SI FA PRESTO A DIRE ADRIATICO di Fulvio Ervas

SI FA PRESTO A DIRE ADRIATICO di Fulvio Ervas

ISPETTORE STUCKY

Si fa presto a dire Adriatico (2013) è il sesto caso (ad oggi sette) della fortunata serie dell’ispettore Stucky ambientata nel Nordest italiano creata dall’insegnante veneto di scienze naturali Fulvio Ervas (originariamente ideato insieme alla sorella Luisa Carnielli) ed edito da Marcos y Marcos come tutti i libri dell’autore. Arriva a due anni di distanza dal bestseller Se ti abbraccio non aver paura premiato come Libro dell’anno 2012 a Fahrenheit di Radio 3, da cui il film Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, inutile dire che le aspettative erano altissime.

Quando Michelangelo, il figlio “instabilizzatore” di Elena finisce ricoverato con la gamba ingessata per un banale incidente, Stucky sostituisce la fidanzata come compagno di viaggio prima con l’ultimo patente rimasto in vita, lo zio Deij Cyrus, proprietario persiano di in negozio di tappeti, e poi con Argo, un cane salsiccio che ha adottato dopo che il precedente padrone è morto di vecchiaia. Lo carica sulla moto Morini e parte per la vacanza lasciandosi alle spalle le sorelle zitelle vicine di casa che avevano cercato di trattenerlo (inscenando un finto delitto) per i festeggiamenti di Vicolo Dotti, e un vecchio rimbambito che covava le bombe rimaste inesplose dalla guerra.

Si fa presto a dire Adriatico_Libri Senza Gloria
Si fa presto a dire Adriatico_Libri Senza Gloria

CROAZIA

Un omicidio (quello di un cameriere italiano stagionale) in una spiaggia di naturisti dove l’ispettore Stucky aveva trovato riposo, turba la sua meritata vacanza in Croazia. “Antimama!” l’esclamazione preferita di Stucky, descrive a pennello la disgraziata situazione. Riconoscendo nella vittima un tipo finito sotto inchiesta ma che ne era uscito pulito, si sente costretto dal sentimento nazionale a collaborare con la polizia locale (con buona pace di quest’ultima, incarnata dal commissario Latinski). L’indagine rivela inaspettati legami con fatti avvenuti nel “suo” Veneto dimostranti come le due sponde dell’Adriatico siano più vicine di quanto non sembri.

I capitoli, della durata tutti di un giorno, si alternano con quelli in corsivo e in soggettiva di un losco marinaio che usa una lingua espressiva, colorati neologismi e forme dialettali, ammiratore di Gabriele d’Annunzio e dell’Impresa di Fiume, tanto da volerlo quasi replicare con le sue piratesche imprese fra il Vento e la Croazia.

Fulvio Ervas

CONCLUSIONI

Ervas adopera periodi arzigogolati densi di allitterazioni, ibridismi linguistici e assonanze tipiche dei giochi di parole che, come succede spesso in questi casi, portano il genere più dalle parti dell’ironia di Stefano Benni che non del giallo tradizionale. Un registro costruito e mutevole che a lungo andare affatica la lettura, rallenta il ritmo della detection accusando un progressivo calo dell’interesse. La storia (per quanto tratteggiata in maniera realistica) non rimarrà difatti impressa come i personaggi (quelli sì) pittoreschi.

Finito di leggere: giovedì 1 settembre 2022.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Si fa presto a dire Adriatico di Fulvio Ervas, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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