CASINO ROYALE di Ian Fleming

CASINO ROYALE di Ian Fleming

LA PRIMA MISSIONE

Ian Fleming si occupò più o meno personalmente della sua formazione, fu inviato della Reuters a Mosca, broker della city, editore in proprio, durante la guerra creò e diresse una unità speciale della Marina militare inglese specializzata in incursioni nell’Europa occupata, nel 1946 passò a organizzare i servizi esteri del gruppo Sunday times, una brillante carriera interrotta nel 1953 proprio con l’uscita di Casino Royale. Il romanzo che nelle intenzioni del suo autore doveva essere “il miglior romanzo di spionaggio di tutti i tempi“.

Tutti i romanzi di Fleming dedicati a James Bond sono in corso di pubblicazione presso Adelphi, a partire da questo Casino Royale. La nuova copertina italiana riprende alcuni elementi delle prime edizioni originali, combinando le grafiche sia della sovracoperta sia del piatto del volume, dai cuori dipinti ai colori rosso nero e oro, per restare quanto più fedeli possibili alla visione dell’autore. In chiusura è presente il saggio breve 15.1.52 del traduttore e scrittore Matteo Codignola, con tanto di inserti fotografici, incaricato della curatela editoriale.

Casino Royale_Libri Senza Gloria
Casino Royale_Libri Senza Gloria

Questa la prima storia dell’agente segreto britannico più famoso di tutti, James Bond, il cui nome è stato rubato a un allora celebre ornitologo. Il direttore dei servizi segreti britannici, M (ispirato al vero ammiraglio Godffey), manda Bond a Royale con la falsa identità di un miliardario giamaicano, ed è difatti nella Giamaica britannica che Fleming scrive il romanzo (nella sua villa Goldeneye) e Bond fronteggerà Dr. No nel primo film della serie cinematografica, Licenza di uccidere (1962), tratto da un libro successivo. La trama è legata al ricordo di una partita a carte al Casino di Lisbona nel 1941, durante la quale Fleming pensava di far sbancare alcuni agenti nemici: l’obiettivo di Bond è però Le Chiffre, abominevole individuo con un occhio quasi bianco, banchiere del Partito Comunista Francese reo di aver perso il denaro dei contribuenti investendolo in affari illeciti.

Tra i personaggi ricorrenti della serie facciamo la conoscenza di Felix Leiter, contatto all’intelligence statunitense mandato a Royale in auto a Bond, e René Mathis, agente del Deuxième Bureau (servizio segreto francese) incaricato di aiutare 007. Non solo, l’agente dell’MI6 in appoggio a Bond a Royale è la Bond Girl più letale di tutte, Vesper Lynd.

BOND, JAMES BOND

Troviamo in nuce alcuni elementi che faranno conoscere queste storie in tutto il mondo: viene menzionato l’agente Q, che al momento non inventa gadget futuristici, ma si limita a prenotare “stanze e treni” per il viaggio, ed emerge la passione di 007 per cibi prelibati e auto di lusso (se ne va in giro con una Bentley coupé grigia). C’è poi spazio il cocktail inventato da Bond, un martini dry in una coppa profonda, da champagne, così fatto “tre parti di Gordon’s, una di vodka, e mezza di Kina Lillet.” Dirà al cameriere: “agiti bene il tutto nello shaker, finché non è ben ghiacciato, poi aggiunga una fetta grossa ma sottile di scorza di limone.” Per molto tempo Bond non ha trovato un nome adatto al cocktail, fino a quando non ha conosciuto l’unica donna che lo abbia mai fatto innamorare: Vesper.

Diverse volte Bond esprime i suoi pareri misogini su Vesper Lynd, secondo lui non dovrebbe fare la spia in quanto donna, e lo attrae per il il solo fatto di essere bellissima. Ma il culmine viene raggiunto quando Vesper viene rapita e Fleming scrive (pensiero di Bond) “queste donne che non stanno mai zitte, e credono di saper fare il lavoro di un uomo. Perché diavolo non rimangono a casa a spadellare o a pensare ai vestiti e ai pettegolezzi e non lasciano agli uomini i mestieri da uomini.” Nell’epilogo, durante il periodo di degenza di Bond, l’uomo rifiuta i mazzi di fiori di Vesper perché non vuole avere intorno “cose femminili“, e non ha fretta di rivederla perché teme che, dopo i danni subiti, il suo corpo non risponda abbastanza virilmente.

Il libro svela inoltre sin da subito quello che per i fan dei film è rimasto un mistero per molto tempo, ovvero come James Bond si sia procurato il suo Doppio Zero, che nei servizi segreti britannici vuol dire uno che si è trovato a uccidere un uomo a sangue freddo durante una missione: il primo è stato un esperto di cifrari giapponesi a New York che cercava di trasmettere i codici segreti inglesi (con un colpo da cecchino 007 lo colpisce dritto in bocca, attraverso i vetri del Rockefeller Center) e il secondo un doppio agente norvegese dei tedeschi Stoccolma (007 lo ha accoltellato nella sua camera). Nel prologo dell’omonimo film le cose vanno un po’ diversamente: Bond si guadagna la licenza di uccidere eliminando due traditori dell’MI6 di stanza a Praga.

Casino Royale segna anche il primo incontro di 007 con i sicari della SMERSH il reparto eliminazioni speciali dell’Unione Sovietica, e che l’autore (in Operazione tuono) trasformerà nella famigerata SPECTRE. La sigla originale è una contrazione delle parole russe che significano “Morte alle spie“, del resto marchiano la mano di Bond proprio con una M, corrispondente alla lettera russa SH (di Smert Shpionam, appunto), come i Bastardi Senza Gloria incidono le svastiche sulla fronte dei nazisti, ma Bond si farà sostituire i lembi di pelle mancanti.

Questa è gente senza scrupoli, a partire dal primo villain, Le Chiffre. La scena della tortura con tanto di minacciata castrazione (una freudiana punizione paterna) sta già in tutta la sua crudeltà fra queste pagine, sebbene siamo portati a credere che sia un’invenzione degli sceneggiatori contemporanei (dove viene utilizzata una frusta al posto del battipanni). A riprova che forse Daniel Craig, per quanto bistrattato, ha rappresentato davvero l’incarnazione più fedele al Bond originale.

IN TV E AL CINEMA

La prima edizione italiana uscì con il titolo La benda nera, in allegato al Corriere della Sera. Oltre ai vari adattamenti a fumetti e videoludici, la prima versione con attori in carne e ossa è addirittura televisiva, dimenticata da tutti. Parliamo dell’episodio 3 della stagione 1 di Climax!, una serie di tipo antologico con storie di vari genere. Nella fattispecie parliamo di una puntata introdotta da William Lundigan e diretta da William H. Brown Jr. Così, nel 1954, il primo volto di James “Jimmy” Bond è stato quello di Barry Nelson (nel ruolo, paradossalmente, per cui è più noto), mentre le vesti dell’antagonista furono affidate al sempre calzante Peter Lorre. Il più grande “tradimento” rispetto al testo è che Bond non è inglese ma agente americano della CIA e di conseguenza l’americano Felix Leiter viene trasformato nell’agente britannico Clarence Leiter. La Bond Girl è sostanzialmente inedita in quanto Valerie Mathies è un incrocio tra Vesper Lynd e René Mathis. Avrebbe dovuto essere il pilota di un’eventuale serie TV ma, in seguito al successo della saga cinematografica, il progetto venne fermato e l’episodio riedito come film e distribuito anche in home video.

Da Casino Royale sono poi stati tratti due film per il cinema, anzitutto il “fuori canone” James Bond 007 – Casino Royale (1967) e il bellissimo Casino Royale (2006) di Martin Campbell. Il primo conta diversi registi (non tutti accreditati) tra cui John Huston (che pensava fosse un film “satirico” e con questo tono interpretò anche il suo personaggio) e Val Guest che ebbe l’incarico di dare una forma coesa ai “capitoli” girati dagli altri. Per questa ragione Guest girò girate le scene iniziali e finali con David Niven come Bond. La natura così divergente è dovuta al fatto che sin dall’inizio il produttore Charles Feldman voleva fare concorrenza alla United Artists utilizzando l’unico romanzo di Fleming ancora non sfruttato cinematograficamente da Albert Broccoli (storico produttore della saga): venne persino contattato Sean Connery, che declinò la proposta di partecipare alla “parodia” del ruolo che l’aveva reso una star. Tra i motivi di questi disordini anche la competizione tra due titani: da una parte Orson Welles (Le Chiffre), sempre ansioso di rubare la scena, e Peter Sellers (Evelyn Tremble) che invece voleva interpretare Bond seriamente. Oltre ai grandi cammei (ad esempio Jean-Paul Belmondo come legionario francese), completano il cast addirittura Ursula Andress (nota per essere stata la prima Bond Girl cinematografica, Honey Ryder, in Agente 007 – Licenza di uccidere) come Vesper Lynd, e Woody Allen come uno dei “cloni” di Jimmy Bond. Se la clitica non apprezzò, il giudizio del botteghino fu più clemente.

