LA CASA DEGLI SPIRITI di Isabel Allende
STORIA DI UN POPOLO
La casa degli spiriti ha un posto d’onore nella letteratura sudamericana. Romanzo d’esordio di Isabel Allende nel 1982 (da noi arrivato l’anno successivo grazie a Feltrinelli) è il terzo volume di un’ideale trilogia formata da altri due libri scritti successivamente: La figlia della fortuna (1999) e Ritratto in seppia (2000). Il libro seminale è la saga familiare “per eccellenza”, che ripercorre la dolorosa trama del secolo passato fornendoci un grande affresco storico del popolo cileno attraverso il racconto di tre generazioni di donne.
Le Tre Marie è la splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba: Clara è sua moglie, avvolta nei ricordi, che comunica con i morti, sposta gli oggetti con il pensiero e predice il futuro; la figlia Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; la nipote Alba dovrà affrontare i soprusi la dittatura militare di destra. Nonostante Pinochet non venga mai nominato direttamente (così come Salvador Allende che diventa il Presidente, e Pablo Neruda trasfigurato nel Poeta) è chiaro che il libro fa riferimento agli orrori della guerra cilena che portarono all’ascesa del suo regime.

SAGA FAMILIARE
Sono molteplici i personaggi di finzione i cui destini si intricano con i fatti realmente accaduti. Sebbene il rischio di perdere il filo sia concreto, i protagonisti sono tratteggiati talmente bene che le loro immagini rimangono impresse in maniera vivida nella nostra memoria di lettori. Seppure la Allende stia sempre dalla parte degli oppressi e delle donne, nessuno dei personaggi è mai davvero condannabile, nemmeno don Esteban (il maschilista conservatore e autoritario “per eccellenza”), tanto sono farciti di contraddizioni che li rendono tridimensionali. Fra tutte, quello di Alba è il personaggio più autobiografico: sappiamo che dopo il golpe Isabel Allende si era rifugiata in Venezuela, e nel 2014 Barack Obama l’ha premiata con la Medaglia presidenziale della libertà!
Al romanzo è ispirato il film omonimo di Bille August del 1993 con Jeremy Irons (Esteban Trueba), Meryl Streep (Clara), Glenn Close (Férula), Antonio Banderas (Pedro Tercero Garcìa), Winona Ryder (Blanca) e Vanessa Redgrave (Nìvea). Ottimo successo di pubblico, il film è stato acclamato dalla critica che lo ha insignito l’anno dopo del Premio Robert al Miglior film. La colonna sonora è di Hans Zimmer. La pellicola cerca di racchiudere in poche ore tutte le passioni e le fragilità umane dei protagonisti insieme ai tragici eventi storici del Paese e alle lotte politiche sullo sfondo, ma gli sfuggono tutte le sfumature del romanzo-fiume.

CONCLUSIONI
L’autrice cambia i punti di vista (ricorre persino a quello di don Esteban) e spesso anticipa eventi futuri nel segno di una predestinazione che è possibile scorgere raccontando gli eventi del passato. Non mancano spiritismo ed esoterismo che hanno fatto accostare quest’opera a Cent’anni di solitudine (la letteratura sudamericana è intrisa di realismo magico!), eppure il titolo può risultare fuorviante.
La casa degli spiriti ha sì magia e mistero, ma pure politica e poesia conditi da aneddoti ironici e descrizioni forti, ma pure violenza e sesso con i suoi desideri di avanzamento sociale e amori proibiti. Lungo la lettura l’allegoria si perde nel racconto onirico, e la democrazia per vincere passa dal femminismo!
Finito di leggere: domenica 1 maggio 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La casa degli spiriti di Isabel Allende, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.