IL PITTORE DI ANIME di Ildefonso Falcones

IL PITTORE DI ANIME di Ildefonso Falcones

LA STORIA DEGLI ULTIMI

Il pittore di anime (Longanesi, 2019) segna il ritorno di Ildefonso Falcones, un autore da oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Di lui abbiamo già recensito: il suo sensazionale esordio La cattedrale del mare (2006) che in Italia ha vinto il Premio Boccaccio Sezione Internazionale e da cui è tratta la fortunata serie TV su Netflix (leggi QUI la recensione), il suo sequel Gli eredi della terra (2016 – leggi QUI la recensione), il bestseller La mano di Fatima (2009) sullo sterminio dei moriscos per mano dei cristiani nel Sud della Spagna del XVI secolo (leggi QUI la recensione). Ancora, ci sarebbe La regina scalza (2013) ambientato a metà Settecento tra Madrid e Siviglia, tra l’oppressione dei gitani e il fiorire della vita teatrale. Tutti editi da Longanesi. Insomma, un maestro della narrazione storica raccontata con gli occhi degli umili e dalla parte degli oppressi.

Stavolta il focus si sposta nella Barcellona di inizio Novecento. Nel 1901 la città attraversa un momento di estrema tensione sociale: la miseria delle classi più umili si scontra con il lusso dei grandi viali, nei quali originalissimi edifici appena sorti o in costruzione annunciano l’arrivo di una nuova e rivoluzionaria stagione artistica, il Modernismo. Una città in lotta contro miseria e potere, capace di ribellarsi al grigio potere della tradizione.

L’innegabile maestria di Ildefonso Falcones nel tessere personaggi vividi e avventure straordinarie sullo sfondo della Storia di cui è appassionato e attento studioso, tratteggia ne Il pittore di anime un’epoca convulsa nel quale l’amore, la passione per l’arte, le rivolte sociali e le vendette personali si fondono in un intreccio emozionante. Dispiace leggere però quando nell’esergo Falcones confessa di aver terminato il libro afflitto dai dolori di un cancro.

Il pittore di anime_Libri Senza Gloria
Il pittore di anime_Libri Senza Gloria

PRIMA PARTE

Figlio di un anarchico giustiziato dalle autorità, il protagonista è Dalmau Sala, un giovane pittore e ceramista alla ricerca di se stesso e del proprio destino. Montserrat, la sorella di Dalmau, partecipa attivamente alla lotta operaia, viene arrestata dopo aver aggredito un militare e in cella subisce violenza. Il suo fervore da libertaria richiama alla nostra mente di lettore La suora anarchica di Antonio Rabinad pubblicato da Edizioni Spartaco (leggi QUI la recensione).

Dalmau intercede presso il suo ricco mentore, il borghese don Manuel Bello, presso la cui fabbrica di ceramiche egli lavora, per farla tornare in libertà; don Manuel accetta a patto che la donna si converta. Montserrat non vuole sentirne parlare, allora Emma Tàises, la donna che Dalmau ama (è anche la migliore amica di Montserrat, entrambe figlie di due grandi amici che furono barbaramente giustiziati insieme) si finge lei e ogni giorno si reca al convento delle suore per ricevere il catechismo. L’ostinata Montserrat muore trucidata durante uno sciopero generale. Secondo alcuni distratta da una discussione avuta con Emma la quale, lacerata dal senso di colpa, nei giorni successivi abbandona la religione e rompe il fidanzamento con Dalmau.

Questi, sempre più solo, allontanato anche dalla sua famiglia, trova una via tra il Modernismo dei bohèmien e la vecchia scuola: grazie alla forza della sua disperazione, prende a modello i trinxeraires (i piccoli senzatetto di Barcellona) e li dipinge pieni di grazia nello squallore della città. Ottiene dunque notorietà come “pittore di anime“. Ma quegli stessi monelli cui deve il successo (in particolare Maravillas e Delfin) lo derubano dei nudi che aveva dipinto per l’amata Emma e li rivendono in un postribolo. La voce gira, Emma viene licenziata dalla bottega e trova un misero impiego come assistente di un lascivo pollivendolo sdentato. Ma anche lei si fa strada nel cuore della gente, come atea combattente repubblicana in prima fila, ad aizzare la folla con il titolo di “Professoressa“.

Ildefonso Falcones
Ildefonso Falcones

Le loro vite sono così distanti ormai che Emma si unisce al muratore Antonio, un colosso umano dal cuore buono, e da lui aspetta un figlio, mentre Dalmau gioca clandestinamente con Ursula, la figlia del suo mentore, fino al momento in cui lei muore accidentalmente per un’overdose di morfina  trovata nella borsa del pittore distratto. Dalmau cade in disgrazia, diventa un tossico, e nel tentativo di avvicinare Emma la piccola Maravillas innesca accidentalmente l’incidente che provoca la morte di Antonio lasciando Emma vedova, sola a curarsi di una bambina appena nata.

SECONDA PARTE

Emma trova asilo da Josefa, la madre di Dalmau, sempre più incanutita e piegata sulla sua macchina da cucire. Don Manuel si accanisce su di loro per vendicarsi del suo ex allievo, che non si trova. Dalmau si disintossica in un tugurio gestito da don Ricardo, un pezzo grosso della malavita, dove è stato portato dai trinxeraires. Per saldare il debito con don Manuel (che lo aveva sottratto alla leva obbligatoria) e aiutare la madre ed Emma, Dalmau ruba dei reliquiari religiosi proprio in casa di don Manuel. Ci vorrà poco perché questi risalga a lui. Nel frattempo, per tirare avanti, Josefa ha rinnegato l’ateismo del marito ed Emma si prostituisce con un dirigente del partito.

In qualche modo riusciranno tutti a riprendersi. Dalmau frequenta e poi abbandona la giovane Gregoria animata da una incrollabile fede cattolica, quindi presta il suo talento agli anarchici dipingendo tre opere (scandalose) per la Casa del Popolo. Man mano recupera anche il rapporto con Emma, ora madre di Julia, e che per anni sembrava non volerne più sapere di lui.

Viene da chiedersi se mai questi personaggi godranno di un attimo di felicità, e anche se mai verrà ci si chiede se ne è valsa la pena dopo tutti questi tormenti.

CONCLUSIONI

Il pittore di anime è in parte romanzo storico, in parte saggio sull’architettura e l’art nuveau, in definitiva una girandola di emozioni complicata da un aggrovigliarsi di coincidenze al limite della plausibilità volte ad allungare il brodo dell’ennesimo “mattone”. Cambiano le epoche, Barcellona apparentemente cambia ma non fondo rimane sempre la stessa, come la forza d’animo dei suoi migliori abitanti.

Ildefonso Falcones è onnisciente. Può parlarti di qualsiasi argomento (ora della costruzione di cattedrali, ora di arte) ma lo fa più o meno sempre con gli stessi arnesi: il racconto di una vita difficile, un amore tormentato dalle avversità del tempo (e sempre i suoi protagonisti non hanno mai la prima esperienza sessuale con il partner del cuore), intrighi e rivolte che definiscono insieme un ampio e meraviglioso affresco storico, politico e umano.

Finito di leggere: lunedì 10 luglio 2023.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Il pittore di anime di Ildefonso Falcones, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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