LA FIGLIA DELLA LUPA di Barbara Aversa
LE LUPE
L’esordio nella narrativa di Barbara Aversa, in arte Miss Sparkling Books, arriva nelle librerie del Bel Paese grazie D Editore con una suggestiva e “fumettosa” copertina firmata da Olga Kostanchuk. La figlia della lupa è un thriller che coinvolge più donne, ciascuna portatrice di diverse istanze di femminilità.

Sono loro a raccontarsi in prima persona, predomina infatti il registro del flusso di coscienza, ed è per mezzo del loro rivelarsi, dal dopoguerra al 2018, che la storia si intreccia e si scioglie. Abbiamo Eva, che si perde nel bosco e il cui cadavere viene ritrovato nei pressi di Modena, con alcuni oggetti bruciacchiati vicino al corpo. Abbiamo la sua migliore amica Luen, giornalista freelance e moglie insoddisfatta che cerca di far luce sul delitto, rischiando così di ficcarsi nei guai ma anche di scoprire un nuovo amore con il maresciallo Langhiano. Abbiamo Maggie, con problemi di peso e fertilità, incapace a usare i social, il cui marito la tradisce ed è il principale sospettato dell’omicidio. E nel passato (a partire dagli anni ’50, come detto, e fino ai giorni nostri) abbiamo Giuditta, esperta sarta, detta “la Lupa” ma anche Liliana, invidiosa di lei come tutta la comunità, entrambe innamorate dello stesso sfuggente uomo, Emilio.
STILE
Cosa hanno in comune? Sono tutte sognatrici, sono tutte lupe solitarie (vale la pena segnalare che la citazione in esergo è affidata a La Lupa di Giovanni Verga). E cosa fanno le lupe? Ululano in silenzio o in branco, e tendenzialmente seguono due linee d’azione: o attaccano ferocemente per sopravvivere oppure si adattano all’ambiente con scaltrezza. Donne spesso agli antipodi (per caratteri, doti e difetti), così come i “moventi” che muovono ciascuna di loro divergono fortemente, dalla ricerca del principe azzurro al desiderio di emancipazione, dall’invidia verso le donne più belle al coraggio di prendere la scelta giusta.

La Aversa è brava a gestire tutti i vari personaggi e a coordinare i loro punti di vista sotto un unico denominatore. Due generazioni a confronto ma non solo, anche due aree geografiche, il centro e la periferia, e distinte estrazioni sociali. I due assi narrativi, quello del passato e quello del presente (anche se, ricordiamo, l’anno di ambientazione è il 2018) corrono paralleli senza intrecciarsi per un bel pezzo, ma noi sentiamo che quei binari tendono ad avvicinarsi in maniera inevitabile, e così procediamo assordati da questo sferragliare di ruote finché la collisione non si presenta ai nostri occhi come una doccia fredda. Un libro assolutamente consigliato, per tutti!
Finito di leggere: venerdì 7 gennaio 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La figlia della lupa di Barbara Aversa, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.