QUATTROCENTO di Susana Fortes
DUE STORIE
La storia di Quattrocento di Susana Fortes, edito da Nord, viaggia su due binari paralleli.
Da una parte il racconto in prima persona di Ana Sotomayor, giovane studentessa che, come l’autrice, si è laureata presso l’università di Santiago de Compostela (l’autrice in Storia e Geografia) ma si è specializzata fuori (l’autrice in Storia americana all’università di Barcellona). Grazie alla borsa di studio della Fondazione Rucellai, la giovane Ana si trova a Firenze per la tesi di dottorato sul pittore (sconosciuto) Piergiorgio Masoni, e conta come relatore sul professor Giulio Rossi, amico del defunto padre a sua volta insegnante di Storia del diritto all’università di Santiago de Compostela.

Dall’altra parte il racconto in terza persona di come il giovane apprendista Luca cercasse Vernocchio e invece nella bottega del maestro trovi il (fittizio) pittore Piergiorgio Masoni detto “Lupino” (ha pure un cane che chiama “Lupo”) a sua volta maestro, fra gli altri, del Perugino. Luca vive quei tumultuosi anni in cui Lorenzo de’ Medici detto “il Magnifico” rifiutava un prestito a Papa Sisto IV con il quale intendeva acquisire la città di Imola e farla entrare nei territori vaticani; così per vendetta il Papa favoriva la corsa di Salviati, nemico storico dei Medici, al vescovado di Pisa e congiurava insieme a Jacopo Pazzi per uccidere la famiglia di Lorenzo la domenica di Pasqua in chiesa.

DUE TEMPI
Nella prima parte la scorrevolezza della trama è intaccata dalla stucchevolezza delle introspezioni psicologiche, nella seconda l’intreccio parallelo minato dal falso storico. Non si capisce davvero la ragione di dovere inventare di sana pianta un pittore (Piergiorgio Masoni) e un dipinto (la Madonna di Nievole) dato tutto il materiale che il “vero” Quattrocento italiano ci mette a disposizione. Da questo punto di vista titolo e copertina sono fuorvianti per quanto epici e immaginifici. Non si racconta di un secolo intero, ma di una porzione ben precisa e che in qualche modo però quel secolo lo ha condizionato…

Infatti la linea temporale del presente e quella del passato culminano IN un altalenante montaggio alternato con il 26 aprile 1478, data della Congiura dei Pazzi che ha visto coinvolto come insospettabile mandante (ATTENZIONE SPOILER) Federico da Montefeltro, al secolo duca di Urbino. Tale è il segreto celato da Masoni nella Madonna di Nievole. Purtroppo, per quanto avvincente, la trama della Firenze medicea è anche quella meno sviluppata e alla quale è dedicato meno spazio.

DUE CITTA’
La vicenda si dipana fra “due” Firenze, quella moderna e quella antica, e ambisce ai toni mystery di cui è maestro Dan Brown. Questi aveva “visitato” il capoluogo toscano con Inferno, romanzo che ruotava sull’immortale capolavoro dantesco; la gita della Fortes invece si concentra su un inesistente quadro anticlericale che posiziona l’autrice su quella stessa linea che ha decretato il successo de Il codice Da Vinci: il legame occulto fra pittura rinascimentale e cristianesimo oscurantista. A onor del vero Quattrocento, pubblicato nel 2007, precede di ben sei anni il romanzo fiorentino di Dan Brown, da cui il terzo film della serie con Tom Hanks, ma non può competere con il bestseller inglese.

Il problema è che sin dall’inizio manca un obiettivo chiaro (leggasi “indagine”), a differenza della prima avventura di Robert Langdon, il fatto che manca un delitto sul quale indagare e un colpevole in fuga, non aiuta per niente. La Fortes non lesina dettagli truculenti, certo, ma il tutto è un po’ fatuo, anzi filtrato dai “piccoli problemi di cuore” di una studentessa che usa frasi innaturali (es: “scarpe che, nonostante la forma sportiva, avevano un design esclusivo”…), invaghita di un professore snob che cita perfettamente a memoria i titoli dei libri da studiare (e sui quali ha lavorato l’autrice) e che poi insieme mangiano una gustosissimatorta di mele al calvados in un ristorante toscano…

CONCLUSIONI
Lunghissime descrizioni e dettagliati riepiloghi dissolvono quindi la magia dell’avventura: così si perdono e confondono gli attentati dell’Alfa Romeo dall’alettone nero e tutto quel vorticare di personaggi, dal nano lynchiano con un cappotto dal bavero di pelliccia con zampe di volpe al frate incappucciato con molosso al seguito, dal restauratore degli Uffizi all’inviato degli Archivi Vaticani passando per il commissario di polizia con lo sguardo “di chi legge Pavese“…
In sottofondo le cronache italiane sul sequestro di Giuliana Sgrena e i malori di Giovanni Paolo II sono solo una distrazione in più rispetto alla prevedibile rivelazione sull’ennesima segretissima loggia massonica di origine medievale, di stampo pontificio e legata in qualche modo al Banco Ambrosiano.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Quattrocento di Susana Fortes, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: lunedì 2 settembre 2019.
2 Replies to “QUATTROCENTO di Susana Fortes”
Ciao!!!! Ma che caso che sono capitata sul tuo post!!!! Assolutamente sono d’accordo con tutto ciò che dici. Intanto, sono a metà libro, e pure io mi chiedo “perché inventarsi tutta sta storia sul nostro 400? ” Ok, i Medici non erano stinchi di santi, si sa, però è storia… Inventarsi il pittore Masoni, mi ha creato confusione, con seguito di ricerche che sto appurando(la Madonna di Nievole ha il labbro rivolto come un ghigno o no? Tanto per citare qualcosa… E, poi, ripeto le lunghissime descrizioni, troppo lunghe in momenti dove la voce narrativa si fa calzante, ed il ritmo veloce… Bhe l’ho preso come lettura estiva
Credo che fosse stata una forzatura dovuta alla moda editoriale del tempo di dover emulare il Codice Da Vinci a tutti i costi