L’OMBRA di Roger Hobbs
L’UOMO NELL’OMBRA
L’Ombra è un appellativo che non rende giustizia al protagonista. Da uno che di lavoro fa l’Ombra ci aspettiamo pedini qualcun altro da mane a sera. O qualcuno abituato a vivere e a lavorare ai margini, come nel capolavoro di Roman Polanski con Ewan McGregor.
Invece l’Ombra protagonista del romanzo d’esordio di Roger Hobbs è un camaleonte.

L’Ombra, di cui non conosciamo la vera identità, è bravo a mutare aspetto, e a farlo silenziosamente. Non è facile contattarlo, proprio perché l’Ombra sa come rendersi invisibile. Ma chiunque riesca a scrivergli una mail può allora dargli un lavoro: si tratta nella fattispecie di incarichi salatissimi e pericolosissimi.
LE METAMORFOSI
Come annuncia la quarta di copertina, Hobbs alla sua prima prova scrive davvero (quasi) come un maestro del genere. Sono impressionanti le pagine in cui l’Ombra si trasforma fisicamente e psicologicamente: può cambiare età, caratteristiche fisiche, timbro vocale nel giro di poche prove e ore (e non di rado aiutandosi con interventi chirurgici e tinte per capelli). In poche righe egli può mutare aspetto e carisma, da Jack Morton metamorfosarsi in John Grimaldi e via dicendo… meglio di Jarod il Camaleonte!

Ah dimenticavo! Quando ha del tempo libero l’Ombra si diletta traducendo classici latini (questo a dire il vero cozza un po’ con il suo passato da criminale di mezza tacca prima che entrasse nel radar di Angela, la sua mentore-Ombra). Per lui effettuare il passaggio da una lingua all’altra è una sorta di esercitazione del passaggio da una persona (da interpretare) all’altra. Voglio dire, non è un caso se su tutti preferisce tradurre l’Ovidio dell’Ars Amatoria ma soprattutto delle Metamorfosi.
THE TRANSPORTER E NON SOLO
L’Ombra viene spesso inserita come elemento portante di squadre criminali da videogames, quelle dove ciascun componente ha caratteristiche distintive di ruolo che qui vengono canonizzate da una sorta di paraorganizzazione malavitosa transnazionale: il timoniere è colui che guida nelle rapine (bella la spiegazione sul perché di un termine così vecchio abbia scalzato un più intuitivo “conducente”) come il Transporter di Jason Statham, i manovali si occupano del lavoro pesante e dispongono di tante armi, il traduttore ha un compito abbastanza intuitivo, lo scassinatore ha come campo d’interesse le casseforti, il coordinatore è il mestiere più delicato è importante…

Nel romanzo di Hobbs, l’Ombra viene rintracciata da un coordinatore per il quale aveva lavorato anni prima, Marcus Hayes, e che anni prima si è rovinato la reputazione di coordinatore (per colpa dell’assassino a pagamento che si cela nell’Ombra?). Hayes è un boss adesso, l’Ombra ha un debito con lui (motivo per cui Hayesvrichiede gratis la sua commissione) e perciò viene impacchettato e spedito ad Atlantic City per recuperare il bottino di una rapina al casinò finita male e coordinata da Hayes (evidentemente la pessima fama lo precede). Ombre, coordinatori, timonieri hanno senso solo in un mondo dove esiste…
L’EXECUTIVE CONCIERGE SERVICES
L’Executive Concierge Services è una sorta di esclusiva superagenzia cheoffre ai criminali in trasferta una serie di servizi (da intendersi, perlopiù mortali) e comodità, ovviamente con la massima discrezione. Esattamente come la linea degli Hotel Continental nella saga di John Wick: porto franco per la mala mondiale, mettono a disposizione dei propri ospiti una serie di servizi di primo livello (come becchini convenzionati, ecc), ovviamente con la massima discrezione.

Il contatto dell’Executive Concierge Services ad Atlantic Ciry per la nostra Ombra è un tipo mansueto e preciso che corrisponde al nominativo (falso) di Alexander Lakes. Esattamente come il premuroso e cordiale Charon (interpretato da Lance Reddick) sta all’assassino in fuga John Wick (Keanu Reeves nel ruolo che ha rilanciato la su carriera). Grazie ad Alexander Lakes che fornisce auto, cellulari, armi, contatti, ecc (pur se a volte si è costretti a estorcerglieli), l’Ombra può scorrazzare avanti e indietro lungo quel Boardwalk di Atlantic City la cui ricostruzione conosciamo a menadito nell’epoca del proibizionismo. Per questo dobbiamo dire grazie a Boardwalk Empire, serie Tv di Terrence Winter prodotta da Martin Scorsese, con Steve Buscemi e Michael Pitt.

UNA BOMBA A TEMPO
La missione ad Atlantic City (trovare il rapinatore sopravvissuto e i soldi prima che esploda la carica federale al loro interno) si complica quando entra in gioco il Lupo (al secolo Harry Turner), altro boss che ha fiutato la trappola che Marcus ha preparato per lui e vuole ricambiare servendogli un triplo gioco. L’Ombra si trova nella classica situazione da Per un pugno di dollari, con due boss che vogliono scannarsi fra di loro e lui nel mezzo. Solo che più che da Ombra è lui a comportarsi da Lupo: si fa cacciare solo per cacciare lui stesso, ama l’adrenalina e il rischio… Insomma, un frullato fra lo Straniero di Clint Eastwood e il Keyser Soze di Kevin Spacey.

