CRYPTO di Dan Brown

CRYPTO di Dan Brown

PRIMA DI ROBERT LANGDON

Crypto è l’esordio di Dan Brown pubblicato nel 1998, due anni prima del celeberrimo Il codice Da Vinci. Bestseller anch’esso, non fa però parte della fortunata seria di Robert Langdon (che presto avrà una serie televisiva ispirata a Il simbolo perduto, leggi QUI per avere maggiori dettagli). Non è ancora tempo per il professore di Harvard, stavolta la protagonista è la trentottenne Susan Fletcher, una delle più brillanti menti matematiche degli Stati Uniti e unica donna della NSA, nella cui sede è la responsabile della divisione di crittologia.

Ora, il romanzo è del 1998 (pure se in Italia è arrivato con colpevole ritardo nel 2006) ed è uno dei primi a parlarci dell’allora misconosciuta NSA, acronimo di National Security Agency. Ai giorni nostri tutti abbiamo sentito parlare dell’organismo del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti noto come Agenzia (per la Sicurezza Nazionale): se la CIA si occupa della sicurezza all’esterno, e l’FBI della sicurezza interna, la NSA è incaricata della sicurezza nazionale, quindi interno/esterno, quindi raccogliendo informazioni globali ai fini di intelligence oltre che proteggendo le reti di comunicazione degli USA. Dovendo scegliere, ovviamente per Dan Brown la NSA si occupa principalmente dei sistemi di informazione americani, accennando e tralasciando il suo lavoro di monitoraggio ed elaborazione di dati per favorire il controspionaggio estero e nazionale, ma va bene così. Perché il cuore del romanzo è Crypto

Crypto_Libri Senza Gloria
Crypto_Libri Senza Gloria

SUPERCOMPUTER

Sebbene il quartier generale dell’NSA si trovi a Fort Meade nel Maryland, la sede di Crypto è a Washington, la città che diverrà teatro della “caccia al tesoro” del professor Langdon nel già citato Il simbolo perduto. Crypto, a cui si deve il titolo di questa avventura, è il luogo segretissimo dell’Agenzia dove si trova un supercomputer dal nome impronunciabile, TRANSLTR: composto da tre milioni di processori grandi quanto francobolli, si tratta del più sofisticato strumento informatico di spionaggio al mondo, simile a un gigantesco missile che affiora da terra come un iceberg. Il ruolo “orwelliano” della macchina è quello di controllare la mail di chiunque, in patria e all’estero, per garantire la sicurezza nazionale.

Un lavoro strategico di disinformazione tiene TRANSLTR al sicuro dal controllo politico e dall’opinione pubblica, permettendogli di operare in semiclandestinità e di violare la privacy di ciascuno di noi. Questione caldissima oggi più che allora, nella quale il favore di Dan Brown si colloca frettolosamente dalla parte del governo americano, come volendo ignorare i diritti dei cittadini. Oggi forse non sarebbe stato così. Con il senno di poi viene da pensare che attraverso le storture della AI che minaccia il mondo dalla Spagna nel suo ultimo romanzo, Origin (leggi QUI la recensione), Dan Brown volesse fare mea culpa ritrattando la sua precedente posizione (e, come vedrete, nemmeno la Spagna è una coincidenza).

Origin di Dan Brown
Origin di Dan Brown

SNOWDEN

A ogni modo, anche Crypto ha il suo Edward Snowden anzitempo. Qualcuno che lavora al suo interno e che non riesce ad accettare la sistematica violazione dei segreti delle persone comuni in nome di un bene superiore. Si chiama Ensei Tankado ed è un genio informatico giapponese, nato handicappato dalla nascita (ha tre dita per mano, rachitiche e rattrappite) per colpa degli effetti perduranti del disastro atomico di Hiroshima. Ensei vuole che i segreti rimangano tali, e dopo avere lasciato la NSA lancia “Fortezza Digitale“, un programma informatico in grado di ingannare il decifra-codici di TRANSLTR come mai nessuno aveva fatto finora.

Se il “principio di Bergofsky” stabilisce che non esistono chiavi indecifrabili (la logica che sta alla base del “metodo forza bruta” di TRANSLTR), Fortezza Digitale si basa invece sul concetto di “cassaforte di Biggleman“: il suo algoritmo è protetto dalla formula di criptazione (il codice di chiaro ricorsivo) su cui si basa l’algoritmo stesso (come se le istruzioni per aprire una cassaforte fossero chiuse all’interno della cassaforte stessa).

Da una parte Ensei serba rancore verso gli USA per aver sganciato la bomba atomica pur avendo già vinto la Seconda Guerra Mondiale, dall’altra vuole distruggere il “Grande Fratelloche spia la posta elettronica della popolazione. Sicuramente persegue un nobile scopo, ma per riuscirci permetterebbe agli utenti della rete di scaricare gratuitamente il suo programma, e così non solo rivelando l’esistenza di Crypto ma anche il modo per boicottarlo. In questo modo esporrebbe l’America e il mondo intero alla grande minaccia rappresentata da terroristi e trafficanti, potenze straniere e criminali d’ogni sorta.

