LE AVVENTURE DI JACK REACHER 1/3: Zona pericolosa
Jack Reacher è il protagonista di oltre venti thriller, tutti scritti da Lee Child dal 1997 ad oggi. Per estensione, Jack Reacher è l’unico protagonista di tutta l’opera di Lee Child, scrittore britannico trapiantato negli USA.
Tutti i libri di Reacher sono ambientati nel loro rispettivo anno di pubblicazione, quindi è possibile leggerli in ordine cronologico dal primo all’ultimo. Inoltre, due di questi romanzi sono stati adattati per due film sul grande schermo con Tom Cruise a partire da Jack Reacher – La prova decisiva (2012) tratto dall’omonimo romanzo del 2005. Se si pensa che nei libri Jack Reacher è altissimo, pesa circa novanta chili, è biondo con gli occhi azzurri, effettivamente poco ha in comune con il protagonista di Top Gun.

Dopo il mezzo flop del secondo film, Jack Reacher – Punto di non ritorno (2016) tratto dall’omonimo romanzo del 2013, la serie cinematografica ha ricevuto lo stop, così ora il personaggio di Reacher si appresta a ricevere nuova vita sul piccolo schermo in una serie televisiva supervisionata dallo stesso Lee Child. Si spera, con un interprete più in linea con il suo aspetto fisico…
Noi cogliamo l’occasione per riscoprire le origini di questo iconico eroe. La raccolta Le avventure di Jack Reacher edito da Tea mette infatti insieme le prime tre avventure (in ordine cronologico e di pubblicazione) dell’omonimo personaggio.

ZONA PERICOLOSA
Si comincia con Zona pericolosa (1997), prima apparizione di Jack Reacher e al contempo romanzo d’esordio di Lee Child, opera che gli ha fruttato sia l’Anthony Award sia il Barry Award.
Ex soldato, vagabondo senza fissa dimora, Reacher attraversa in lungo e in largo gli Stati Uniti d’America in cerca di pace, ma trova soltanto guai. Così è costretto a fermarsi, raddrizzare i torti e ripartire sacca in spalla verso la prossima avventura, come un cavaliere western dei giorni nostri.

In Zona pericolosa Jack giunge in una ricca ma periferica cittadina razzista della Georgia, la fittizia Margrave, dove arriva sulla tracce del vecchio bluesman Blind Blake (realmente esistito), qui viene sospettato di un efferato omicidio quindi viene arrestato, salvo scoprire che il corpo della vittima (per una incredibile coincidenza) appartiene a suo fratello Joe Reacher (agente del Tesoro sotto copertura), con il quale non si vedeva da anni. Inutile sottolinearlo, Jack torna in libertà, conquista il cuore della poliziotta locale, scova la corruzione che si annida in centrale come in municipio, risolve il mistero sulla morte di Blind Blake e smantella la più grande distribuzione di dollari contraffatti che sia mai stata messa in piedi.
Lo stile è lineare grazie a una scrittura che ricorda quella minimalista di McCarthy, l’intreccio è appassionante perché la parte investigativa è ben dosata con quella action. Un lato action che ben dimostra come Lee Child abbia ereditato il bagaglio culturale-militaristico di Andy McNab. Sebbene scritto in prima persona, questa scelta comunque non favorisce l’introspezione psicologica di un protagonista che prende botte ma quando le dà ha sempre la meglio. Inoltre, il realismo della storia è minato però da alcune soluzioni scontate come da un paio di incredibili coincidenze (una delle quali abbiamo già svelato).

Il racconto parte con tutta calma per piombare velocemente in uno sviluppo più adrenalinico, ma ben condito con tutte le spiegazioni argomentate e credibili sulla falsificazione del denaro. Si segnala però una grande svista: sulle banconote da un dollaro è riportata l’iconica dicitura latina “E Unum Pluribus” traducibile in “Dai molti, l’uno” che qui i falsari modificano in “E Pluribus Unum” traducendola nell’inverso “Da uno solo, molti” (candeggiando la banconota da un dollaro, ne usano la carta per stamparvi sopra valute da cento dollari): in realtà l’inversione dei termini in latino non comporta l’inversione del significato, per cui il significato non cambia a dispetto di quanto credano Child e i suoi cattivoni.

Non ci dilunghiamo oltre sul personaggio che incarna un certo tipo di supereroismo americano, tutto d’un pezzo e infallibile, di quelli che alterna violenza e politically correct, epigono dei granitici e giustizialisti Steven Seagal e Jean Claude Van Damme nei film anni ’90 e che trova il suo ideale corrispettivo attuale proprio in Tom Cruise, l’eroe senza macchia di Mission: Impossible.

Non ci dilunghiamo neppure sui comprimari stereotipati (senza sfumature, senza dubbi, o si è buoni fino al midollo o si è sporchi marci), che sono comunque il marchio di fabbrica di questa serie commerciale di successo. Da questo punto di vista non sembra essere scritta da un inglese (se si sorvolano i riferimenti insistiti ai Beatles), ma da una penna statunitense repubblicana che ama scavare del marcio che si annida nell’idilliaca provincia americana. Libro da spiaggia, sì, ma ai più alti livelli del thriller.
Finito di leggere: domenica 26 luglio 2020.
Il prossimo appuntamento con Le avventure di Jack Reacher: Destinazione inferno è per sabato 12 settembre.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Le avventure di Jack Reacher di Lee Child, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.