IL CACCIATORE DI COMETE di Paolo Ferri
STELLA COMETA
Cometa, un corpo celeste che vaga nello spazio profondo. Nell’immaginazione dell’uomo è presagio di sventura o spirito guida. Del tutto irraggiungibile. Almeno fino all’anno 2014, quando i cacciatori di comete dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno raggiunto il nucleo di una cometa con la sonda Rosetta. Il touchdown è avvenuto dopo un viaggio durato 10 anni e 7 miliardi di chilometri nello spazio profondo.
Questa epopea viene raccontata dal capo dei cacciatori, Paolo Ferri, che ha diretto il team di controllo della missione per più di vent’anni. Fisico teorico, Ferri ha lavorato nel campo delle operazioni spaziali delle missioni scientifiche dell’ESA fino a diventare responsabile delle operazioni di tutte le missioni spaziali robotiche. Insieme al suo team ha ricevuto premi e riconoscimenti internazionali per il successo della missione Rosetta ed è stato il primo italiano a essere incluso nella Hall of Fame della Federazione Internazionale di Astronautica. Ha pubblicato articoli su riviste tecnico-scientifiche e ha collaborato a due testi didattici di tecnologia spaziale; Il cacciatore di comete è il suo primo libro di divulgazione per un pubblico non specialistico, un caso unico nel panorama editoriale italiano, dove è stato portato nel 2020 da Edizioni Laterza.

Il “diario di bordo” di Paolo Ferri ci racconta passo passo questa impresa, alla quale ha dedicato una parte importante della propria vita, come fossimo in un film.
MASTER OF THE SPACE
Paolo Ferri è ancora sotto la soglia dei 40. Si inizia con il “fallimento” del nostro “eroe protagonista” (quello del lancio di quattro satelliti Cluster). Tutto sembra perduto fin quando il “saggio mentore” (qui incarnato da varie figure, ma in questo specifico momento dal direttore di volo Alan Smith) dà un’altra occasione al team, soprattutto sposta Ferri sulla missione Rosetta. Se decidesse di accettarla, e se andasse a buon fine, non avrebbe eguali nella storia della conquista dello spazio. Superata la “prima soglia”, inizia il viaggio verso il “mondo straordinario”: un’occasione per la fenice di rinascere dalle proprie ceneri. Come in tutte i “disaster movie” che si rispettino il passaggio obbligato è quello della formazione della squadra (ovvero il team di controllo della missione): si passa così alla selezione di ingegneri ed esperti di varia estrazione e di diversa nazionalità, ciascuno ha le rispettive peculiarità e soprattutto è il “numero uno” nel proprio campo (qui addirittura il modello potrebbe essere l’heist movie canonizzato da Ocean’s 11). La formazione del team si dipana attraverso i vari incontri/scontri con i capi-commessa dell’industria aerospaziale, risolto dai vari “compromessi” cui si va incontro per la costruzione della sonda: del resto anche lei, con tanto di nome (è Rosetta!), fa parte del team!
Quando tutto sembra pronto, a un mese dal lancio, qualcosa d’imprevisto accade: ce lo immaginiamo trasposto in un montaggio alternato tra l’attentato alle Torri Gemelle (di cui gli scienziati ricevono notizia, quasi distrattamente, mentre sono presi dal lavoro) e la distruzione durante il lancio della sonda Ariane 5 (che invece li tocca da più vicino). Infatti l’ESA decide di rimandare il lancio di Rosetta e il team perde l’unica occasione che aveva di incrociare nello spazio la cometa Wirtanen, per la quale si stavano preparando da tempo. Tutto sembra perduto, di nuovo. Ma è solo la “prima prova”. L’ESA presenta agli Stati Membri un nuovo obiettivo (dal nome senz’altro più complesso): la cometa Churyumov-Gerasimenko. E lo scoramento si trasforma in nuovo entusiasmo. Arrivano due momenti lirici: uno, l’ESA manda al team una replica di Rosetta così da poter fare alcuni test e poterla ammirare dal vivo; due, l’ESA sceglie il nome del modulo di atterraggio ossia Philae (dal nome del luogo in Egitto dove fu trovato un obelisco che contribuì alla decifrazione dei geroglifici, assieme alla più famosa stele di Rosetta). Finalmente si parte!

