CINEMA#GIORNALISMO di Ivan Scinardo

CINEMA#GIORNALISMO di Ivan Scinardo

CINEMA E GIORNALISMO

Cinema#Giornalismo. Immaginario e narrazione, edito da 40due edizioni in libreria e online, è un lavoro unico, realmente. Mai prima d’ora era stato infatti affrontato e catalogato il rapporto e l’intreccio fra questi due mass media tanto amati quanto vituperati. Finalmente questa lacuna è stata colmata.

L’autore di questo lavoro originale e insieme titanico è Ivan Scinardo, giornalista professionista e direttore della sede siciliana, specializzata nel documentario, della più importante e antica scuola di cinema al mondo, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ed è qui che Scinardo negli ultimi dieci anni ha sviluppato una serie di ricerche sul rapporto fra cinema e giornalismo. L’Ordine di Sicilia, non a caso, ha inserito il “Cinegiornalismo” fra i moduli della formazione obbligatoria degli iscritti.

Cinema#Giornalismo_Libri Senza Gloria
Cinema#Giornalismo_Libri Senza Gloria

Ed è così che arriva a noi Cinema#Giornalismo, frutto di tre instancabili anni di ricerche, raccolta dati, osservazione, visioni di film, incontri con i giornalisti, non supportato da alcuna precedente bibliografia, come detto, perciò diventando un autentico unicum tanto letterario quanto cinematografico.

STORYTELLING

Nella sua prefazione, Pellicole & Rotative, Pierangelo Buttafuoco ci introduce nel rapporto che da sempre intercorre fra i due media, sin da quel Quarto Potere che è uno dei migliori film di tutti i tempi: con il suo doppio binario che corre sul filo invisibile fra vero e verosimile, il cinema diventa uno strumento privilegiato per raccontare lo zeitgeist del giornalismo mondiale.

Quarto Potere (1941) di Orson Welles

L’introduzione dell’autore vede nella narrazione il principale motore che, da un antropologico bisogno di comunicare, ha accomunato cinema e giornalismo, i quali a un certo punto della loro vita hanno viaggiato insieme. Come cambiava l’uno, cambiava l’altro. E lo hanno fatto declinandosi in vari generi trasversali: dal newspaper movie al cinema investigativo, dal cinema d’inchiesta alla psicoanalisi e così via fino agli scenari futuri delle piattaforme digitali, come Amazon Prime Video e Netflix, sapientemente tirati in ballo nella copertina di Antonio Di Natale. Appassionante e toccante il ricordo dell’autore di quando affrontò gli esami di giornalista professionista ticchettando sulla macchina da scrivere “Lettera 22“, con quel filo di appassionata e appassionante nostalgia che ci farà da filo conduttore lungo tutto il libro.

I FILM

Il volume si apre con l’indice dei film (divisi per decennio) e dei registi e si chiude con l’indice dei nomi (oltre 800 se si contano anche gli attori, sceneggiatori e giornalisti citati), al centro il lungo percorso attraverso il connubio fra i due mezzi di comunicazione. Il risultato è un’opera che scandaglia circa 250 film realizzati sull’argomento in un secolo di storia (dal 1914 al 2020), proponendo per ciascuno di essi accurate schede complete di trama, analisi redatte sia come spettatore critico che da professionista di cinema, citazioni, aneddoti e in alcuni casi anche illustrazioni.

Vacanze romane (1953) di William Wyler

Segnaliamo difatti anche il pregevole lavoro di grafica e impaginazione corredato di microfilm e copie fotostatiche in bianco e nero che riprendono locandine e immagini dei film, rifacendosi all’idea secondo cui lo storytelling del regista può facilmente associarsi a quello del giornalista.

I film sono disposti in rigoroso ordine cronologico da Le avventure di un giornalista (1914) di Aldo Molinari a The French Dispatch (2020) di Wes Anderson (tra l’altro rimandato a causa della pandemia), passando per titoli intramontabili come Vacanze romane (1953) di William Wyler, La dolce vita (1960) di Federico Fellini e altri meno noti, con una notevole rappresentazione dei biopic, del cinema civile e il documentario. Per scelta ovviamente vengono tenute fuori le serie televisive (The Newsroom su tutte), fatta una dovuta eccezione per Ultime dal cielo, il quale riprende il plot narrativo alla base di Avvenne domani (1944) di René Clair.

Accadde una notte (1934) di Frank Capra

Potremmo citarne moltissimi: da L’Affaire Dreyfus (1899) di Georges Méliès, in bianco e nero, la prima pellicola a essere censurata per motivi politici, ai lavori di Frank Capra, regista americano originario di Bisacquino, piccolo comune nella provincia palermitana, al quale forse si deve la maggiore impronta al Cinegiornalismo, basti pensare ai film: Il potere della stampa, Accadde una notte (la prima pellicola a vincere i cinque maggiori premi Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice protagonista) e Arriva John Doe.

CONCLUSIONI

Giustamente più spazio che agli altri è dedicato a Quarto Potere (1941), il capolavoro che ci racconta delle manipolazioni operate dalla stampa, attraverso lo sguardo un manipolatore di prim’ordine (nel senso di veramente grande regista, montatore e sceneggiatore) ossia Orson Welles. Ma non manca davvero nessuno dei capisaldi del genere: Z – L’orgia del potere, Sbatti il mostro in prima pagina, Tutti gli uomini del presidente

Tutti gli uomini del presidente (1976) di Alan J. Pakula

Quello che risalta maggiormente, come anticipato, è lo sviluppo della storia del giornalismo attraverso il racconto cinematografico: lo scandalo di copiare gli articoli altrui in Miss Prima Pagina che oggi è diventata la routine delle redazioni; la triste analogia della “tv del dolore” ne L’asso nella manica (1951) di Billy Wilder con la tragedia di Vermicino nel 1981, e via dicendo.

A costo di ripeterci, lo affermiamo chiaramente: non lo sapevamo ma di questa guida ne sentivamo la mancanza e ora non possiamo più farne a meno.

Finito di leggere: venerdì 15 gennaio 2021.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Cinema#Giornalismo. Immaginario e narrazione di Ivan Scinardo, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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