LA BRISCOLA IN CINQUE di Marco Malvaldi
QUATTRO PIU’ UNO
La briscola in cinque (Sellerio, 2007), dedicato ai nonni dell’autore, è l’esordio nella narrativa del pisano Marco Malvaldi, primo di otto romanzi (e molti racconti) di questa serie (leggi QUI la recensione del secondo, Il gioco delle tre carte) – che si apre con una citazione del poeta spagnolo Antonio Machado – e che dal 2013 ha dato il via alla fortunatissima serie TV I delitti del BarLume.
In piena estate il cadavere di una giovanissima ragazza viene ritrovata nel cassonetto dell’immondizia in un parcheggio periferico di Pineta, immaginario paese della costa intorno a Livorno. La vita licenziosa della vittima, viziata figlia di buona famiglia, fa pensare all’irascibile e avventato commissario Vinicio Fusco (che su Sky è diventato la Vittoria Fusco di Lucia Mascino) ad affari di droga e sesso. Un gruppo di simpatici e pensionati vecchietti frequentatori del BarLume finisce, come tutta la gente di paese, per saperne più della polizia forestiera, perciò spettegola sulla vicenda, litiga e fa chiarezza come da apparato all’indagine condotta da uno svogliato quanto improbabile investigatore, il barrista del BaLume.

Parliamo di Massimo Viviani, trentenne divorziato e riccioluto (poco c’azzecca con Filippo Timi, la controparte televisiva), di formazione matematica, invadente sulle richieste dei clienti, colui che ha avvertito la polizia del cadavere perché il cassonetto si trova vicino al suo bar, egli è dunque il quinto elemento della briscola giocata dal terribile e arzillo “coro greco” che bivacca ai tavolini: suo nonno Ampelio (Carlo Monni) ex ferroviere, il vedovo Aldo (Massimo Paganelli) gestore dell’Osteria Boccaccio, il sovrappeso Pilade detto Del Tacca (Atos Davini) e il pensionato delle poste (il più razzista della comitiva) Gino detto Rimediotti (Marcello Marziali).
CONCLUSIONI
Quando il barrista è preso dalle investigazioni, lascia il BarLume alle cure dell’amica Tiziana (Enrica Guidi) scelta da Massimo, come ammette candidamente l’autore, soprattutto per il suo davanzale. Il sessismo è figlio del tempo, ma l’irriverenza e la comicità che spiccano nonostante la tematica seria, sono un vero asso vincente. Malvaldi è acuto nel proporre indizi “casuali” tra una chiacchiera e un caffè, abilità che rende La briscola in cinque una lettura piacevole, dove l’italiano che si mischia in maniera scorrevole al dialetto toscano.
Finito di leggere: sabato 8 ottobre 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La briscola in cinque di Marco Malvaldi, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.