LE AVVENTURE DI SANDOKAN 8/11: La riconquista di Mompracem
Tutto il ciclo di Sandokan è stato pubblicato nella sua interezza in un volume unico edito da Newton Compton, Tutte le avventure di Sandokan.
Il volume è curato dallo scrittore e saggista Sergio Campailla, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Roma, e che per la stessa casa editrice si è occupato dell’opera dei grandi scrittori siciliani Verga, De Roberto, Capuana e Pirandello. A firma di Campailla è l’introduzione Il caso Salgari (autore prolifico, mai coronato dal successo economico) e le presentazioni a entrambi i cicli qui contenuti (quelli della jungla e dei pirati della Malesia). Con le illustrazioni di C. Linzaghi, il volume contiene in apertura le immancabili schede sulla vita e le opere dell’autore, oltre che sui personaggi e sui luoghi dei romanzi trattati (attenzione: spoiler a iosa insieme a virgolettati dell’autore riutilizzati a piene mani).
Noi avevamo già avuto modo di recensire un’altra raccolta di romanzi salgariani, quella del ciclo dei corsari, a cura di Claudio Magris (trovate a seguire le recensioni QUI de Il Corsaro Nero, QUI de La regina dei Caraibi, QUI di Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, QUI de Il figlio del Corsaro Rosso, QUI de Gli ultimi filibustieri, QUI de I corsari delle Bermude, QUI de La crociera della Tuonante e QUI di Straordinarie avventure di Testa di Pietra).
La presente raccolta come detto si compone in due cicli, composti da sette libri il primo e da quattro il secondo, ciascuno introdotto da una breve Premessa. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno (proprio come abbiamo fatto in passato con i Corsari). Oggi tocca a La riconquista di Mompracem…

YANEZ SPODESTA SANDOKAN
La riconquista del Mompracem (1908, pubblicato successivamente come La riconquista di Mompracem) è l’ottavo capitolo della serie ma primo del secondo ciclo indo-malese (ben più breve di quello che lo ha preceduto). A dire il vero questo secondo ciclo è un ciclo di Yanez che, non del tutto inaspettatamente, da spalla diventa il personaggio principale: se in questo romanzo Sandokan è già sullo sfondo, addirittura nei successivi due è completamente assente. Questo perché la figura (ormai cinquantenne) della Tigre di Mompracem era troppo solida e affermata nell’immaginario dei lettori per poter subire ulteriori “rivisitazioni”, al contrario del suo affascinante comprimario, duttile e mutevole per definizione. Più invecchia, più Yanez de Gomera diventa furbo. Infatti è grazie all’intraprendenza del portoghese che il supereroico malese (spoiler) riconquista la sua nicchia sacra.
Si tratta anche dell’ultimo romanzo ambientato in Malesia. Dopo avere già conseguito entrambi il potere e la sovranità, Sandokan e Yanez puntano infatti a riprendersi lo scoglio a picco sul mare: luogo e simbolo dei ricordi. Una conquista, quella di Mompracem, già annunciata nel finale del precedente romanzo (Alla conquista di un impero), come già in passato la riconquista del regno di Surama in quel romanzo era stata preannunciata nel suo predecessore (Il Re del Mare).
KAMMAMURI SPODESTA TREMAL-NAIK
Yanez assume una falsa identità, quella dell’ambasciatore inglese presso il sultano di Varauni, per farsi imbarcare dal piroscafo del capitano John Foster e venire introdotto alla corte del sultano nemico Selim-Bargasci-Amparlang, mentre Sandokan (e Tremal-Naik) con i tigrotti attendono un suo segnale per muovere il colpo finale. Una tecnica già vista ne Le tigri di Mompracem, I pirati della Malesia e Alla conquista di un impero. Questo si spiega con le condizioni in cui vessava Emilio Salgari, che lo costringevano a un incalzante ritmo di scrittura, senza spesso dargli il tempo di rileggere e correggere. Ciò ha avuto ripercussioni nella qualità della scrittura: certe scene ripropongono schemi narrativi già consolidati, altre sono semplicemente banali.

