MISSIONE IMPOSSIBILE di Andrea Frediani
ROMANZO STORICO
In fatto di romanzi storici, il prolifico romanziere e saggista Andrea Frediani, con oltre un milione di copie vendute e tradotte in sette lingue, può forse considerarsi l’erede di Valerio Massimo Manfredi. Collaboratore di diverse riviste specializzate come Focus Wars, è soprattutto per essere lo scrittore di Jerusalem ma anche di Dictator, la trilogia su Giulio Cesare, e Gli invincibili, la quadrilogia su Augusto. Missione impossibile (2017) è uno dei suoi lavori più recenti, come sempre edito da Newton Compton.
Manco a dirlo, nonostante il titolo fuorviante, non ha niente a che vedere con la serie TV di spionaggio degli anni ’70 né con i revival cinematografici di Tom Cruise.

Siamo nel primo decennio dell’anno cento dopo Cristo, nel pieno della Seconda Guerra Dacica (la Dacia corrispondeva più o meno all’attuale Romania), dopo che la precedente guerra era stata combattuta e perduta da Domiziano. In un momento di stallo, un ambizioso quanto incompetente tribuno, tale Giulio Valerio, suggerisce all’imperatore un’idea improbabile: liberare il generale Pompeo Longino, caduto in mano nemica. Il tribuno vi vede un’occasione per fare carriera rapidamente, Traiano un buon modo di liberare l’amico senza dover negoziare con i barbari. Servono però gli uomini giusti per portare a termine questa missione suicida in stile Bastardi senza gloria o Suicide Squad, del resto lo spunto non è nuovo.
SQUADRA SUICIDA
E’ lo stesso imperatore Traiano a convocarli: il baro e assassino Rufo Sito; due rissosi e inseparabili amici legionari, il veterano Cecilio Avito e la recluta Curzio Musio; un ex eroe di guerra diventato alcolizzato dopo la morte della moglie, Quinto Furio Clemente; un civile immunus (“mezzosangue“, nato da un legionario e una barbara dacia) aggregato all’esercito, Sittio Ingenuo. Insomma, una missione con alte probabilità di fallimento, perciò affidata a uomini “sacrificabili”, ai quali viene concessa un’ultima occasione per conquistare (o recuperare) il loro onore. Li affianca come guida e interprete la barbara Meda, unica donna fra loro, in qualità di interprete dace.

Travestiti malamente da barbari, attraversano le linee nemiche e si spingono a oriente del Danubio, diretti a Sarmizegetusa Regia, capitale dacica. L’obiettivo è liberare il generale Longino o morire nel tentativo. Lungo il percorso si impegnano lungo la terra bruciata lasciatasi dietro dai daci per arrestare l’avanzata romana, ingaggiano duelli all’ultimo sangue, litigano e combattono fra loro. A complicare le cose, però, c’è uno sporco crimine: Rufo Sisto, già indebitato fino al collo, prima di partire aveva sgozzato il giovane fratello del valente e famoso centurione Gaio Messio. La smania vendicatrice che si impossessa di quest’ultimo tocca vette improbabili quando lo spinge a disertare, lanciandosi alle calcagna dell’assassino. Gaio sarà il jolly che potrà portare la missione al fallimento o al trionfo.
CONCLUSIONI
Come in tutti i romanzi di Frediani, le avventure fittizie si incuneano perfettamente nelle pieghe inesplorate della storia documentata. Il generale Longino e il centurione che lo salvò, vengono entrambi citati nella Storia romana di Cassio Dione il cui stralcio è riportato dall’autore in epigrafe, subito dopo l’immancabile utile mappa del continente.

Mirabile è l’abilità di Frediani di alternare i punti di vista di tutti i personaggi, sempre ben delineati, come se ci trovassimo in un thriller psicologico, sebbene alcuni caratteri rischino a volte di risultare fin troppo inverosimili (si pensi proprio a Gaio Messio).
Fedele ricostruzione storica, così come la descrizione degli ambienti. L’intreccio è spesso minato da battaglie e scontri forse eccessivamente tecniche (qui si rivela la precisa conoscenza dell’autore), ma comunque risollevato dai continui colpi di scena.
Finito di leggere: mercoledì 23 febbraio 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Una storia romantica di Antonio Scurati, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.