Nella lunga distanza che viene percorsa non sono pochi i corpi celesti incontrati né le difficoltà della navigazione. Le grandi tappe dell’evento spaziale (l’eclissi di Marte, la tempesta solare, l’attraversamento del fascio di asteroidi) si susseguono e alternano perfettamente alle vicende dell’équipe terrestre: la visita del premier tedesco, l’allarmismo della stampa quando Rosetta viene scambiata per un asteroide in rotta di collisione con il nostro pianeta, promozioni di carriera e cambiamenti generazionali del team.
Dopo due anni in cui la squadra accompagna e osserva Rosetta da ogni prospettiva, si giunge alla discesa di Philae che si deposita infine sulla cometa: un momento che riecheggia la stessa epicità dell’allunaggio del 1969. Questo è il punto più alto dell’inseguimento che ha permesso (nella realtà) di studiare la scia della cometa, le sue code di gas e polveri e il suo cuore di ghiaccio. Segue lo spettacolare gran finale con la “missione suicida” di Rosetta. Il comando di “ping” finale che l’eroe protagonista manda per congedarsi da Rosetta fa correre un brivido lungo la schiena come il discorso di Bruce Willis alla figlia nel finale di Armageddon. L’ultima volta che la moglie dell’autore aveva assistito alle operazioni oltre al vetro della briefing room è stato all’inizio della storia, durante il fallimento dei satelliti Cluster, e dopo vent’anni eccola lì, tornata nuovamente nell’edificio, stavolta per assistere all’incredibile successo: il cerchio si chiude, e la commozione che l’autore cerca di ricacciare dentro, pervade noi testimoni esterni. Epilogo: spenta la sonda, se ne va per sempre anche Klim Churyumov, l’astronomo ucraino che negli anni Sessanta aveva scoperto insieme a Svetlana Gerasimenko la cometa. Adesso è veramente finita.

GLI UOMINI E LE DONNE DI ROSETTA
Non abbiamo provato a immaginare questo copione per il gusto di spoilerare un ”libro a tema” che, come avrete capito, è emozionante anche per i profani in materia. Ma semplicemente per agevolare la decisone di chi, se stesse ancora dubitando, ha per le mani il nuovo Space Cowboys.
Tra cronaca e biografia, il libro risulta immersivo come Gravity seppur profondo come Solaris, filosofico come 2001: Odissea nello spazio anche se intrattiene come Apollo 13, “vero” come First Man e (perché no?) “angosciante” come Alien. Abbiamo un eroe protagonista determinato come Oppenheimer e poi c’è un gruppo di perfetti estranei che inizia a collaborare come una vera “famiglia”, concetto molto caro alla banda di Fast & Furious che (per chi se lo fosse perso) nel nono capitolo della saga, a bordo di una super-auto tamarro-taroccata, è volata persino nello spazio (dopo di quello veramente non sapevano più che inventarsi). Tornando a noi, la lettura del libro di Paolo Ferri risulta stupefacente quanto il suo contenuto.

CONCLUSIONI
Il “backstage“, romanzato, di questa missione lunga due decadi ci fa entrare in luoghi altrimenti inaccessibili per spiegarci come è stato cambiato per sempre il corso delle missioni interplanetarie. Nelle ultime pagine viene riportato un utile glossario di astronautica/astronomia, ma in realtà il gergo e le sigle più complesse sono già spiegate benissimo nel corso del testo. Come detto, i dettagli tecnici non distraggono mai dal quadro generale, pertanto chi è a digiuno di termini scientifici o di logiche manageriali non si sentirà spaesato, semmai meravigliato come quando rimaniamo ad ammirare la volta stellata sopra le nostre teste. Perché le persone (con i loro dubbi e speranze) appassionano sempre più delle sonde.
Se vogliamo, Il cacciatore di comete può essere scomposto in tre parti. La prima è quella che descrive le sfide tecnologiche e scientifiche della missione Rosetta. La seconda risiede negli Intermezzi storici numerati, e a cura di Amedeo Feniello, che intervallano ogni capitolo ripercorrendo la millenaria storia delle comete e, tra miti e leggende, il rapporto tra le comete e l’umanità: dai caldei (i primi a osservarle) ai cinesi, dalle osservazioni di Aristotele che influenzarono civiltà occidentali e religioni a venire (che neanche Seneca riuscì a scardinare) al modello di Tolomeo, da Giotto che immortalò la cometa di Halley alle meraviglie dell’alchimista Tycho Brahe, dal dissenso di Galileo Galilei fino agli studi gravitazionali di Isaac Newton, dalla scoperta di Edmond Halley agli allarmismi di Flammarion. La terza parte è quella che fa da collante e che si può leggere tra le righe: l’affascinante fenomeno umano che si nasconde dietro alle ossessioni e ai simboli della potenza oltreumana.

Il bello di raggiungere una vetta è che, una volta arrivati a destinazione, ci si accorge che quella era solo una tappa verso la prossima meta.
Finito di leggere: domenica 28 gennaio 2024.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Il cacciatore di comete di Paolo Ferri, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.