MANGIATORI DI MORTE di Michael Crichton
UNA LEGGENDA VERA
Siamo nel 922 dopo Cristo. ibn Fadlan è un colto e curioso dignitario arabo che il suo califfo invia in missione diplomatica nella terra dei normanni. ibn Fadlan annota ogni cosa nel suo diario di viaggio. Per lui che viene dal mondo sofisticato ed evoluto di Baghdad, la “Città della Pace“, l’incontro con l’Europa dell’epoca è scioccante: conosce numerosi gruppi di “barbari”, che curano l’igiene meno di quanto non facciano con cibo, alcol e sesso, e assiste ai loro riti, alla violenza delle loro cerimonie, alle orge. Nonostante la sua diversità, viene comunque accolto nel clan vichingo in cui giunge, dove gode della protezione del suo capo, Buliwyf, che seguirà fino in Scandinavia dove il gruppo (di cui lui è il tredicesimo membro, un numero che porta fortuna) lotterà contro minacciose creature della nebbia (i weindol) che minacciano la sopravvivenza stessa del clan.
Michael Crichton è uno dei più grandi autori di bestseller del mondo (leggi QUI la recensione di Jurassic Park, QUI de La grande rapina al treno, QUI di Timeline e QUI de I cercatori di ossa) nonché regista e autore della serie televisiva E.R. Medici in prima linea. Per questa storia si è ispirato chiaramente all’epopea altomedioevale Beowulf, mentre il protagonista si basa sulla figura realmente esistita di Ahmad ibn Fadlan, un cronista arabo di origine persiana che viaggiò sul Volga dove venne a contatto con i Vichinghi. Nonostante anche il “vero” ibn Fadlan li considerasse un popolo rozzo e primitivo, ne documentò molte usanze (i funerali con le sepolture navali, il modo di lavarsi tutti con la stessa acqua, il loro modo di pregare, ecc.): i tre capitoli del suo diario, quelli riguardanti il popolo dei Rus’ (“uomini che remano” ovvero le popolazioni medievali scandinave), sono stati fonte di ispirazione per il romanzo.

CONCLUSIONI
Le poche pagine aiutano la velocità di lettura. Ma per godersi la storia appieno sarebbe meglio avere una conoscenza più approfondita della originale leggenda anglosassone, magari recuperando il film di Robert Zemeckis, uno dei primi in CGI, La leggenda di Beowulf, che era una versione cruda ma al contempo fantastica del poema epico. Allo stesso modo Mangiatori di morte è una reinterpretazione realistica del mito, come ad esempio farà molti anni più tardi Robert Eggers con Amleto, sempre in salsa vichinga, nel film The Northman (2022).
A volte il romanzo, già di per sé mascherato da relazione di viaggio, diventa saggio accademico su usi e costumi dei vichinghi, c’è tra l’altro un‘Appendice finale in cui Crichton spiega “scientificamente” l’interpretazione che ha dato dei weindol. Dal romanzo di Crichton è stato inoltre tratto il bel film Il tredicesimo guerriero (1999) di John McTiernan con Antonio Banderas e Omar Sharif.
Finito di leggere: mercoledì 14 maggio 2025.
Nel salutarvi vi invito a leggere Mangiatori di morte di Michael Crichton, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.