a che fare e si sono imbattuti nel fenomeno della cosiddetta “acqua bianca“: essa parrebbe formata da banchi di pesci luminescenti.
Il Triangolo delle Bermuda è solo l’area più tristemente nota, ma ce ne sono altre nel globo terracqueo che condannano a identica fine i malcapitati passeggeri. A esempio il Mare del Diavolo in Giappone.
Risposte
I realisti pensano a trombe d’aria o tsunami. Tirano in ballo pozzi blu (labirintiche caverne calcaree con fenomeni carsici) per gli incidenti navali e CAT (acronimo di clear air turbolence) ossia fenomeni di turbolenza in aria calma per gli incidenti aerei.
I semiseri propendono per torsioni antigravitazionali o aberrazioni elettromagnetiche. Un terzo tipo addita gli UFO e addirittura ricerca una risposta nella preistoria con la perduta civiltà di Atlantide. E poi un quarto tipo parla di mostri marini…
Conclusioni
Berlitz è il padrino dell’archeologia misteriosa cara a Martin Mystère, tanto che Il mistero dell’Atlantide porta la sua firma.

Bermuda: il triangolo maledetto è un saggio affascinante, e nonostante questo documentario risulti datato, si legge ancora come un romanzo. Ha avuto un seguito dal titolo Senza traccia, ma forse un condensato lo si trova nelle vecchie puntate di Voyager. Anche perché nel 1975 The Mystery Triangle Solved di Larry Kusche smontò ogni sua drammatica congettura.
Nel salutarvi, vi invito a leggere di Bermuda: il triangolo maledetto di Charlie Berlitz, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: mercoledì 24 ottobre 2018.