Questa sua letale attitudine lo riaggancia al ricordo di quel colpo fatto (cinque) anni prima a Kuala Lumpur in stile The Entrapment e con un’idea veramente geniale: le due linee narrative si rimpallano l’un l’altra a forza di suspense e sorprese, da una parte il thriller e dall’altra l’heist, due generi (due libri) in uno. Dall’uno all’altro, l’ombra spezza telefonini dopo ogni chiamata neanche fosse Walter White in Breaking Bad.

L’avventura ambientata nel passato fu la volta in cui conobbe Marcus (quando ancora faceva il coordinatore) e lavorò per lui in compagnia della sua mentore e amante Angela. Le cose andarono storte in Malesia, e anche oggi ad Atlantic City non sembrano migliorare. Il conto alla rovescia per riconsegnare la refurtiva si fa sempre più inesorabile, mentre una nuova donna spunta dal nulla per ostacolarlo: l’agente federale Rebecca Blacker. Di solito i federali si muovono in coppia, ma qui va servito il colpo di scena romantico con l’unica donna in grado di rintracciare l’Ombra… come ne è stato in grado il supercriminale il Lupo… Insomma, la nostra è un’Ombra che ama farsi trovare, altrimenti che piacere ci sarebbe (il protagonista stesso ce lo ricorda più di una volta)?

STILE
A volte sembra di leggere le pagine (estremamente descrittive) di una sceneggiatura più che di un romanzo, altre volte non capiamo perché l’autore si concentri su certi dettagli (le frecce per rimettersi in carreggiata) e ne dimentichi altri (il viaggio in macchina). Sicuramente imputabile all’immaturità del debutto oscurata dalla grande pubblicità ricevuta.

Nonostante tutto quella di Hobbs è una innegabile scrittura da navigato con echi di Elmore Leonard, al netto di alcune ingenuità: la facilità con cui l’Ombra fa fuori i primi due palestrati, tatuati e neonazisti scagnozzi del Lupo, l’idiozia di un caveau blindatissimo e protettissimo in un grattacielo indiano che non dispone di un gioielliere per valutare le pietre preziose da assicurare (persino in quella scemenza di Ocean’s 8 non si è fatto questo passo falso), la necessità dell’Ombra di bonificare un garage dalle sue impronte digitali quando invece si è distrutto i polpastrelli molti anni prima…
HEIST FICTION
La vera forza di questo adrenalinico romanzo scandito da avvincenti (e brevissimi) capitoli è la linea che Hobbs traccia in mezzo fra il pulp e lo spionaggio con il suo inedito personaggio dipinto come un James Bond del crimine… Forse è proprio questo aspetto infallibile (e per forza di cose freddo) a diminuire il mordente dell’Ombra soprattutto nelle scene action… ma in questo senso il finale riserva una bella sorpresa (per quanto leggermente telefonata). L’autore avrebbe dovuto giocare di più con l’aspetto meticoloso (al limite della paranoia e della maniacalità) per farlo fallire almeno una volta. Il risultato è un noir manieristico frutto di un mix postmoderno e ultracitazionista che gli ha assicurato una carriera da bestseller.
CONCLUSIONI

L’Ombra è stato scritto da Hobbs al suo ultimo anno di college (aveva 22 anni e gli affiancarono lo storico editor di Carver, Easton Ellis, Highsmith e McCarthy), pubblicato nel 2013 (in Italia da Einaudi), vinto diversi premi (il CWA Ian Feling Steel Dagger e il Maltese Falcon Award su tutti), venduto i diritti cinematografici alla Warner Bros. e conosciuto un sequel. Qui ti volevo: il mondo dell’Executive Concierge Services si espande in Pronti a svanire, secondo romanzo di Hobbs, che riporta in scena la femme fatale Angela e il suo allievo Jake. Esattamente come si sta espandendo al cinema l’universo di John Wick. Ma se abbiamo ancora speranze di esplorare l’universo ipersaturo del killer cinofilo interpretato da Keanu Reeves, purtroppo non potremo addentrarci ulteriormente nella mitologia delle Ombre perché Roger Hobbs, con soli due libri all’attivo già considerato nuovo fenomeno mondiale del thriller, è prematuramente scomparso all’età di 28 anni a seguito di un’overdose. Fa specie rileggere quindi certe pagine dove descrive la morte di un rapinatore per mezzo dell’ultima iniezione di eroina.
Ci chiediamo se avrebbe mai raggiunto quella cinica asciuttezza alla Don Winslow o se avrebbe ingranato la marcia sul versante più iperbolico/paradossale/cinematografico che già in queste pagine la fa da padrone.
Almeno abbiamo ancora speranza di vedere il film, anzi, di vederne due!
Nel salutarvi, vi invito a leggere L’Ombra di Roger Hobbs, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: venerdì 28 giugno 2019.