LA FORMA DELLA PAURA di Giancarlo De Cataldo e Mimmo Rafele
A QUATTRO MANI
Mimmo Rafele è regista e sceneggiatore di serie televisive (come le stagioni otto, nove e dieci de La Piovra o Paolo Borsellino), collaboratore abituale di Bernardo e Giuseppe Bertolucci e Gianni Amelio. Il suo esordio nella narrativa avviene con La forma della paura (2009, Einaudi), scritto a quattro mani con Giancarlo De Cataldo, giudice presso la Corte d’Assise e autore di bestseller (anche cinematografici/televisivi) come Romanzo criminale e Suburra.
La banda croata di Pilic, un comandante brutale della guerra in Kosovo, mette a segno una serie di colpi perfetti nella capitale italiana. Un giorno la squadra guidata dal responsabile dell’antirapina Aldo Mastino (composta dall’ispettore capo Perro e dagli agenti Corvo, Rainer e Sottile) riceve una soffiata e sgomina la banda criminale, anzi ne fa fuori i componenti uno per uno. Nel gruppo partito dalla centrale operativa c’è anche una nuova aggiunta: il viceispettore Marco Ferri, un ragazzo veneto che fatica a controllare la Furia dentro di lui.

Marco è stato messo in squadra dal primo dirigente della squadra mobile Alessio Dantini… che si fidava di Marco. Il commissario capo Dantini sospetta infatti che non esista alcun informatore e che invece il commissario capo Mastino passi le informazioni a Pilic per poi dividersi il bottino: fattasi scottante la situazione, Mastino non ha esitato a eliminare i complici croati. Così come del resto Mastino non esiterà a eliminare il collega Dantini mentre si trova al luna park in compagnia del figlio. Mastino fa ricadere le colpe su Guido, un giovane ereditiere anarchico tirato dentro a forza e beccato sulla scena dai suoi ragazzi.
Non se la beve il superpoliziotto siciliano e giramondo Nicola Lupo, amico di Dantini, che torna di fretta dall’Alaska nel suo ufficio agli Affari Interni per vendicare la memoria dell’amico scomparso. La sua prima alleata è il vicequestore Daria Marconi, che ha una frequentazione con un ragazzo più giovane di vent’anni, il facinoroso viceispettore Marco Ferri di cui sopra, ufficialmente quindi entrato sotto l’ala protettiva di Mastino: lui e la squadra sono stati tutti quanti promossi all’antiterrorismo dopo il successo dell’operazione con i croati.

IL NUOVO ORDINE MONDIALE
Guido, il giovane anarchico, è sopravvissuto. Lupo lo fa però passare per morto e lo porta in località segreta per convincerlo a collaborare. Guido non vuole cedere per cui il Barone siciliano, come lo ha ribattezzato il ragazzo, inscena la sua fuga e lo fa pedinare per poter risalire a Rossana, la ragazza che aveva sedotto il giovane invischiandolo in un giro più grosso di lui. Il vero nome di Rossana è Alissa, non è una vittima ma una carnefice, lei è la donna “ufficiosa” del malvagio Comandante. Un misterioso tizio che nell’ombra muove pedine umane per creare un nuovo ordine mondiale.
Il dottor Lupo vuole sradicare le truppe del male: c’è la bassa forza rappresentata da tipi come Marco Ferri, il secondo livello rappresentato da chi li comanda come Mastino (poliziotto corrotto che semina paura per raccogliere guerra), e poi il terzo livello che è quello del Comandante e il suo network di straricchi cattivi (che specula con le guerre, pratica con la shock economy per dare Forma alla Paura con il solo scopo di costruire il loro personale impero). Dal canto suo Lupo è vicino agli ambienti delle logge massoniche, lui anche lavora per un altro network di straricchi, ma quelli buoni (democratici newglobal che si oppongono al losco piano di re-building denominato Prince of Persia); anche lui viola la legge come quegli altri ma per uno scopo superiore (?), pure lui ha i suoi agenti irregolari (hacker che operano al di fuori dei limiti consentiti). Non solo network A contro network B, ma anche una Suicide Squad italiana contro Quella sporca dozzina.

Nonostante con la caduta del Muro di Berlino il mondo sia sempre più interconnesso tanto da rendere vera la teoria del battito d’ali di farfalle (la sconfitta di un dittatore africano può far lievitare il costo della gomma dall’altra parte del globo e così via), se le cose di primo acchito sembrano essersi fatte più complesse, la verità è che ogni cosa di riduce, invariabilmente, a un semplicissimo conflitto fra buoni contro cattivi. Dove sia i buoni sia i cattivi sono entrambe squadre che violano la legge per onorare quella che ciascuna, nei differenti punti di vista, reputa la vera idea di giustizia. Da una parte il giovane poliziotto Marco Ferri, di umili origini, adescato in una spirale di violenza, conquistato da Alissa che lo fa entrare nei palazzi del potere, e dall’altra il giovane Guido, figlio della Roma perbene, manipolato da Rossana e perduti i privilegi di classe, sono le due facce allo specchio di questo mondo nerissimo che non risparmia nessuno.
CONCLUSIONI
Gli autori attingono alla cronaca nera italiana per imbastire una crime-story di fantasia che strizza l’occhio all’hard boiled americano. Una specie di puntata del serial The Shield (con un pizzico di Spectre) in trasferta in Italia ma che non rinuncia alla sua autonomia grazie allo schieramento di due fronti contrapposti e all’arte toponomastica che De Cataldo dimostra sin dai tempi di Romanzo Criminale, e per come inoltre i fatti sono calati nel contesto del Belpaese.

Il ritmo vertiginoso divora il lettore, così come l’intreccio che si dipana lungo capitoli brevissimi, così come la storia violenta che divora i suoi grigi protagonisti fino a un finale apertissimo. Saremo scontati, ma anche di questo libro vogliamo una serie TV pazzesca, la nostra The Shield.
Finito di leggere: sabato 1 ottobre 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La forma della paura di Giancarlo De Cataldo e Mimmo Rafele, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.