LA FRECCIA NERA di Robert Louis Stevenson vs GREEN ARROW
Eroe
Uscito in diciassette puntate sul periodico giovanile Younk Folks (e raccolti in volume unico cinque anni più tardi) La freccia nera è il secondo romanzo di Robert Louis Stevenson (pare lo abbia scritto in appena due mesi) dopo L’isola del tesoro, entrambi i libri editi nel 1883. Affondando i piedi nel terreno storico della Guerra delle due rose (1455-1485), il papà de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde imbastisce un’avventura unica e seminale.

Il giovane Dick (diminutivo di Richard) Shelton è fedele a Lord Daniel Brackley, anche quando il messaggio su una (nera) freccia di morte dovrebbe fargli sospettare il coinvolgimento di sir Daniel nell’assassinio del padre, Harry Shelton. Poiché Dick, per quanto prode, ha il prosciutto sugli occhi, il destino metterà sulla sua strada John Matcham, un ragazzo che, accidentalmente, Dick finirà per consegnare a sir Daniel da cui invece il giovane fuggiva.
Fuorilegge
Dopo la disfatta di Risingham, sir Daniel si è barricato nel castello di Moat House. Qui, nel tetro luogo in cui Dick è stato allevato dalla morte del genitore (il lord gli fece da tutore), scopre che l’esile John Matcham è in realtà la bella e ricca Joanna Sedley. Chiaro che Dick è talmente tonto da non rendersi conto di nulla.
Fra i due nasce un amore litigarello: insieme provano la fuga (ma solo perché Dick ha scoperto che il vero uccisore del padre era proprio l’usurpatore sir Daniel) ma solo il ragazzo riesce a farcela.

Si unisce così alla compagnia del bosco verde (ladri e assassini fedeli agli York) che si dà alla macchia nella foresta di Tunstall (immaginaria cittadina del Suffolk) e guidata dal misterioso John Aggiusta-Tutto. Se prima Dick li vedeva come nemici da abbattere, ora ha cambiato visuale: la compagnia della Freccia Nera è una masnada che ripara ai torti e alle angherie vessate dai tiranni come sir Daniel. Dietro la leggenda di John Aggiusta-Tutto si nasconde Ellis Duckworth, ingiustamente incolpato dell’omicidio del papà di Dick.
Intrepido
Altro nemico che, passato Dick dall’altra parte della barricata, diventerà suo alleato è il valoroso e anziano Lord Foxham, il patrigno della sua amata Joanna.
Più di tutti, l’eroe diventato bandito stringe amicizia con Will Senzalegge, ex marinaio e frate francescano, proprio come Robin Hood sta a Fra Tuck. Salpano insieme a bordo della Buona Speranza, diverse volte rischiano il collo e intrufolatisi nell’abbazia riescono a mandare a monte il matrimonio organizzato da sir Daniel fra Joanna e il piede gottoso di lord Shoreby (questi finisce per di più giustiziato da una freccia nera).

In tutto ciò le note dell’autore sono talmente gentili che, se nella prima chiede al lettore il permesso di chiamare Richard Crookback “Duca di Glouchester“ (futuro Riccardo III re d’Inghilterra) anche se all’epoca non lo era ancora diventato, nella seconda ci spiega che ai tempi era molto più giovane di quanto egli non lo descriva. Sebbene Stevenson non sia clemente con il Duca, questi nominerà cavaliere Dick dopo aver dato prova del suo valore in battaglia. E anche se perderà uno scontro, vincerà in amore e imparerà cosa sia la misericordia.
Death list
Come Dumas e Tarantino ci insegnano (leggi QUI Il conte di Montecristo vs Kill Bill), un vendicatore che si rispetti compila una death list delle sue vittime da depennare man mano. Allo stesso modo agisce l’arciere guida della Freccia Nera. Non si può negare a questo punto l’influenza che il romanzo di Stevenson abbia avuto sui creatori del personaggio Freccia Verde della DC Comics: il moderno Robin Hood di Star City che nella sua storia editoriale ha anche collaborato con Batman.

I toni cupi del giustiziere-assassino sono stati perfettamente ripresi nella serie tv Arrow della trinità Berlanti-Guggenheim-Kreisberg. Sul piccolo schermo un giovane e frivolo miliardario (Dick non è mai stato un superficiale, stupido sì) naufraga su un’isola deserta. Qui viene addestrato da Slade Wilson (futuro cattivo Deathstroke) nell’arte dell’omicidio.

Arrow
Fatto ritorno a Starling City, il giovane Oliver Queen si incappuccia di verde (la divisa della foresta è proprio gilé e cappuccio di panno verde) e nelle vesti di (Green) Arrow giustizia i “traditori della città” secondo una death list che gli lasciò suo padre, anch’egli morto in circostanze del tutto misteriose. Il suo nemico principale si rivelerà il padre putativo (ma naturale del suo fraterno amico Tommy) Malcolm Merlyn AKA Al Sa-Her (AKA sir Daniel?).

Fra gli aiutanti di Oliver abbiamo la bella esperta di computer Felicity Smoak che nel passato era stata un maschiaccio punk-nerd: anche lei si trasformerà come Joanna da Jack e farà innamorare il tenebroso vigilante. Il braccio destro di Oliver è invece l’esperto John Diggle, ex soldato delle forze speciali, la cui esperienza e disillusione lo accomunano a Will Senzalegge.
Cinema, tv, fumetti
Aldilà di un cortometraggio muto, il romanzo di Stevenson ha conosciuto un unico adattamento cinematografico con l’omonima pellicola di Gordon Douglas risalente al 1948. La più nota trasposizione televisiva rimane la miniserie in sette puntate del 1968 con Aldo Reggiani, Loretta Goggi e Arnoldo Foà e trasmessa sul Programma Nazionale (Rai 1 per i più). Più recentemente (nel 2006) è seguita quella di Canale 5 in sei puntate dove il conflitto York-Lancaster è traslato in quello di Papato-Impero e i nomi dei protagonisti sono stati italianizzati: nel cast Riccardo Scamarcio, Martina Stella ed Ennio Fantastichini.

Non solo, si contano almeno anche una trasposizione a fumetti su Il Giornalino, una classica parodia per Topolino.
Conclusioni
York (il loro simbolo era la rosa bianca) e Lancaster (la rosa rossa) rimangono sullo sfondo, ossia le due casate che hanno dato ispirazione alla guerra infinita fra gli Stark e i Lannister de Il trono di spade. Uno sfondo che detta però la morale del tempo: i rovesciamenti di fortuna e di potere sono quelli che vivono i personaggi, i quali sono traditi da più parti e non sanno più di chi fidarsi. Come i Lord non sanno più per quale causa stiano combattendo.
Non potevamo aspettarci una scala di valori meno grigia dall’autore dell’ambiguo Long John Silver e del duplice Jekyll/Hyde, seppure qui non raggiunga mai quelle vette (soprattutto per approfondimento psicologico).
La freccia nera è in fondo un rocambolesco cappa e spada per ragazzi che però non riesce mai ad arrivare all’epica umoristica di Alexandre Dumas.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La freccia nera di Robert Louis Stevenson, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: mercoledì 31 ottobre 2018.