L’ARMATA INVINCIBILE di Simon Scarrow
PUNTATA 15
Come sempre edito da Newton Compton, L’armata invincibile (2016) si colloca come quindicesima puntata (su venti totali) della saga de Le aquile dell’impero, la più longeva e famosa fra le serie storiche prodotte dal britannico Simon Scarrow. Scrittore nato in Nigeria, Scarrow si qualifica fra le migliori (e più prolifiche) firme odierne del romanzo storico.
Siamo sempre nel 54 d.C. Il prefetto Quinto Licinio Catone e il centurione Lucio Cornelio Macrone sbarcano al porto di Ostia. I due non sono semplici compagni d’arme ma amici, Macrone non è solo commilitone e subordinato, ma un fratello maggiore se non addirittura un padre putativo per Catone. Questi è rimasto vedovo di Giulia, la quale gli lascia il piccolo Lucio appena nato. Cosa ancora più dolorosa, Giulia lascia moltissimi debiti: durante la lontananza del marito si è presa per amante il giovane tribuno Aulo Valerio Cristo, più avvezzo a disegnare che a combattere, e per mantenerlo ha dilapidato il patrimonio di famiglia.
L’ULTIMA VOLTA DI CLAUDIO
L’armata invincibile è l’ultima avventura dell’affiatato duo sotto l’imperatore Tiberio Claudio Augusto Germanico, ma è anche il terzo romanzo della serie ad essere ambientato per una parte a Roma, come La profezia dell’aquila e Il pretoriano in precedenza. I due veterani esperti si fermano brevemente nella capitale dell’Impero per riferire a Claudio del disastro bellico contro il presidio druidico nell’isola di Mona, come raccontato in Per la gloria dell’impero (leggi QUI la recensione). L’imperatore quindi è ancora Claudio, sposato ad Agrippina. Il pronipote Nerone (nonché figlio di Agrippina) e il figlio legittimo di Claudio (avuto da terze nozze) Britannico, si contendono la sua successione. Nerone è sostenuto da Pallante, liberto imperiale greco, l’amante di Agrippina, mentre Britannico da un altro liberto e segretario imperiale che risponde al nome di Narciso, il quale già in passato più volte ha manovrato nell’ombra come un burattinaio le azioni dei nostri eroi. A corte fa un cammeo pure il senatore Lucio Anneo Seneca, ricco proprietario terriero, ma anche famoso filosofo e drammaturgo. In quei giorni è prevista l’esecuzione pubblica ai Fori imperiali di Carataco, il leader dei britanni che era stato catturato in passato proprio da Catone e Macrone.

Dopo essere sopravvissuti alle sanguinarie campagne in Britannia (raccontate nei tre romanzi precedenti) Catone e Macrone vengono inviati con la guardia pretoriana (il corpo di soldati scelti per la sicurezza dell’Imperatore) nella “indomabile” Spagna Terragonese dove i nativi ancora si ribellano alle milizie romane. L’armata invincibile è infatti anche il primo romanzo della serie ad essere ambientato in Spagna.
NOVELLO SPARTACUS
Al comando contro la minaccia dei Pirenei troviamo il legato Aulo Vitellio, membro della fazione di Nerone, e storico nemico di Catone e Macrone. Il legato decide di portare con sé i due eroi decorati soltanto per affidar loro missioni suicide che possano toglierglieli dai piedi: per questo li comanda di ripristinare l’ordine nella regione mineraria. Lì i ribelli di Iskerbeles (novello Spartacus) hanno preso il dominio di Asturica Augusta, l’odierna Astorga, e soprattutto della miniera imperiale Argentum, dove appunto si estrae l’argento che rinvigorisce le casse romane. Catone e Macrone devono sedare la ribellione e salvare l’argento imperiale.
Secondo la catena di comando della guardia pretoriana il prefetto guida le 12 coorti, mentre Catone guida la seconda coorte, sotto di lui troviamo il centurione Macrone. Ma anche la guida Gaio Getello Cimbro il giudice cittadino di Lancia, l’optio Metello e, per la seconda volta nella saga, Gneo Lucullo Pulcro centurione della seconda coorte pretoriana che Catone, non appena lo riconosce, degrada a responsabile delle salmerie. La prima apparizione del centurione Pulcro risale a Sotto l’aquila di Roma, dove era un legionario della Seconda Legione: il commilitone aveva reso la vita un inferno Catone, e sempre a caccia di spie aveva tradito, torturato e ucciso molti soldati romani. Come se non bastasse, Catone deve pure ringraziare la cattiva ironia di Vitellio che gli assegna l’inesperto Cristo (l’ex amante di Giulia): Catone si riscopre roso dalla gelosia e da sentimenti ambigui, viene chiamato a interrogarsi sui motivi dell’infedeltà coniugale, finanche a ragioni vanesie come se la colpa sia attribuibile alla cicatrice che gli deturpa il viso.

CONCLUSIONI
La descrizione delle scene di battaglia continua a essere il punto debole di Simon Scarrow (sebbene quella finale raggiunga livelli di spettacolarità degni di un film hollywoodiano), ma il modo in cui il carattere dei personaggi muta in base alle circostanze è notevole: l’infido Pulcro diventa forse valoroso, il codardo Cimbro diventa coraggioso, e il giusto Catone diventa cupo, tormentato, financo crudele.
Il lessico è semplice, la trama avvincente, non sono richiesti particolari approfondimenti storici al lettore, e come sempre ogni episodio può essere letto singolarmente ma acquista valore maggiore se inserito nella lettura della trama orizzontale che unisce tutta la saga.
Alla fine viene da chiedersi, tenuto conto della vita media di un soldato romano, come abbiano fatto Catone e Macrone a vivere tutte queste storie, ed essere ancora vivi per raccontarle…
Finito di leggere: martedì 12 ottobre 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere L’armata invincibile di Simon Scarrow, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.