BISESTO di Andrea Vismara

BISESTO di Andrea Vismara

L’ULTIMA NOTA DI KIDDA

Kidda, al secolo Flavio Tosetto, veneziano, è il bassista di mezza età del gruppo new wave La Carcasse Dansant (nome ispirato dalla visione di un film di serie B). Kidda è impegnato a riunire la rock band per una serata revival in occasione del trentennale dell’unico disco uscito negli anni ’80. Quello che Kidda non poteva prevedere è che, mentre nelle vene scorrono alcol e speranze tradite, lui finisce per trascorrere una superba notte d’amore con una donna infida e bellissima: la Morte in persona. Sul libro del destino, per fatale errore, c’è un nome di troppo. Ed è così che comincia la macabra sfida tra Kidda e un misterioso antagonista. Avrà salva l’anima il primo tra che loro che saprà rispondere alla domanda (retorica?) della Morte: come può un essere umano sconfiggerla?

Queste le premesse di Bisesto (2018) di Andrea Vismara, pubblicato da Edizioni Spartaco, e subito la mente corre inevitabilmente ai Tre Allegri Ragazzi Morti, il gruppo musicale rock con tanto di serie a fumetti. E in effetti Andrea Vismara (classe 1965) è anch’egli musicista e compositore. Vismara vive e scrive tra Empoli e Venezia, ha suonato in vari gruppi dell’underground capitolino e ha lavorato nei più noti rock club, ha esposto i suoi scatti fotografici in mostre personali e collettive, pubblicando su riviste e quotidiani; da instancabile camminatore è oggi responsabile editoriale per Edizioni dei Cammini. D’altra parte, leggendo Bisesto si sente che l’autore è stato realmente nei posti che descrive – anzitutto da un punto di vista emozionale prima ancora che fisico – e le tracce biografiche che riconducono al protagonista autoironico, e decisamente fuori di testa, sono molte, come l’età e il modo beffardo di esprimersi.

LIBRO-GAME

In esergo sono riportate citazioni (a tema mortuario) di Lovecraft, David Bowie e Freddie Mercury, Troisi, Totò e Monty Python. All’inizio, poi, sono posti ben cinque QR Code, ciascuno corrispondente a una delle città coinvolte nel racconto (e ciascun QR Code ripetuto al termine del capitolo dedicato alla rispettiva città), o meglio coinvolte nel “gioco” di Kidda, che deve trovare la soluzione prima del Carnevale, termine ultimo per scamparla o tirare le cuoia. Se li scannerizzate con il cellulare, venite rimandati al sito della casa editrice per seguire il protagonista nella ricerca di indizi utili, come nella migliore tradizione dei libro-game: troverete mappe dell’ambiente e fotografie (disposte in sequenza cronologica) di luoghi o “personaggi” incontrati da Kidda.

Bisesto_Libri Senza Gloria
Bisesto_Libri Senza Gloria

La gara contro il tempo del rocker per decifrare enigmi e indizi disseminati tra le città italiane attraversa i più famosi cimiteri, ritratti in modo unico. Si comincia a Venezia (dove Kidda si muove avvolto da un nugolo di amichevoli mosche, come fosse un “morto che cammina”), più precisamente nel cimitero di San Michele con le tombe di Helenio Herrera (l’allenatore dell’Inter), il sacrario, l’Angelo uccello e l’Angelo con l’ala spezzata, le statue di Feodor il cane (inaspettato Virgilio di marmo), della sensuale Sonia, e ancora gli aiuti ultraterreni dello psichiatra Franco Basaglia e del poeta Joseph Brodsky. Quindi ci si sposta a Roma dove si passeggia per il cimitero del Verano insieme al sindacalista Bruno Buozzi, i cantanti Ettore Petrolini e Gabriella Ferri (citata in apertura), il poeta Trilussa, l’attore Vittorio Gassman e il comico Aldo Fabrizi (amante della buona cucina) senza dimenticare L’alieno e Gli amanti focosi.

