LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE di Mark Haddon
UN LIBRO DA LEGGERE PRIMA DI MORIRE
Inserito dalla BBC fra i “100 libri da leggere prima di morire“, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è il libro più noto di Mark Haddon, tradotto in oltre venti paesi e che ha scalato persino le classifiche italiane.
Colui che dovrà risolvere il caso cui si fa menzione nel titolo, ma anche colui che crede sia un caso degno d’attenzione, è Christopher John Francis Boone, quindicenne che soffre della sindrome di Asperger: si presenta dicendo il suo nome per intero, e quando gli chiedono l’età risponde riportando con esattezza anno, mesi e giorni. Se da una parte ha un deficit nell’interpretare le espressioni degli altri, dall’altra Christopher dimostra spiccate qualità matematiche. Si prende cura di un topolino domestico, odia il giallo e il marrone ma ama il rosso, detesta essere toccato e immagina di essere l’ultimo uomo sopravvissuto sulla Terra…

A CASA CON DELITTO
Il caso di cui decide di occuparsi comincia con il delitto di Wellington, il cane barbone della vicina di casa. Quindi comincia esattamente come Il mastino dei Baskerville, uno dei romanzi preferiti di Christopher. Ne deduce che, come nel libro con Sherlock Holmes, si uccide un cane in realtà per colpire un uomo. Infatti Christopher ha delle qualità in comune con Sherlock: riesce ad astrarsi dalla realtà, riesce a collegare eventi bizzarri e apparentemente sconnessi, non crede nel soprannaturale. Lo stesso titolo del libro di Haddon è la corretta trascrizione di una frase attribuita da Arthur Conan Doyle al detective più famoso di tutti i tempi nel romanzo sopracitato.
Il giallo che Christopher sta scrivendo, e contemporaneamente risolvendo, è praticamente un diario delle settimane che lo vedono nei panni di novello investigatore, un taccuino d’appunti che nasce dietro suggerimento della sua insegnante Siobhan. I capitoli sono indicati seguendo la sequenza dei numeri primi, per precisa scelta della voce narrante, che è quella del protagonista, al quale è impossibile non affezionarsi, soprattutto per la maniera in cui Haddon (vero autore) costruisce l’immedesimazione: il lettore (grazie ma non solo all’ausilio di digressioni ed esemplificazioni ottenute anche per mezzo di disegni, fotografie, diagrammi, grafici, formule ed elenchi, comunque mai eccessivi, salvo un uso ridondante del grassetto) viene portato a decostruire la realtà come fa questo “detective sui generis” che è il nostro Virgilio, finendo per essere catapultato all’interno della sua diversità.

STILE
Nonostante Christopher detesti le descrizioni nei libri che legge, effettivamente si ferma spesso per descriverci il suo modo di vedere e incasellare il mondo: significativo è il fatto che non dica mai bugie, per cui al momento dell’indagine comincia a esprimersi per verità incomplete pur di far venire a galla la verità sull’assassino. Noi ne sappiamo tanto quanto il narratore, che è anche personaggio e principale testimone, e viviamo sulla nostra pelle la sua vita solitaria fatta di sollecitazioni sensoriali che portano a procedure logiche, così infine da ottenere pure noi una visione introspettiva unica.
L’indagine sull’omicidio porterà l’adolescente anche ad investigare, come nei migliori romanzi di formazione, sul proprio rapporto quotidiano con il padre (e la madre), fatto di incomprensioni, mezze verità, scelte sbagliate, dettate ora dall’handicap mentale ora dall’estrema sensibilità. Questo perché anche i piccoli momenti della vita possono diventare gialli irrisolvibili e soltanto attraverso la logica acuta di Christopher, tra impulsività e piccole manie, riusciamo ad approdare (e infine a risolvere) misteri ben più grandi di quello del cane.

CONCLUSIONI
Vincitore del premio Whitbread nel 2003 per il miglior libro e del premio letterario Merck Serono nel 2004 (premio nostrano dedicato alle opere che sviluppano un confronto tra scienza e letteratura), Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ha avuto una celebrata versione teatrale prodotta a Londra dal Royal National Theatre, che ha ottenuto ben 7 Oliver Awards, andata in scena a Broadway e rappresentato anche sui nostri palchi (è uno degli spettacoli più noti del teatro dell’Elfo), e a breve avrà un adattamento cinematografico prodotto dalla Warner Bros scritto e diretto da Steve Kloves (sceneggiatore di tutti i film di Harry Potter, per capirci).

Lo si legge d’un fiato, scritto con grazia e arguzia. Inevitabili i momenti divertimenti ma per fortuna fuori dallo stereotipo, onorevole il fatto che Mark Haddon abbia dato voce a chi di solito non parla nei libri ma è “parlato”. Difatti l’autore ha dalla sua un’esperienza pluriennale come insegnante di bambini con disturbi di apprendimento. Cosa che rende il romanzo adatto a tutte le età, importante anche a fini didattici e per sviluppare una buona coscienza critica della patologia in questione: infatti la disabilità non è guardata con il solito patetico pietismo un tanto al chilo della società civile, ma esattamente dal punto di vista delle persone affette da autismo. Per di più attraverso la lente del giallo.
Finito di leggere: mercoledì 6 gennaio 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.