Snowden (2016) di Oliver Stone

TECHNO-THRILLER

Il romanzo si apre con la morte a Siviglia di Ensei Tankado (infarto? omicidio?), subito dopo che questi ha inizializzato la sua procedura di rivoluzione digitale.

Susan Fletcher aveva intenzione di recarsi in vacanza a Stone Manor con il fidanzato David Becker, il più giovane professore di ruolo della Georgetown University e conosciuto quando era stato chiamato come consulente linguistico nel progetto Crypto. Ma i loro piani vengono stravolti dall’improvvisa emergenza.

Il comandante Trevor Strathmore, vicedirettore operativo del progetto Crypto, convoca Susan nel suo ufficio. Strathmore è un “padre putativo” per lei, e conoscendo bene le storie di Dan Brown (anche qui con il senno di poi) è istintivo inserirlo nel novero dei sospettati. Il comandante ha già mandato David in Spagna per recuperare la pass-key di Ensei per aprire il suo software segreto e salvare TRANSLTR. La missione della capo crittologa Susan è quello invece di ritracciare il misterioso socio di Ensei, nome in codice Noth Dakota, che dispone della seconda parte della pass-key. Manco a dirlo, le cose sono più complicate di quanto immaginino.

Tom Hanks è Robert Langdon in Angeli e demoni (2009) di Ron Howard

In parallelo alla trama principale, a un certo punto si inseriscono anche le vicende di Midge Milken, analista della sicurezza interna dell’NSA, e del collega d’ufficio Chad Brinkerhoff, assistente personale del direttore dell’NSA, oltre che di un misterioso affarista che trama a Tokyo nel grattacielo della Numatech Corporation.

RICORSIVO

Il cattivo della storia ha imbastito un piano machiavellico dove ogni cosa appare per quella che non è, come si conviene alle migliori storie di spionaggio. D’altra parte Dan Brown cita direttamente la frase delle Satire di Giovenale che ha fatto la fortuna di Watchmen: “quis custodet ipsos custodes?” ovvero “chi sorveglierà i sorveglianti?

Come il codice ricorsivo di Ensei, nella inconfondibile cifra stilistica di Dan Brown possiamo scorgere quella tecnica e quei must che lo scrittore affinerà nelle prove successive. Ecco qualche esempio. Il serial killer che elimina ogni persona incontrata da David durante la sua “caccia al tesoro“, ovvero chiunque senta parlare dell’anello di Ensei Tankado (dove è nascosta la pass-key), è una lontana eco del ben più terribile e iconico Silas. Dan Brown non riesce a rinunciare agli stereotipi europei, e così se c’è un italiano a Siviglia, allora è un italiano sulla Vespa. Nemmeno la Spagna può contare su un ritratto particolarmente fedele al vero. Soprattutto, già si vede la mano di Brown a incasellare eventi mozzafiato e colpi di scena unici portando la suspense alle stelle.

La serie TV di Watchmen

Proprio il segmento spagnolo di David, per quanto sia quello più dinamico, tende a stancare per i continui rimandi nella sua testa alla vacanza che avrebbe dovuto trascorrere con Susan; invece la parte di Susan, tutta ambientata “al chiuso” di Crypto, claustrofobica alla Panic Room e hitchcockiana alla massima potenza, contiene le sequenze più brillanti e mozzafiato.

STILE

Come succede a tutte le storie che parlano di tecnologia, l’oggetto del racconto invecchia velocemente, tanto cambiano i tempi che viviamo. Basti pensare all’hacker che torna in ufficio con la “scusa” di controllare la propria mail al computer.

Non aiuta poi il fatto che l’edizione Mondadori presenti numerosi errori di stampa e lessicali.

Panic Room (2002) di David Fincher

Alla fine dei conti il ritmo è così travolgente che risulta impossibile interrompere la lettura. Si può criticare il fatto che l’autore dipinga in maniera troppo manichea i personaggi positivi e quelli negativi, ma questo è un deficit di gran parte delle opere di questo genere. Forse però è grazie a questi personaggi tagliati con l’accetta che ci sentiamo maggiormente coinvolti nella ricerca della verità dietro un enigma che nasce nella realtà politica-economica (e che arriva ai limiti della fantascienza) fra codici e simboli, un tantino di tecnicismi e una buona dose di romanticismo. Miscela anche questa classica del genere, che dimostra come sin da subito Dan Brown abbia inseguito la via maestra di Tom Clancy nel voler parlare a tutti a ogni costo: sia al lettore occasionale sia all’esperto informatico.

Finito di leggere: sabato 3 luglio 2021.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Crypto di Dan Brown,e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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