LA RUGA DEL CRETINO di Andrea Vitali e Massimo Picozzi

LA RUGA DEL CRETINO di Andrea Vitali e Massimo Picozzi

BELLANO

Bellano, città natale di Andrea Vitali, uno degli autori italiani più apprezzati da pubblico e critica (che nel 2018 gli ha conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia). A Bellano l’autore esercita ancora oggi la professione di medico, e quella provincia lacustre con il lago nebbioso torna ancora come sfondo e insieme come protagonista in uno dei suoi romanzi: La ruga del cretino (2015, Garzanti). Vitali scrive questo giallo “grottesco” a quattro mani con Massimo Picozzi, criminologo ospite di numerose trasmissioni televisive italiane che, in qualità di perito psichiatra, si è occupato dei fatti di cronaca di maggior clamore degli ultimi anni nel Bel Paese (dal caso di Erika e Omar al serial killer di Padova, dall’omicidio di Cogne ai delitti delle “bestie di satana” fino alla morte di Sara Scazzi ad Avetrana).

Bellano, dicevamo, o ancor meglio il rettorato del santuario di Lezzeno poco sopra Bellano. Corre l’agosto del 1893 quando due coniugi che lì lavorano, Serpe e Arcadia, vedono in Giuditta Carvasana, una devota venuta da poco ad abitare a villa Alba, l’occasione giusta per sbarazzarsi della loro “strana” terza figlia, Birce, affidandola alle cure della pia forestiera. D’altra parte non sono tempi facili e felici per nessuno: quella stessa estate una povera fioraia di Torino viene massacrata per strada. Insieme alle altre vittime radunate nella sala anatomica dell’università torinese il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso (che in quei giorni aveva dato scandalo con la pubblicazione di Genio e follia), trova nelle loro tasche un biglietto con incomprensibili segni matematici. Simile al foglietto anonimo ricevuto tempo addietro dal medesimo Lombroso, e al quale – per mezzo della figlia Gina – chiede aiuto. La medicina può aiutare l’indagine a detta di Ottolenghi, ma se il suo “superiore” Lombroso sostiene che anche lo spiritismo possa dare il suo contributo, c’è da credergli?

La ruga del cretino_Libri Senza Gloria
La ruga del cretino_Libri Senza Gloria

CONCLUSIONI

La faccia dei cretini si riconosce per via di quelle rughe che, come righe di un quaderno, hanno già le risposte pronte: da qui viene il titolo “rivelatore”, anche dell’identità dell’assassino, antesignano di Jack lo Squartatore. I capitoli brevi velocizzano la lettura (con il successivo che riprende le ultime parole del precedente), forse troppo brevi per potersi soffermare ogni volta su un diverso punto di vista, soprattutto quando ripresi a distanza di molte pagine.

Piacevole da leggere, La ruga del cretino è di certo un romanzo atipico, che vogliamo definire con una contraddizione di termini: “un noir a tratti divertente“.

Finito di leggere: giovedì 26 maggio 2022.

Nel salutarvi, vi invito a leggere La ruga del cretino di Andrea Vitali e Massimo Picozzi, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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