ScrivereSenzaGloria: NON MI FREGHI di Joe Navarro
Paraverbale
Immigrato da Cuba ed ex agente dell’FBI Joe Navarro (specialista in controspionaggio), coadiuvato dalla penna di Marvin Karlins, mette a nostra disposizione un imperdibile campionario di comunicazione non verbale.
Come coglierla, come interpretarla e come metterla in atto per cambiare la percezione che gli altri hanno di noi e, di conseguenza, influenzare l’ambiente che ci circonda. A tal proposito, l’Isoprassi vuole che i comportamenti di due persone a loro agio si rispecchino vicendevolmente.
Una lezione di prossemica cui far tesoro, sia che vogliate inchiodare il sospettato che mente all’interrogatorio, bluffare il giocatore di poker seduto davanti a voi, capire se la relazione con il vostro compagno o compagna è al capolinea, intuire che piega stia prendendo una discussione d’affari. Oppure che vogliate creare dei personaggi non solo credibili ma addirittura umani, per una storia (romanzo, sceneggiatura, ecc.) che sia soprattutto sincera.
Box e foto
Il libro non è per nulla tecnico. La scrittura essenziale e quasi “infantile” (semplicizzata oltre ogni modo) rende scorrevole la lettura. Il contenuto è esplicitato più volte da una serie di avvincenti Box che riportano aneddoti ed esempi, di casi risolti come di lezioni tenute ai suoi allievi, ovvero la pratica che rende evidente la grammatica evidenziata nel testo.
Inoltre vi è il corredo fotografico di un uomo (giacca e cravatta da vero agente FBI) e di una donna per mettere “in posa” i vari segnali spiegati. Un uomo e una donna perché, oltre ai più comuni segnali universali, ce ne sono molti di specifici per ciascun genere.

L’uomo delle foto, a dire il vero, sembra molto più rigido anche quando deve mostrarsi rilassato. Quel che “pensano” i suoi occhi spesso tradisce quel che ci comunica invece la posa plastica del suo viso, delle mani, della postura, ecc.
I box sono veramente intriganti quando riportano casi dell’FBI ed esperienze personali dell’infallibile Navarro. Spesso contribuendo a creare l’immagine di Joe Navarro come “macchina della verità umana“. Un esperto in grado di riconoscere le menzogne grazie ad un solo “tic”, salvo metterci in guardia nel finale che non c’è modo di dichiarare una volta e per tutte quale sia la verità. Ammette che non può essere un solo segnale non verbale a farci discernere il vero dal falso ma la concomitanza di due o più di essi e soprattutto da decifrare in relazione all’ambiente.
Nessuna macchina verità è attendibile fino in fondo, ci dice, e persino a lui capita di sbagliarsi.

Insiemi
I concetti importanti vengono ripetuti costantemente, più per riempire le righe che non per la loro importanza. A esempio: osservare sempre il cambiamento di un comportamento per denotare l’importanza dei segnali non verbali che precedono e che seguono. Oppure rilevare l’associazione o la contestualità di due o più segnali non verbali per decretarne la significatività. Oppure ancora distinguere i segnali incontrollati da quelli mediati dal cervello.
Tutte cose molto imprtanti per non fraintendere i non verbali e, quindi, non assumere un candidato in realtà molto affidabile o peggio arrestare un innocente solo perché si sono interpretati malamente (e/o frettolosamente) i suoi segnali non verbali.
Una pratica che non si apprende dopo solo 200 pagine (il titolo italiano e le frasi di lancio sono appunto segnali verbali ingannevoli in tal senso), ma che ci vogliono anni per affinare, come ha fatto Joe Navarro.
Altre formule vengono invece ripetute allo sfinimento perché non si sa più come riempire gli spazi: si pensi alle “didascalie” che accompagnano le fotografie chiarificatrici.
Il bene e il male
Dunque, studiate le persone che avete intorno per capire meglio i vostri personaggi. Sono due le grandi matrici cui far riferimento: la sensazione di Benessere, e quella di Malessere. Ogni segnale non verbale può essere ricondotto a una o all’altra.
Dato che l’essere umano è abituato a mentire sin dalla più tenera età, alcuni di questi segnali possono essere ingannevoli. Ricordatevi che chi è felice tende ad eseguire comportamenti antigravitazionali, come scalciare o muovere le braccia avanti e indietro.

