LE AVVENTURE DI SANDOKAN 4/11: Le due tigri
Tutto il ciclo di Sandokan è stato pubblicato nella sua interezza in un volume unico edito da Newton Compton, Tutte le avventure di Sandokan.
Il volume è curato dallo scrittore e saggista Sergio Campailla, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Roma, e che per la stessa casa editrice si è occupato dell’opera dei grandi scrittori siciliani Verga, De Roberto, Capuana e Pirandello. A firma di Campailla è l’introduzione Il caso Salgari (autore prolifico, mai coronato dal successo economico) e le presentazioni a entrambi i cicli qui contenuti (quelli della jungla e dei pirati della Malesia). Con le illustrazioni di C. Linzaghi, il volume contiene in apertura le immancabili schede sulla vita e le opere dell’autore, oltre che sui personaggi e sui luoghi dei romanzi trattati (attenzione: spoiler a iosa insieme a virgolettati dell’autore riutilizzati a piene mani).
Noi avevamo già avuto modo di recensire un’altra raccolta di romanzi salgariani, quella del ciclo dei corsari, a cura di Claudio Magris (trovate a seguire le recensioni QUI de Il Corsaro Nero, QUI de La regina dei Caraibi, QUI di Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, QUI de Il figlio del Corsaro Rosso, QUI de Gli ultimi filibustieri, QUI de I corsari delle Bermude, QUI de La crociera della Tuonante e QUI di Straordinarie avventure di Testa di Pietra).
La presente raccolta come detto si compone in due cicli, composti da sette libri il primo e da quattro il secondo, ciascuno introdotto da una breve Premessa. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno (proprio come abbiamo fatto in passato con i Corsari). Oggi tocca a Le due tigri…

E VENNE IL GIORNO
Il ciclo indo-malese di Emilio Salgari, come noto, non era frutto non di una progettazione organica ma della combinazione in corso d’opera di due diversi piani narrativi, quello malese di Sandokan e quello degli altri personaggi cinesi. Ne Le due tigri (1904) l’avventura si fa di più ampio respiro proprio perché tira le fila e chiude la prima parte del ciclo.
Otto anni dopo i fatti noti ai lettori, il leggendario capo dei Thugs, Suyodhana, rapisce Darma, la figlioletta di Tremal-Naik (che l’ha chiamata come al sua fidata tigre “domestica”). Sua moglie, Ada Corishant, è morta nel darla alla luce. Ora Suyodhana intende trasformare Darma nella nuova Vergine della Pagoda, come già sua madre prima di lei ne I misteri della jungla nera. Il leader degli strangolatori, che rappresenta l’incarnazione stessa di Trimurti (i tre aspetti della divinità suprema), non è più un personaggio senza volto, e così come le storie del ciclo aumentano in complessità anche lui assume finalmente una incredibile definizione.
Per stanare Suyodhana nel territorio proibito, di cui egli è emanazione, Tremal-Naik avrà bisogno dell’azione congiunta di Yanez e soprattutto di Sandokan. Entrambi sono a bordo de La Marianna, scialuppa chiamata così da Sandokan in onore della sua amata perduta, quando vengono raggiunti da Kammamuri che invoca il loro aiuto per liberare Darma. Già il precedente romanzo, I pirati della Malesia, si concludeva con la Tigre di Mompracem che si riprometteva, un giorno, di scontrarsi con l’infernale Tigre dell’India. Ed ecco arrivato il giorno.

TIGRE CONTRO TIGRE
La simbologia della tigre si fa veramente ossessiva nella storia di questo duello all’ultimo sangue, e durante la traversata della giungla si farà avanti un’altra tigre, reale, vecchia, detta mangiatrice di uomini perché preferisce la carne umana a quella degli altri animali. Non solo, l’immaginazione di Salgari si sbizzarrisce nelle Sunderbunds: dalla festa di Darma-Ragia (con tanto di vedove portate al rogo e bramini che corrono su tizzoni ardenti) alla devastazione portata da un ciclone caldo, dalla caccia in groppa agli elefanti all’assalto mortale di un rinoceronte, passando attraverso gli orrendi cimiteri galleggianti. La donna che stavolta gli eroi salvano da morte certa è una bajadera di nome Surama, dalla pelle bianca, e che fa capitolare il “sahib bianco” Yanez (l’unico il cui cuore è ancora libero). Vista la sorte toccata alle altre protagoniste femminili della saga, non c’è da stare tranquilli..
Infine i buoni raggiungono i sotterranei dove si cela la setta dei thugs, e li fanno inondare dalle acque del fiume Mangal. La potenza diabolica di Suyodhana è tale però che egli solo sopravvive, e il male si rinnova con lui che fugge con la piccola Darma a Calcutta e a Delhi, l’antica capitale del Gran Mogol. Qui gli indiani insorgono solo per finire vittima di stragi nello scenario di una tragedia collettiva.

CONCLUSIONI
Esiste un solo adattamento di quest’opera, diretta nel 1941 da Giorgio Simonelli e che vede Massimo Girotti nei panni di Tremal-Naik, come già nel precedente film datato I pirati della Malesia (che in realtà, a dispetto del titolo, adattava I misteri della jungla nera), e introduceva Luigi Pavese come Sandokan. Il finale del romanzo ha ispirato la storia a fumetti Gli Strangolatori di Tex, mentre l’intera trama ha avuto una parodia dysneiana: Sandopaer e le due tigri, già sequel di Sandopaper e la perla di Labuan.
Le due tigri, al netto di qualche ripetitività nella trama, risulta il romanzo più mosso e vario. Presentimenti, agguati e molte peripezie lo rendono uno dei più accattivanti dell’intera serie. In più un tocco onirico e spettrale è quello che serve per far sognare i lettori che si sono succeduti generazione dopo generazione.
Finito di leggere: martedì 16 luglio 2024.
Nel salutarvi vi invito a leggere Le due tigri di Emilio Salgari, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Il prossimo appuntamento con Il ciclo di Sandokan è per sabato XX MESE con Il Re del Mare.
Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!
ALTRO: Le avventure di Sandokan 1/11: Le Tigri di Mompracem.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 2/11: I misteri della jungla nera.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 3/11: I pirati della Malesia.