King of Halloween: ON WRITING – AUTOBIOGRAFIA DI UN MESTIERE
AUTOBIOGRAFIA
On Writing: Autobiografia di un mestiere (2000) è un saggio di Stephen King che, più di tutte le altre sue opere, interpella il lettore come l’insegnante in un corso di scrittura, rivelandosi fallace e superiore al tempo stesso. Esattamente quello che dovrebbero trasmettere i migliori manuali di scrittura.
La traduzione italiana è di Giovanni Arduino, mentre l’esergo è affidato a due citazioni: Miguel de Cervantes con “L’onestà è la condotta migliore“, Anonimo con “I bugiardi prosperano“.

L’introduzione di Loredana Lipperini accosta il processo di scrittura a quello della magia, citando direttamente il film Now you see me – I maghi del crimine di Louis Leterrier, ovvero entrambe non sono accomunate dall’inganno, ma dal senso di meraviglia.
PREFAZIONI
Vengono riportate in sequenza le tre prefazioni del libro: nella prima King spiega come si sia convinto a scrivere questa autobiografia letteraria, come l’idea gli sia stata suggerita dalla sua compagna di band, perché nessuno chiede mai agli scrittori di genere di parlare del “linguaggio“; nella seconda King si appropria della brevità e “omette parole inutili“; nella terza ammette che “l’editore ha sempre ragione” perché se “scrivere è umano, editare è divino“.
CURRICULUM VITAE
La prima parte del libro è il Curriculum vitae, non una biografia in senso stretto ma un susseguirsi di istantanee di ricordi che emergono dal sempre nebuloso passato: così vengono a galla interessanti collegamenti fra la vita del giovanissimo King e la sua opera futura. Dalle malattie dell’infanzia alle dipendenze da adulto, dal rapporto con la madre e il fratello all’amore con Tabitha e l’ispirazione per Carrie, primo libro e caso letterario in carriera: la biografia stessa, vediamo, diventa nella penna di King un autentico manuale di scrittura.

Se nel brevissimo Che cos’è scrivere la scrittura viene associata alla telepatia che unisce lo scrittore al lettore, ne La cassetta degli attrezzi l’autore passa in rassegna gli strumenti di un narratore (il vocabolario, la grammatica), non lesinando utili esempi (da Lovecraft a Hemingway) e dispensando sacrosanti consigli (eliminare gli avverbi, usare la forma verbale attiva).
SULLO SCRIVERE
La parte più corposa si trova ovviamente nel mezzo, come fosse il secondo atto di una grande storia, e si intitola appunto Sullo scrivere: un bravo scrittore deve essere anzitutto un buon lettore, e a questi King consiglia di disciplinare la propria scrittura e di trovare un luogo dove scrivere, che favorisca la concentrazione e dove chiudere la porta con il mondo.
Ogni libro si compone di: narrazione (un processo guidato dall’ispirazione, come il lavoro di un archeologo che deve riportare in superficie un fossile adattandosi al reperto in questione), descrizione (fatta di pochi dettagli, quasi mai fisici, e di parole evocative, perciò non ci si dovrebbe mai dilungare) e dialogo (che può essere affinato avendo orecchio per le conversazioni). Scrivere di quel che si conosce aiuta, l’importante è che un autore sia sincero e dica sempre la verità, anche se ciò dovesse procurargli le critiche dei detrattori e accuse di volgarità. Interessante il discorso sul simbolismo, o meglio di come sia la stessa trama a muovere un tessuto tematico che attraversa l’intera storia alla stregua di un motivo ricorrente.

Tutti noi scriviamo per un Lettore Ideale che abbiamo nella nostra testa, ma prima che il libro sia pronto necessita di diverse revisioni, periodi di distacco, e attraversare il parere di una cerchia di lettori fidati (procedimento non dissimile a quello dei test screening cinematografici).
In parte King diffida dai manuali di scrittori, ci dice la sua su certi agenti letterari e ci ricorda che non si scrive mai per soldi, mai!
POSTSCRIPTUM
Sul vivere: un postscriptum rievoca il famoso incidente stradale che per poco non lo ha ucciso il 19 giugno 1999, narrato da lui in persona come fosse uno dei suoi racconti horror. Un incidente che per poco non lo ha ucciso proprio mentre scriveva On writing, la cui stesura ha potuto ultimare molto tempo dopo. Particolare coincidenza: l’incidente mortale si è verificato mentre King andava a vedere La figlia del generale dove John Travolta interpreta il cattivo, lo stesso John Travolta che era uno dei protagonisti del film Carrie tratto dal primo romanzo di King. Come se il cerchio stesse per chiudersi, ma poi si è riaperto.

Due sono le appendici conclusive: in E ancora, parte prima: porta chiusa, porta aperta King ci mostra un esempio di revisione sulla prima stesura del suo racconto 1408; mentre in E ancora, parte seconda: letture ci viene consigliata la lettura dei migliori romanzi letti da King nei quattro anni precedenti.
CONCLUSIONI

Diretto e senza fronzoli, questo manuale di scrittura creativa è esilarante, sarà amato dai fan del Re del Terrore ma detestato da chi si aspettava un elenco (inesistente) di regole da seguire, e da chi non comprende “l’esemplarità” di un simile insegnamento.
Stephen King non offre trucchetti per diventare scrittori dell’anno, ma mette a nudo la propria vita privata, ci mette a disposizione la sua esperienza professionale “sul campo” tramandandoci così il principio cardine del lavoro di ogni scrittore: essere sinceri!!!
Finito di leggere: giovedì 30 luglio 2020.
Nel salutarvi, vi invito a leggere On Writing. Autobiografia di un mestiere di Stephen King, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.