MENDEL DEI LIBRI di Stefan Zweig
MEMORIA FOTOGRAFICA
Jakob Mendel, a distinguerlo è la sua memoria fotografica per i libri (non per la letteratura). A differenza del giovane protagonista di Suits, il “potere” di Mendel si concentra, appunto, esclusivamente sui libri (i titoli, gli autori, i prezzi alle aste, i magazzini delle biblioteche…). Un potere che esercita nel caffè Gluck di Vienna dove ormai è di casa. Nonostante le omonimie, non parliamo del Gregory Mendel del “pisello odoroso” e non è la via Gluck cantata da Adriano Celentano.

CATALOGO VIVENTE
Come un (burbero) catalogo vivente Mendel conosce ogni libro esistente, sa indicare i volumi relativi a un determinato argomento e dove rintracciarli. I libri lo isolano, i libri lo addolciscono. Mendel ama i libri come Stefan Zweig (l’autore, quando pubblica il racconto, è già famoso), austrico ed ebreo laico almeno fino allo scoppio della Prima Guerra, ed è un po’ quel che qui si racconta…
Un ebreo che conosce più libri che persone, conosce i mondi nei libri e gli sfugge quello intorno a lui: propensione che farà vivere tragicomiche peripezie a questo ebreo austriaco che in tempo di guerra manda lettere in Francia e in Inghilterra come se niente fosse. Non si accorge che il mondo cambia, non ha mai pensato di smettere la cittadinanza russa e così il mondo, che invece si accorge di lui, è deciso a eliminarlo con tutto ciò che rappresenta.

UOMO LIBRO
La censura mitteleuropea, l’antisemitismo del periodo, i campi di prigionia finiranno per intaccare la memoria di questo bibliomane: il caffè si trasforma in un locale, chi lo aveva conosciuto (l’io narrante) sembra essersene dimenticato, ma sopravvive ancora un ricordo, ed è un libro offerto dalla meno scontata delle lettrici.
Quello di Mendel, antesignano degli uomini-libro di Fahrenheit 451, è un caffè dove è possibile scorgere accaniti giocatori di scacchi, e la mente corre a quel racconto immortale di Zweig, Novella degli scacchi, ma pubblicato solo dodici anni dopo (nel 1941).

CONCLUSIONI
Una novella di poco più di cinquanta pagine che si pone quale parabola amara della bibliofilia di un ebreo galiziano ma testimonia l’immaturità smemorata della storia e la brutale ignoranza del mondo. Mendel dei libri è brevissimo, dolcissimo, si divora in un attimo e si digerisce con il tempo.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Mendel dei libri di Stefan Zweig, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: martedì 26 febbraio 2019.