IL FIUME MORTALE di Anne Perry
LA SCRITTRICE IN GIALLO
Anne Perry è una delle più celebri autrici britanniche di romanzi polizieschi storici. Anne Perry non esiste, il suo è lo pseudonimo di Juliet Marion Hulme (Londra, 1938), figlia del famoso fisico il professor Henry Hulme, e la cui vita sarebbe il soggetto perfetto di uno degli stessi gialli da lei scritti. Dopo che le era stata diagnosticata la tubercolosi in adolescenza, la ragazza venne mandata in Nuova Zelanda per curarla, qui divenne amica intima di Pauline Parker: si sospettava che le due avessero una relazione, e quando venne uccisa la madre di Pauline che si opponeva al loro legame, le due sedicenni vennero accusate dell’omicidio e condannate a cinque anni di detenzione. La loro storia ha ispirato alcuni film, fra i quali Creature del cielo (1994) di Peter Jackson. Scontata la pena, per rispettare il divieto assoluto di incontrare Pauline, Juliet tornò in Inghilterra per poi trasferirsi negli Stati Uniti e infine in Scozia, nel paese di Portmahomack, dove vive tuttora con la madre.
Nel 1979 esordì con Il boia di Carter Street, primo romanzo della fortunata serie su Thomas Pitt (dalla cui costola è nata anche la serie di Daniel Pitt). L’altro personaggio cui deve la sua fortuna è quello di William Monk, di cui Il fiume mortale (2006) è il quindicesimo romanzo (su ventiquattro ad oggi). Precisiamo subito, questo ispettore Monk, che si muove nella Londra vittoriana, non ha nulla a che vedere con quell’omonimo detective della polizia di San Francisco protagonista della famosa serie TV.

DUE SPOSE PER DUE FRATELLI
In questa storia l’ex detective privato Monk, che non si è del tutto ripreso dal passato incidente in cui aveva perso la memoria, è stato da poco promosso a ispettore della alla polizia fluviale. Non è facile farsi rispettare dagli agenti, e soprattutto mantenere la propria posizione agli occhi dei superiori. Intento a pattugliare le rive del Tamigi sulla barca degli agenti, vede una coppia cadere dal ponte di Waterloo: omicidio o suicidio? La dinamica di tale scena, che innesca tutta la vicenda, ha dell’inverosimile, cosa non da poco conto quando si parla di crime fiction. Ma la prospettiva soggettiva di Monk deve bastare a farci immedesimare e a destare i nostri sospetti.
I nomi delle due giovani vittime sono Mary Havilland e Toby Argyll. Il padre della ragazza, James, era un ingegnere morto da poco anch’egli (pare) per suicidio: negli ultimi tempi l’uomo era ossessionato dai lavori della costruzione della nuova rete fognaria, voluta dopo il Grande Fetore del 1858 che aveva portato a contagi di tifo e colera. James sosteneva che nel cantiere non venissero rispettate le norme di sicurezza e che il lavoro procedesse troppo velocemente a causa dei nuovi macchinari impiegati negli schiavi: macchinari non sicuri e che potrebbero causare l’accidentale morte di molti operai.

Si scopre che i due giovani dovevano sposarsi prima che Mary troncasse la relazione, e che sua sorella Jenny è la moglie di Alan, fratello di Toby: Alan Argyll è anche il responsabile dei lavori sotterranei che avrebbero dovuto causare tali fantomatici incidenti preannunciati da James Havilland. Diventato un problema per l’impresa, Alan aveva licenziato James: questo movente basta per il suicidio? Sua figlia Mary era convinta che fosse stato assassinato, si era messa a indagare e ha fatto anche lei la stessa fine, sepolta in un terreno sconsacrato.
Ad avere certificato il suicido dell’ingegnere responsabile era stato una vecchia ruggine di Monk, un poliziotto svogliato e ambizioso che in passato gli ha anche soffiato la promozione, e con il quale si trova costretto a collaborare. Monk perlustra i cantieri facendo la conoscenza dei manovali, interroga i vagabondi del mondo sotterraneo, e allo stesso tempo il suo ruolo nella polizia fluviale gli impone di indagare su un giro di furti nei bassifondi.

CONCLUSIONI
Monk è sposato con Hester Latterley, ex infermiera e ora dirigente di un ricovero per donne umili, persona molto schietta, con il quale si confronta apertamente sui casi in corso. I capitoli alternano i punti di vista dei due personaggi: la passione sindacalista di Hester la spingerà difatti a indagare parallelamente sulla mortalità dei cantieri, su come i manovali non denuncino i pericoli per paura di perdere il lavoro e di non poter più sfamare la propria famiglia, aprendo la trama mystery a una prospettiva laburista. Quella di Hester è la principale fra altre figure femminili di spessore dipinte da Anne Perry.
La lettura è scorrevole, nonostante la complessità della trama. Purtroppo, come succede spesso nelle serie, il finale non dà tutte le risposte…
Finito di leggere: mercoledì 1 dicembre 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Il fiume mortale di Anne Perry, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.