Poi si salta a Milano dove i gatti (su tutti Romeo, ma non quello del Colosseo bensì il Giaguaro Verde) gli fanno compagnia dalla Cripta del Famedio (dove passano velocemente in rassegna Gaber, Fo, Gaslini, Rame, Crepax, Jannacci, Ponchielli e Merioni) e dall’Emiciclo di sinistra (dove si trovano Donna con lampione e Signora della tomba accanto), attraverso le statue di Amalia e di Arturo Toscanini (inflessibile anche da morto!), uomini, donne, vecchi, bambini, il violinista e l’arpista, l’Angelo barbuto e la parca Lachesi, fino a lui, Alessandro Manzoni, il quale svela al passeggiatore (e a noi lettori) il vero significato della sua opera immortale (che bello poter interpellare direttamente l’autore, come fa Woody Allen con Marshall McLuhan in quella memorabile scena di Io e Annie). A Genova Kidda segue il percorso dei ragni lungo il cimitero di Staglieno dove, tra bersaglieri, angeli, donne (che ballano, con clessidra, nocciola, ecc.), marinai, colombe, corridori, bambini, angeli vari (compreso quello della Morte), un Teschio gigante e la Morte velata, Geremia e Giobbe, incontra Faber, Gilberto Govi e la tomba Joy Division!). A Firenze gli animali guida sono i grilli, al cimitero delle Porte Sante si parte da Pellegrino Artusi (autore del primo manuale di cucina e protagonista di due gialli storici scritti da Marco Malvaldi, l’autore dei delitti del BarLume, leggi QUI la nostra recensione di Odore di chiuso), si passa dal giallista Luigi Bertelli detto Vamba, il cantautore Odoardo Spadaro, Collodi e ancora tra dame, angeli, innamorati, bambini, e gatti. Per chiudere, si torna alla Serenissima.

SETTE NOTE IN NERO

I capitoli sono nominati come le tracce di un album: Intro, sette Song, e Outro per il congedo. Ciascuno introdotto da una citazione musicale: Venezia da Ballo in Fa# di Angelo Branduardi ripetuta due volte per ovvi motivi, Roma da Er barcarolo nella versione di Gabriella Ferri; Milano da Si può morire de I Gufi, Genova da Il testamento di Faber, Firenze da Neogrigio dei Diaframma, più Death is not the end di Bob Dylan nell’interpretazione di Nick Cave & Friends. Del resto il sottotitolo del romanzo è “Sette canzoni per la Morte“.

Ciascun capitolo nella prima parte ricostruisce poco per volta gli eventi del passato che portarono allo scioglimento della Carcasse Dansant. Gli altri musicisti sono Alvise “Al” (dipendente da droghe e dal mahjong, che condivideva il controsoffitto di casa dove è nata la band), il batterista EttoreDon” (che più di tutti incarna l’ansia da esecuzione, e il cui cuore capitombola per la classica Strega sfascia-band), il frontman Bepi Slacker” (quello ossessionato dalla performance in stile Freddie Mercury). All’attivo un solo album, L’Urlo, prima che l’hit Asia portasse al successo uno soltanto di loro.

La seconda parte del capitolo racconta gli eventi del tempo presente (o meglio, gennaio 2016 e febbraio 2017), così se il cimitero Monumentale di Milano è quello che riserva maggiori sorprese, il capitolo su Genova è il più lungo perché i flashback sono ben più ampi. I defunti eccellenti incontrati da Kidda in questa sezione sono fedeli ciascuno al proprio tempo e alla propria personalità, e si manifestano per mezzo di statue parlanti (che citano le loro famose massime di quando erano in vita), materiche ma senza peso, dotate di voce ma senza far rumore, incarnate e disincarnate allo stesso tempo.

CONCLUSIONI

Le statue parlanti sono entità di mezzo proprio come lo è il nostro protagonista-narratore: si fa “agire” dagli eventi, lui che confessa di non essere mai riuscito ad adattarsi agli altri; sembra avere un’opinione su tutto ma solo per mascherare le sue debolezze; così non prova a imporre la propria volontà, lasciandosi piuttosto trascinare da questi eventi soprannaturali come se vivesse in un sogno lontano dalla vita e distaccato dal corpo.

Si fa travolgere (e ci fa travolgere) da un flusso di coscienza in piena che fa prevalere la dimensione onirica: la componente della detection si fa illogica (persino le dinamiche di viaggio da una città all’altra sono talmente imprecisate da diventare eteree), il giallo (o se preferite il thriller gotico) anziché virare verso l’horror di Final Destination sfuma nel puro fantastico, e i toni funebri sono sdrammatizzati dalla formidabile leggerezza della penna.

Un lutto, la droga, l’amore, un contratto capestro, sono tanti gli ingredienti che hanno portato la Carcasse Dansant a perdersi nella nebbia degli anni. Se il lettore saprà decifrare gli indizi “impossibili”, tali in quanto specchio delle incomprensioni umane, emergerà una sola verità: la colpa è soltanto delle vanaglorie e delle invidie personali, due sentimenti inafferrabili e capaci di polverizzare interi mondi.

Finito di leggere: domenica 6 maggio 2023.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Bisesto di Andrea Vismara, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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