IL MESTIERE DELLO SCRITTORE di Haruki Murakami

IL MESTIERE DELLO SCRITTORE di Haruki Murakami

MURAKAMI DOCET

Il mestiere dello scrittore (Einaudi, 2017) raccoglie “chiacchiere di bottega”: l’amatissimo Haruki Murakami (leggi QUI la recensione di Dance Dance Dance, QUI di Kafka sulla spiaggia, QUI de L’assassinio del commendatore. Libro primo e QUI de L’assassinio del commendatore. Libro secondo) apre ai lettori, con straordinaria intimità, il suo laboratorio creativo.

Si parte da come si impara a scrivere. L’argomento “romanzo” è talmente complesso che preferisce parlare del romanziere. Gente strana, egoista, che però non ha la tendenza a escludere i nuovi arrivati nel proprio campo professionale. Nota interessante: “scrivere un romanzo è un lavoro poco efficace” perché “consiste nel ripetere una serie di esempi“, ovvero “una serie illimitata di parafrasi“. Fare lo scrittore professionista non ha alcuna relazione con il “talento”: c’è chi ha un successo folgorante e poi sparisce, chi invece scrive con costanza per moltissimi anni. Quest’ultimo è il caso di Murakami.

COME SI IMPARA A SCRIVERE

Murakami è stato insignito di molti premi, tra cui il Franz Kafka Prize e il Jerusalem Prize. Eppure sostiene di non essere mai stato interessato ai premi, o alla legittimazione che da essi deriva, come al contrario ne sono attratti tantissimi altri autori. Non è poi un premio annuale, ci sentiamo di sottoscrivere, a decretare la qualità o meno di un’opera, le quali spesso finiscono nel dimenticatoio dopo due anni o tre.

Il mestiere dello scrittore_Libri Senza Gloria
Il mestiere dello scrittore_Libri Senza Gloria

L’originalità di un’opera (un libro, una canzone, ecc.) probabilmente sbiadisce con il tempo, ma se vale veramente, se è sostenuta dalla fortuna, viene promossa al rango di “classica” (pensate alla Sagra della primavera di Stravinskij). Secondo Murakami l’originalità deve soddisfare dei criteri di base: distinguersi da tutti gli altri e possedere uno stile proprio, saper migliorare il proprio stile, questo stile individuale col passare del tempo deve assumere la valenza di “classico”.

Per Murakami la miglior preparazione è leggere, qualsiasi cosa, di qualsiasi autore. Per scrivere ci vuole invece ritmo, che significa costanza. Per riuscirci, in base alla sua esperienza, consiglia di acquisire un’energia fisica di base, soprattutto quando l’età avanza e ce n’è più bisogno: infatti i limiti tra lo spirito, l’intelletto e il corpo non sono tracciati da una linea netta. Questo aiuta a consolidare la propria forza di volontà, soprattutto per gli artisti che non sono dotati di genio. Mens sana in corpore sano, insomma. Perciò Murakami corre abitualmente un’ora al giorno (ha anche scritto un saggio sull’argomento: L’arte di correre).

Haruki Murakami

Non si tiene qualche frecciatina verso il sistema scolastico giapponese e sugli effetti perversi sulla società adulta. Osserva le persone per ideare i personaggi e poi li costruisce mettendo dentro se stesso. Perché il lettore ideale per cui scrive, è anzitutto se stesso.

CONCLUSIONI

Il parere molto personale di Murakami non veicola soltanto i segreti della sua scrittura ma anche confidenze, dettagli biografici e ammissione di passi falsi: esempi diretti della sua esperienza, condivisi con umiltà, e che però assumono valore universale (forse con un po’ di sfacciataggine). Ammettiamo che il titolo può trarre in inganno, ma del resto mica si poteva pretendere una ricetta per diventare scrittori di successo… perciò potrebbe deludere il lettore che cercava “altro”. Murakami ha lavorato duramente per riuscire nell’impresa e per superare le frontiere giapponesi, operando rinunce importanti e coraggiosissime, ma al contempo si è sempre tenuto lontano (per quanto possibile) dai riflettori.

Al netto delle sue particolarissime trame, ne Il mestiere dello scrittore ritorna lo stile semplice (a tratti lento) dei suoi romanzi: in un saggio del genere, soprattutto così pieno di umanità, la linearità diventa sicuramente un punto a favore, sebbene a volte si abbia come l’impressione di trovarsi di fronte a un collage di testi scritti in periodi diversi.

Norwegian Wood (2010) di Tran Anh Hung

Abbiamo a che fare con una visione soggettiva, puntellata di aneddoti autobiografici, sul lavoro del romanziere, e sul fatto che la formula cambia per ciascuna di noi: conclusione alla quale, in realtà, ogni scrittore arriva autonomamente. Non è poi detto che la sua visione debba essere condivisa da tutti. Con lui, semplicemente, ha funzionato!

Finito di leggere: lunedì 6 febbraio 2023.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Il mestiere dello scrittore di Haruki Murakami, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *