King of Halloween: SCHELETRI di Stephen King
Scheletri nell’armadio
Dopo A volte ritornano pubblicato nel 1978 (leggi QUI la recensione), Stephen King ci ha preso gusto. La seconda raccolta di racconti, Stagioni diverse, esce nel 1982 (e nel frattempo pubblica i romanzi capolavoro La zona morta, L’incendiaria, Cujo). Non troppo tempo dopo, nel 1982 dà alle stampe Scheletri, terza raccolta, venuta fuori dopo l’ennesima serie di capolavori: Christine, Pet Sematary, It e gli episodi più belli de La torre nera.
Dopo i venti racconti di A volte ritornano e i quattro di Stagioni diverse, ne mette insieme ben ventidue per l’editore Putnam (prima edizione). Sono seguite diverse ristampe, ma fortunatamente le tre proposte italiane di Sperling & Kupfer contano sempre la traduzione di Tullio Dobner.

Come da tradizione, non tutte le opere sono inedite: molte pubblicate su riviste nel corso di diciassette anni, e altre rimaste nel cassetto.
Di fianco a ciascun titolo trovate, quando non inediti, rivista e anno di pubblicazione. Sono stati assegnati facendo riferimento all’indice del libro e alle Note finali. Consigliamo di sbirciarle alla fine della lettura di ciascun racconto, anche se non si parla di proprio tutti.
E come da copione, l’introduzione dal tono colloquiale di Stephen King, dopo un primo distinguo fra romanzo e racconto, è un vero e proprio invito al ballo degli orrori…
La nebbia (parte I)
Il più famoso dei racconti qui contenuti è sia il più lungo sia il primo della raccolta e, a dirla tutta, non è nemmeno un racconto. La nebbia (Dark Forces, 1980) è un romanzo breve semmai, date le sue circa 150 pagine.
King parte da uno spunto biografico per narrare le disastrose conseguenze di una tempesta che si abbatte sulle coste del Maine. Pare che qualcosa vada storto presso una supersegreta struttura governativa nelle vicinanze, il Progetto Arrowhead.
L’artista e pubblicitario David si trova intrappolato insieme al figlio Billy (perdono presto le tracce della moglie Stef) e a un gruppo di sconosciuti all’interno di un supermarket dove erano andati a far provviste dopo la tempesta.

La piccola comunità viene assediata da una misteriosa nebbia che nasconde una pericolosa schiera di mostri attratta dall’odore umano. I sopravvissuti vivono, dormono, si innamorano e si odiano fra il reparto della frutta e quello dei disinfettanti. Alcuni perdono la testa, certuni tentano la fuga e altri ancora scambiano quel che pare essere una frattura spaziotemporale che li ha spediti in un’altra dimensione per le premesse dell’imminente apocalisse.
La nebbia (parte II)
Il finale è ambiguo e, sebbene il racconto non abbia mai avuto grandi pretese, è diventato uno dei lavori più adattati di Stephen King. Escludendo da questa analisi i videogiochi e gli audiolibri, vanno senz’altro citati la serie tv La nebbia trasmessa da Spike (una stagione da 10 episodi nel 2017 prima della cancellazione) e soprattutto The Mist (2007) di Frank Darabont. Il regista de Le ali della libertà e Il miglio verde (sempre a partire da testi di Stephen King) ha a lungo inseguito questo progetto, senza però infine raggiungere i livelli dei film precedenti.

Darabont mantiene l’incertezza sull’origine della nebbia come nel racconto, ma ne prende le distanze con un finale più ambiguo e nettamente più drammatico che lo differenza dai classici survival splatter di serie B. Forse per questo lo stesso Stephen King ha amato questo monster movie infarcito di luoghi comuni e psicologie inesistenti, che vede nel cast star di non primissimo piano come Thomas Jane (The Punisher) e Laurie Holden (The Walking Dead). Un amore condiviso da critica e da pubblico seppure il design in computer grafica delle creature fosse alquanto scadente.
Piccoli brividi
Un ragazzino terrorizzato dalla sua maestra (ricalcata su quella che ha realmente insegnato King) deve fare i conti con una tigre che l’attende nel bagno della scuola in Tigri! (Ubris, 1968).
Ogni volta che viene azionata, una scimmia dal meccanismo a molla e con i piatti di ottone perseguita un tizio, da bambino all’età adulta, ne La scimmia (Gallery, 1980). Uno studente schizzato affronta la paura degli esami sparando da una finestra sulla gente del campus in un triste presagio delle stragi scolastiche in USA in Caino scatenato (Ubris, 1968).

Le donne di Castle Rock
La ricca Mrs. Todd (ispirata a Tabitha, moglie di King e anche lei scrittrice) trova una scorciatoia tutta particolare fra Bangor e Castle Rock: proprio lei, la cittadina immaginaria alla sua quarta apparizione dopo La zona morta, Cujo e il racconto Il corpo). La signora ci riesce neanche fosse un’incarnazione della dea Diana ne La scorciatoia della signora Todd (Redbook, 1984).
Nona (Shadows, 1978) è il nome di una magnetica fanciulla conosciuta da un ragazzo in fuga dalla sua vita: insieme si metteranno in fuga dalla legge, poiché l’influenza che lei esercita su di lui è nefasta. Sulla strada di Castle Rock, il ragazzo uccide per lei chiunque si metta sulla loro strada. Ma giunti al cimitero della cittadina lei rivela il suo vero mostruoso aspetto, lui viene arrestato e preso per pazzo: i testimoni sostengono che abbia sempre agito da solo, ma lui è certo non si sia trattata di un’allucinazione. La battuta Ami? che apre Scheletri, è anche la frase che ama ripetere Nona allo sventurato giovane che ha irretito.

Gli uomini
Durante una partita a poker, si svela il bluff sulla maledizione di un uomo, e ci sorge il dubbio se la suggestione possa essere più forte della verità in L’uomo che non voleva stringere la mano (Shadows 4, 1981). Ne L’immagine della Falciatrice (Startling Mystery Stories, 1969), due tizi hanno a che fare con uno specchio e con la Morte che li guarda attraverso per prenderli. Sul limitare della follia, un vecchio uomo ricco dalla larga famiglia tedesca (immigrarono nella Derry di It, poi si trasferirono a Castle Rock) è ossessionato dal mostro meccanico parcheggiato nel prato ne Il camion dello zio Otto (Yankee, 1983): un camion che si fa sempre più vicino per ucciderlo, ma lui è l’unico a vederlo avvicinarsi.

Generi (parte I)
Fantascienza. La scoperta del teletrasporto, detto Il viaggio (The Twilight Zone Magazine, 1981), e la dinamica del suo funzionamento è spiegata dal papà alla sua famiglia proprio mentre si teletrasportano su Marte, ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Due piloti sopravvivono all’impatto della loro nave su un pianeta deserto e maledetto: uno impazzisce, l’altro attende i soccorsi della Federazione in Sabbitaure (Weird Tales, 1984).
Crime. Il matrimonio fra una irlandese grassa e un italiano basso fornisce il pretesto per un regolamento di conti fra famiglie mafiose in Marcia nuziale (Ellery Queen’s Mystery Magazine, 1980). Spike è un bravo lattaio irlandese che dsull’uscio dei suoi clienti latte, panna, ma anche cianuro e ragni in Consegne mattutine – Lattaio nr.1. Il racconto è inedito, scritto come preludio per la strana storia pubblicata nel 1982 su New Terrors 2, Quattroruore: La storia dei bei lavanderini – Lattaio nr.2. Qui due operai e un meccanico ci lasciano le penne in un folle incidente automobilistico che coinvolge il lattaio dell’incubo precedente. Spike, il lattaio appunto, si è preso la moglie di Rocky, coinvolto nel disastro della seconda storia ma già nominato nella prima.

Generi (parte II)
Survival. Non sono mostri fisici ma solo quelli dell’animo a emergere nel diario scritto da un italoamericano, chirurgo e spacciatore, naufragato su una minuscola isola del pacifico. L’arte di sopravvivere (Terrors, 1982) esplora il lento cedere della sua psiche e il progressivo auto-cannibalizzarsi, pezzo per pezzo, fino a renderlo goloso della sua stessa carne. Pazzesco!
Fantasy. La ballata della pallottola flessibile (The Magazine of Fantasy & Science Fiction, 1984) è quella della pazzia, la vera pallottola flessibile, che “colpisce” uno scrittore ossessionato dai Fornit (sorta di minuscoli elfi che vivono nella sua macchina da scrivere). La pazzia, come una pallottola, vaga e becca anche il suo redattore, colui che racconta una sera la storia a un gruppo di amici: così anche lui vede il suo Fornit ed è convinto che Loro lo spiino. La pazzia è sempre più travolgente, e l’epilogo non può che essere tragico, fortunatamente non per tutti.

Poesie
Inedite le poesie. La prima è Ode al paranoide, dove il corsivo si fa carico dei pensieri di un paranoico che non riconosce più la realtà. La seconda, Per Owen, dedicata al rapporto fra un piccoletto e la sua scuola.
Si sfiora il lirismo con Il braccio (Yankee, 1981) dove una signora anziana che non ha mai superato il braccio d’acqua che separa la sua Isola delle Capre dalla terraferma, lo farà al momento della morte. Però lei si che forse sola potrà rispondere (e in modo netto e positivo) alla fatidica domanda (e collante della raccolta) Ami?

Al cinema e in tv
La zattera del titolo, e a giudizio di King il miglior racconto che abbia mai scritto, o meglio riscritto (poiché la prima stesura andò perduta con la pubblicazione su Gallery, 1982), è una trappola per toppi. Ci cascano due coppie di adolescenti in fregola, e fanno la fine dei topi per la chiazza scura e aliena che si aggira affamata su di un lago in Pennsylvania. La zattera è divenuto uno degli episodi dell’antologico Creepshow 2 (1987) di Michael Gornick, sequel del primo e più fortunato omaggio horror per la regia di George A. Romero e con cammeo dello stesso King.

Il vecchio calcolatore al centro del bellissimo Il word processor degli dei (Playboy, 1983) dà l’occasione a uno scrittore, marito e padre fallito di dare una svolta alla sua vita. Il soggetto piacque così tanto da essere adattato in un episodio della prima delle quattro stagioni televisive di Un salto nel buio (1984-1988) ideata da George A. Romero a partire da spunti narrativi di autori horror quali Clive Barker e Stephen King.

La nonna più paurosa di sempre, forse morta e forse strega, condivide una notte da incubo con il suo nipote undicenne chiuso in casa sino a un finale spiazzante: La nonna (Weird Book, 1984) è stata prima un episodio di Ai confini della realtà (la serie remake del 1985, non quella classica datata anni ’50) e poi un film del 2014, Mercy di Peter Cornwell, dove il piccolo protagonista è interpretato da Chandler Riggs di The Walking Dead.
Note e conclusioni
La raccolta si conclude con le Note scritte da quel fine umorista che è Stephen King. Note che gettano luce sulla genesi letteraria di ciascun racconto.

Come tutte le antologie (questa sicuramente fra le più lunghe e colme di King), non tutte le opere sono alla stessa altezza. E Scheletri non è comunque al livello di A volte ritornano. Fra amozzoni e splatter, stavolta è davvero notevole la differenza fra i veri capolavori e quei racconti che è difficile salvare. Alcuni scritti da giovanissimo, altri con la mano sinistra, certi brividi però può darceli lui solo.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Scheletri di Stephen King, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: sabato 25 agosto 2018.