I PREDATORI di Clive Cussler & Jack Du Brul
OREGON FILES
Inaugurato nel 2003 con L’oro dei Lama, gli Oregon Files sono un ciclo di romanzi avventurosi composti in totale da quindici libri (gli ultimi tre sono ancora inediti da noi), annoverabili a quelli scritti da Clive Cussler in collaborazione con altri autori. I primi due sono firmati a quattro mani con l’autore di techno-thriller Craig Dirgo. I predatori (2005) è il terzo della serie, scritto per la prima volta insieme allo scrittore d’avventura Jack Du Brul, autore che da questo momento in poi firmerà insieme a Cussler altri sei volumi della serie prima di lasciare il posto a Boyd Morrison, tanto che può essere inteso come una sorta di “reboot” o di “nuovo” numero uno.
L’Oregon è una nave, o meglio è la miglior piattaforma operativa per attività di spionaggio mai concepita: fuori si presenta come un dimesso mercantile buono per la demolizione, ma al suo interno nasconde un concentrato di sistemi avveneristi e di tecnologia futuristica. Dato che parliamo di superspie, la nave ospita persino un Magic Shop per i travestimenti e i trucchi curato da un ex Premio Oscar di Hollywood. L’Oregon è la segretissima base mobile della Corporation, una società di servizi di protezione privata nata alla fine della Guerra Fredda per rispondere ai tanti conflitti globali sorti con l’alterazione della polarità politica globale. Proprio per potersi sottrarre ai controlli e alla legge di qualsiasi giurisdizione, la compagnia ha scelto una nave come sede operativa e legale.

PIRATI MODERNI
La Corporation è composta da mercenari, un tempo soldati filoamericani, oggi specialisti di operazioni militari clandestine con una particolare avversione per il mondo terrorista. Ciascuno dei suoi membri eccelle in un diverso campo d’azione: c’è il truccatore di Hollywood, c’è l’esperto di armi, e c’è Linda Ross, la nuova vicedirettrice dell’Oregon che ha preso il posto di Richard “Dick” Turitt, l’ex socio del capitano Cabrillo il quale ha deciso di ritirarsi dopo gli eventi del precedente libro, La pietra sacra (2004), come a voler riconfermare l’intenzione di un riavvio della saga.
Juan Cabrillo è il presidente e capitano della nave, vero protagonista degli Oregon Files. Juan è un novello Gambadilegno poiché dal ginocchio in giù ha una protesi artificiale in acciaio e fibre di carbonio (ma al suo interno nasconde una pistola ultraleggera e superletale), che in questa nuova avventura indaga sulla misteriosa sparizione di alcuni mercantili (con tanto di carico ed equipaggio) nel mar giapponese. Investigando insieme alla sua squadra, Juan scopre il piano criminale di un’unica mente che è diventata leader di tutti i pirati. Questi rubano letteralmente le navi includendole dentro giganteschi bacini di galleggiamento, quindi le scortano sino a un mefistofelico cantiere di demolizione per non lasciarne traccia; le poche imbarcazioni che rimangono in mare diventano bandiere di copertura per società di comodo controllate da questo impero criminale, oppure vengono impiegate per fornire manodopera cinese (ovvero immigrati ingannati che avevano sborsato una fortuna credendo di venire sbarcati negli USA) in una penisola russa dove estrarre l’oro dalle miniere. Nel corso della rischiosissima operazione ovviamente Juan Cabrillo troverà sulla sua strada troverà una formidabile alleata: non un beduino palestinese brutto come la fame, figuriamoci, ma una negoziatrice di Lloyd’s bellissima e formidabile neanche fosse Angelina Jolie.

CORPORATION
Gli eroici mercenari della Corporation sono supereroi moderni con fisici da atleti olimpici, dotati delle migliori attrezzature, sangue freddo, tutti belli e con la battuta di spirito sempre a portata di mano come un calice di Champagne. Sono tutti milionari perché partecipano agli utili della compagnia, credono in un ideale superiore e per farlo rispettare viaggiano per il mondo come 007. Vivono sulla Oregon come una famiglia multietnica (leggasi “politicamente corretta”) in stile Fast & Furious. Vestono tute da combattimento nere e sono tracciabili grazie a trasmettitori satellitari sottocutanei, insomma sono una specie di A-Team meno simpatica e scalcagnata, ma meglio equipaggiata. In battaglia tutt’al più si beccano una ferita di striscio, mentre sono in grado di spazzare via decine di avversari con una sola mossa come insegna Ethan Hunt in Mission: Impossible.

CONCLUSIONI
I predatori è un fumettone di 400 pagine con la tipica sovrabbondanza di dettagli tecnici non solo di stampo militare ma anche navale (sottomarini, portacontainer, ecc.) classica del genere. Le scene d’azione sono a volte confusionarie, ma ogni tanto fanno saltare sulla poltrona. Ben orchestrata la scena al cardiopalma quando i guerrieri della Corporation si travestono da russi per far evadere un banchiere scortato da guardie armate, salvo venire trucidati da un commando fedele ad Arafat, salvo ancora scoprire che questi ultimi erano altri compagni travestiti per rendere più credibile la “doppia copertura” e che nessuno in realtà si è fatto male.

Il ritmo è avvincente, la suspense mai credibile fino in fondo tanto è lineare il piano dei malvagi e tanto è scontata la caratterizzazione dei personaggi. Questo per colpa di una divisione manichea tra i belli, buoni e in gamba della Corporation e i brutti, cattivi e goffi del cartello di villain: i primi sono americani e le loro stragi in nome della libertà sono sempre giustificate, i secondi sono mediorientali o russi in genere e i loro massacri vanno sempre evitati in nome della democrazia a stelle e strisce.
Finito di leggere: mercoledì 30 dicembre 2020.
Nel salutarvi, vi invito a leggere I predatori di Clive Cussler & Jack Du Brul, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.