LE AVVENTURE DI SANDOKAN 10/11: La caduta di un impero

LE AVVENTURE DI SANDOKAN 10/11: La caduta di un impero

Tutto il ciclo di Sandokan è stato pubblicato nella sua interezza in un volume unico edito da Newton Compton, Tutte le avventure di Sandokan.

Il volume è curato dallo scrittore e saggista Sergio Campailla, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Roma, e che per la stessa casa editrice si è occupato dell’opera dei grandi scrittori siciliani Verga, De Roberto, Capuana e Pirandello. A firma di Campailla è l’introduzione Il caso Salgari (autore prolifico, mai coronato dal successo economico) e le presentazioni a entrambi i cicli qui contenuti (quelli della jungla e dei pirati della Malesia). Con le illustrazioni di C. Linzaghi, il volume contiene in apertura le immancabili schede sulla vita e le opere dell’autore, oltre che sui personaggi e sui luoghi dei romanzi trattati (attenzione: spoiler a iosa insieme a virgolettati dell’autore riutilizzati a piene mani).

Noi avevamo già avuto modo di recensire un’altra raccolta di romanzi salgariani, quella del ciclo dei corsari, a cura di Claudio Magris (trovate a seguire le recensioni QUI de Il Corsaro Nero, QUI de La regina dei Caraibi, QUI di Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, QUI de Il figlio del Corsaro Rosso, QUI de Gli ultimi filibustieri, QUI de I corsari delle Bermude, QUI de La crociera della Tuonante e QUI di Straordinarie avventure di Testa di Pietra).

La presente raccolta come detto si compone in due cicli, composti da sette libri il primo e da quattro il secondo, ciascuno introdotto da una breve Premessa. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno (proprio come abbiamo fatto in passato con i Corsari). Oggi tocca a La caduta di un impero

Tutte-le-avventure-di-Sandokan_Libri-Senza-Gloria
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IL GRANDE ASSALTO AL TRENO

La caduta di un impero (pubblicato nel 1911, anno della morte di Emilio Salgari) è il secondo romanzo della trilogia conclusiva della saga, che è stata (probabilmente) frammentata editorialmente in questo modo tanto artificioso perché il testo originale risultò essere troppo lungo rispetto ai piani iniziali.

La storia riparte esattamente da dove si era interrotto il precedente libro (Il bramino dell’Assam, anch’esso pubblicato nel 1911). Nella boscaglia le forze militari di Yanez de Gomera (diventato, ricordiamo, maharaja dello stato indiano dell’Assam dopo avere sposato Surama) hanno teso un agguato alla pagoda di Kalikò, il covo di Sindhia. Ma l’ex rajah, finanziato come sempre degli odiati inglesi, dispone di enormi ricchezze e con quel denaro ha tessuto una trappola perfetta: corrotti in massa, i rajaputi del governo si rivoltano in un controagguato ai danni di Yanez. Presentatoci per la prima volta in Alla conquista di un impero, Sindhia si conferma una delle figure più interessanti create da Salgari. Le sue spie sono dappertutto (riconfermando la passione di Salgari per l’intrigo che già si evinceva nel precedente romanzo), al punto che egli viene ammantato da un’aura di onniscienza che sconfina nell’onnipotenza.

La situazione comunque non è perduta. Kammamuri e l’infallibile cercatore di piste Timul il “cane umano” sono ancora a piede libero, incaricati da Yanez (sempre nel finale del precedente libro) di una delicata missione di collegamento: prima chiamare in soccorso Sandokan con un dispaccio cifrato inviato in Malesia, poi partire in treno alla volta di Calcutta per raccogliere notizie dell’ospedale psichiatrico dove Sindhia doveva trovarsi rinchiuso.

Il nuovo appuntamento del ciclo indo-malese è reso altamente spettacolare proprio dal viaggio pieno di peripezie di Kammamuri e Timul: come ad esempio saltare da una carrozza all’altra su un treno in corsa per raggiungere la motrice, come in un film western, e fermarlo prima che deragli nella giungla in fiamme uccidendo tutti i passeggeri.

IL RITORNO DI SANDOKAN

Assolti i loro doveri e di ritorno nell’Assam, Kammamuri e Timul scoprono che la capitale è perduta. Ma Yanez ha l’ennesima sua trovata di genio: darla alle fiamme perché l’invasore trovi solo cenere e, dopo avere nascosto il suo tesoro, si rifugia nelle cloache (già esplorate nel precedente libro alla ricerca del falso bramino ipnotizzatore) in attesa dei rinforzi che arriveranno con Sandokan.

Non avranno però vita facile: le fognature sono infatti il regno dei temibili topi (e del cacciatore di topi) da cui guardarsi; segue una degradazione per fame, e la temperatura che si fa rovente in quella città sotterranea. Il finale, chiaramente, è aperto come già nel libro che aveva aperto la lunga vicenda, e che troverà conclusione definitiva nel successivo, ultimo La rivincita di Yanez, ma questa volta termina almeno con un moto di speranza. Se difatti il capo pirateria malese era rimasto sullo sfondo negli ultimi romanza è nell’ultima pagina, come in un’epica rovesciata, che ritorna per portare la salvezza.

CONCLUSIONI

Yanez, la storica spalla giovanile della Tigre della Malesia, ha fatto anche lui la parte del leone nei romanzi mediani del ciclo, ma è in questi ultimi che rimane sullo sfondo, per dare maggiore spazio a un’altra spalla: Kammamuri, prima servo di Tremal-Naik e poi di Yanez, del tutto affrancatosi e divenuto egli stesso eroe di primo piano. Insieme ai grandi nomi, sullo sfondo rimangono anche avvenimenti importanti come battaglie e morti, per privilegiare altre situazioni, non meno incisive, ma comunque più avventurose. La scrittura dell’autore veronese può dirsi oramai matura.

Purtroppo non mancano sviste, ripetizioni e incongruenze che, inevitabilmente, fanno pensare alla minore attenzione prestata dall’ultimo Salgari, distratto dalle difficoltà economiche, dalla difficile situazione familiare e alle prese con l’abuso di alcol e tabacco (come il suo “personaggio preferito” Yanez). Di certo si era servito della collaborazione di almeno un ghostwriter, ma non ci sono prove che i testi abbiano subito interpolazioni esterne. Senza addentrarci in questi aspetti, sottolineiamo che oltre ad alcuni aspetti dozzinali, si fanno però notare anche delle trovate narrative inedite e del tutto sorprendenti (la scena sul treno ne è l’esempio più lampante).

Dopo l’Iliade indiana del precedente libro, dove abbiamo assistito all’assedio dell’Assam, questa vicenda particolarmente mossa e drammatica ci porta più dalle parti dell’Odissea. La magia dell’avventura non scema mai, sbalzandoci all’ultimo appuntamento e allo scontro conclusivo con la temibile Tigre Nera: Sindhia!

Finito di leggere: sabato 5 ottobre 2024.

Nel salutarvi vi invito a leggere La caduta di un impero di Emilio Salgari, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Il prossimo appuntamento con Il ciclo di Sandokan è per sabato XX MESE con La rivincita di Yanez.

Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!

ALTRO: Le avventure di Sandokan 1/11: Le Tigri di Mompracem.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 2/11: I misteri della jungla nera.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 3/11: I pirati della Malesia.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 4/11: Le due tigri.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 5/11: Il Re del Mare.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 6/11: Alla conquista di un impero.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 7/11: Sandokan alla riscossa.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 8/11: La riconquista di Mompracem.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 9/11: Il bramino dell’Assam.

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