I segnali non verbali vengono principalmente trasmessi da Piedi (la parte più sincera del corpo, che tendiamo a nascondere sotto il tavolo), Busto, Braccia (i primi arti che utilizziamo inconsciamente per la nostra difesa), Mani (attenzione agli infiniti microgesti, a volte rapidissimi, ma imprescindibili), Faccia (il punto corporeo con il quale abbiamo imparato a mentire meglio).
Il benessere
Riferendo queste articolazioni alla sensazione di Benessere si può dire, per sommi capi, che…
Incrociamo le gambe (Piedi).
Fronteggiamo ventralmente l’interlocutore, ci stravacchiamo (Busto).
Portiamo le mani sui fianchi o dietro la testa nel classico effetto cobra (Braccia).
Uniamo le mani a guglia e tiriamo su il pollice (Mani).
Incliniamo la testa scoprendo il collo, inarchiamo le sopracciglia e flashiamo gli occhi (Faccia).
In definitiva, se siamo sicuri di noi stessi, mettiamo enfasi su quel che facciamo.
Il malessere
Riferendo queste articolazioni alla sensazione di Malessere si può dire, per sommi capi, che…
Ipiedi indicano l’uscita o le gambe scalciano (Piedi).
Opponiamo un rifiuto ventrale all’interlocutore anche per mezzo di barriere come una borsa, facciamo spallucce o assumiamo una posizione regale con le braccia incrociate dietro la schiena (Busto).
Mordiamo le unghie, torciamo le mani, intrecciamo le dita, portiamo le mani sul collo (Mani).
Socchiudiamo gli occhi o li blocchiamo, li sbattiamo, guardiamo in basso o di sbieco, ritraiamo le labbra, facciamo boccuccia o il ghigno, ci mordiamo le labbra o tiriamo fuori la lingua, aggrottiamo la fronte (Faccia).
Pacificatori
Certi atteggiamenti hanno il loro corrispettivo inverso da un lato all’altro. A esempio il sorriso vero del Benessere (mento in su e naso in alto) e il sorriso falso del Malessere (mento ritratto e naso in giù).

A tutti i segnali non verbali di Benessere o di Malessere seguono i cosiddetti Pacificatori (come fischiettare, inumidirsi le labbra, tamburellare con le dita) che hanno il compito di ridurre lo stress e calmarci. Bhé, è proprio la presenza di un Pacificatore dopo un segnale non verbale sospetto a doverci mettere sulla buona strada per scoprire una bugia o le vere intenzioni dell’interlocutore. Tutte cose che dovrebbe insegnare uno scrittore, non un agente FBI.
Conclusioni
Nel libro c’è analisi psicologica, comportamentale, infarinatura mentalista e i fondamentali sul linguaggio del corpo. Il tutto sorretto da un interessante discorso su come molti dei nosri comportamenti verbali e non siano il frutto di un percorso evolutivo iniziato dai mammiferi e proseguito con gli ominidi, e per questo fra i ringraziamenti iniziali l’autore cita proprio Darwin.
Non si contano neppure i riferimenti diretti ai testi di Paul Elkman, vero apripista di questa materia. Niente male capire il perché di molte nostre azioni quotidiane che la maggior parte della volte passano inosservate.
Il grande debito che si deve a Navarro a fine lettura è che, pur non volendolo, vi sarete evoluti, sarete più pronti ad analizzare il comportamento altrui (passando per il proprio) e, inutile dirlo, il mondo ai vostri occhi non sarà più lo stesso.
Buon viaggio in metropolitana!
Nel salutarvi, vi invito a leggere Non mi freghi di Joe Navarro, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
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Finito di leggere: domenica 24 Dicembre 2017.