La storia è veramente assurda e sono pochi gli elementi che “sopravvivono” del romanzo: James Bond è in pensione da venti anni dopo aver conosciuto l’amore della sua vita, la famosa spia Mata Hari; i capi dei servizi segreti mondiali (compreso il KGB) provano a richiamarlo in servizio, lui si rifiuta, insensatamente M decide di distruggere la sua residenza di campagna e muore nel tentativo, Bond riporta la sua salma in Scozia dove la famiglia di M è stata sostituita da spie nemiche che provano a sedurre Bond. Messosi in salvo, Bond viene promosso a capo dell’MI6, per depistare i nemici ribattezza tutti gli agenti maschi come “James Bond 007” e li addestra a resistere alle offerte delle agenti donne nemiche. La storyline di Le Chiffre è abbastanza “fedele”, ma Vesper Lynd è una spia in pensione diventata milionaria che Bond incarica di contattare l’esperto giocatore di baccarà Evelyn Tremble per battere Le Chiffre. Se non ne avete abbastanza sappiate che di mezzo c’è anche la figlia di Bond, Mata, che si infiltra in una scuola per spie della SMERSH, sotto il Casino c’è una base segreta dove il malvagio Dottor Noah vuole usare un’arma biologica per rendere attraenti tutte le donne e uccidere gli uomini più alti di un metro e mezzo per diventare lui l’uomo più alto del mondo (e quindi più desiderabile dalle donne, nella sua visione), c’è che il Dottor Noah è in realtà Jimmy Bond (nipote smidollato di James), un’esplosione atomica uccide tutti che si ritrovano in Paradiso, tranne Jimmy che viene spedito all’Inferno. Domande?

L’altro film è invece il primo con Daniel Craig nei panni dell’iconica spia (il sesto “volto” per l’esattezza). Se le precedenti pellicole in qualche modo continuavano la storia di un unico personaggio, Casino Royale è stato un vero e proprio reboot presentando una versione giovane di 007, più vulnerabile e inesperto. La regia fu affidata a un veterano della serie, Martin Campbell (che nel 1995 aveva già diretto GoldenEye, un’altra “prima volta” di Bond: quella di Pierce Brosnan), e la sceneggiatura a Paul Haggis (Premio Oscar per Crash – Contatto fisico). Eva Green sembra nata per interpretare Vesper Lynd, Mads Mikkelsen è un perfetto Le Chiffre, M è interpretata da Judi Dench (questa “versione femminile” è l’unica costante ereditata dai film con Brosnan), Jeffrey Wright è Felix (che tornerà anche in Quantum of Solace e No Time to Die), Giancarlo Giannini è Mathis (che nel film muore). Esattamente come nei romanzi non compare l’armiere Q, ma anche Miss Moneypenny (un cammeo nel romanzo) è del tutto assente. In questa storia: Le Chiffre si arricchisce in borsa tramite la vendita allo scoperto di azioni destinate a scendere a seguito degli attentati da lui organizzati; per rientrare dei debiti Le Chiffre organizza una partita di Texas hold’em e non viene sfidato a baccarat; l’epilogo si svolge a Venezia, dove Vesper non si suicida ma trova la morte durante una colluttazione contro Mr. White (il misterioso sicario che aveva ucciso Le Chiffre).

CONCLUSIONI

Poche scene e pochi personaggi, dialoghi incisivi e descrizioni taglienti, atmosfera inquietante e tanta azione. Lo 007 presentato in Casino Royale verrà però affinato nei romanzi successivi, e potrebbe qui deludere chi si avvicina alla lettura intenzionato a ritrovarvi quell’immagine e poi ritrovarsi un personaggio sì elegante e divertente, ma più sporco, misantropo, crudele e anche meno sveglio del previsto.

Finito di leggere: giovedì 2 maggio 2024.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Casino Royale di Ian Fleming, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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