Tra i nemici c’è anche un californiano che di nome fa Bill il Buffalo, mentre Yanez vive un’ambigua avventura con una bella olandese che non sfocia ma in tradimento. Insieme a Yanez cresce anche l’altra “spalla” originaria, il personaggio di Kammamuri, il fedele maharatto, che a sua volta supera il suo padrone Tremal-Naik: se questi scende con le truppe di Sandokan dai Monti di Cristallo, è Kammamuri a mettersi alla testa di un’orda di Cinesi, uno spiegamento di forze che consentirà (mentre Yanez tiene in ostaggio il sultano) di espugnare la mitica Mompracem.
Di nuovo la bandiera rossa con la tigre si alza sull’isola di Mompracem, e ora che ha realizzato il suo sogno a Sandokan non rimane che rimpiangere l’amata e perduta Marianna. Intanto la regina dell’Assam, Surama, sta per dare un figlio a Yanez…
CINEMA E TV
Il famoso sceneggiato Sandokan del 1976 ha avuto l’anno successivo un sequel cinematografico, La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! con l’identico cast. Si tratta di un adattamento di questo romanzo (piuttosto che di quello con cui condivide il titolo), pur con alcune integrazioni prese da I pirati della Malesia e, appunto, Sandokan alla riscossa.

In questa versione, dopo la morte dell’amata Marianna, Sandokan vive ritirato in India. Fino a quando la giovane malese Jamilah (Teresa Ann Savoy) non gli fa decidere di lasciare il suo volontario esilio per ricominciare la lotta contro l’Inghilterra.
Sullo schermo Salvatore Borgese interpreta Kammamuri, ruolo per il quale era già stato scritturato per il primo Sandokan salvo essere licenziato perché il personaggio venne omesso dalla sceneggiatura. Lo sforzo produttivo minore rispetto alle precedenti pellicole, comunque, lo fece floppare al botteghino. La critica non aiutò, e Sandokan praticamente sparì dai radar per circa un ventennio.
In realtà nel 1998 Sergio Sollima girò come continuazione una miniserie in due puntate, Il figlio di Sandokan, con Kabir Bedi e Marco Bonini, e un budget nettamente minore, destinata a Rai Uno, ma per controversie legali non fu mai trasmessa. Una versione alternativa de La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!, ovvero che non tiene conto della sua esistenza e si collega direttamente al finale del primo Sandokan, esiste. Scollegato dai precedenti se non per la presenza di Kabir Bedi, Il ritorno di Sandokan è stato diretto nel 1996 da Enzo G. Castellari. In cabina di regia avrebbe dovuto esserci sempre Sollima ma un cambio dirigenziale Rai bloccò la produzione che passò quindi a Canale 5. Ma neanche Philippe Leroy tornò, non convinto della sceneggiatura, e fu sostituito da Fabio Testi. Pur guadagnandosi il favore del pubblico, la nuova miniserie non convinse la critica.

CONCLUSIONI
Nel 1998 la Mondo Tv ha anche realizzato una serie a cartoni animati dal titolo Sandokan – La tigre della Malesia, che ha contaminato le trame delle singole opere le une con le altre. I personaggi sono stati ringiovaniti ed edulcorate le scene di violenza.
Finito di leggere: martedì 17 settembre 2024.
Nel salutarvi vi invito a leggere La riconquista di Mompracem di Emilio Salgari, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Il prossimo appuntamento con Il ciclo di Sandokan è per sabato XX MESE con Il Bramino dell’Assam.
Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!
ALTRO: Le avventure di Sandokan 1/11: Le Tigri di Mompracem.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 2/11: I misteri della jungla nera.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 3/11: I pirati della Malesia.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 4/11: Le due tigri.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 5/11: Il Re del Mare.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 6/11: Alla conquista di un impero.
ALTRO: Le avventure di Sandokan 7/11: Sandokan alla riscossa.