SIGNOR SCHELETRO DELL’ARMADIO di Elisa Mura
PELLE E OSSA
Signor scheletro dell’armadio (titolo curiosissimo) della scrittrice genovese Elisa Mura (con moltissimi libri nel suo arco) ci porta nel mondo di Fiorelim. In ogni casa, quando un umano compie diciotto anni, uno scheletro prende possesso del suo armadio. L’obiettivo dell’ospite d’ossa, pur restando muto e immobile, è quello di carpirne ogni segreto.
Sono due le regole principali. Primo: non si può sfuggire allo scheletro, tanto che esso compare ovunque si rifugi il suo umano, a patto che sia presente un guardaroba nelle vicinanze. Secondo: nessuno può mentirgli, neppure volendolo.
Così succede al giovane nobile Nicholas Parker Frost: ansioso di diventare adulto, ma anche di decifrare il mistero degli scheletri. Il prologo ci fionda sin da subito nella sua grande tragedia personale, prima di spostarci temporalmente (sei anni dopo) e geograficamente (a Eisenhaim, dove si festeggia la Settimana d’Argento in onore del principe Alexis Zagari).

IL MIO NOME E’ VENDETTA
Ormai ex conte di Linch, ma sempre seguito dal maggiordomo Ramson, Nicholas impersona Liam Hoff dopo averlo preso in ostaggio insieme alla famiglia nella residenza di Lennon House. Da nobile decaduto a spietato criminale, Nicholas seduce e inganna la contessina Lady Maya Jane Grant, figlia di quel conte Harbour Grant al centro del suo piano di vendetta. Lui però non rimarrà indifferente ai capelli d’argento della bellissima lady, e lei agli occhi di ametista del ladro.
Intorno a loro si muovono altre fondamentali pedine, da Edgar (braccio destro di Nicholas, è un ladro attempato e grassoccio che non difetta in buona volontà e simpatia) a Lisanna (la dama di compagnia di Maya, aveva intrattenuto la corrispondenza amorosa con il vero Hoff al posto della padrona) sullo sfondo di affascinanti città e panorami mozzafiato.
Scoperta la verità, Maya decide spontaneamente di tradire il padre e aiutare il suo amato antieroe a mettere le mani su un capolavoro della gioielleria ora in possesso del malevolo genitore: l’Ovo Yorat, una specie di Uovo Fabergé, che era appartenuto alla famiglia di Nicholas.

DA LADRO A LADRA
ATTENZIONE SEGUONO SPOILER. A un passo dalla vittoria, giunti a metà romanzo, improvvisamente gli amanti vengono traditi, sono scoperti e cadono in trappola. Lo scheletro nell’armadio di Nicholas potrebbe giocare un ruolo decisivo: secondo la suprema legge del continente di Fiorelim sugli omicidi, uno scheletro può essere chiamato a confessare (in virtù delle due regole di cui sopra: onnipresenza nell’armadio e onniscienza della verità). Ma la corruzione politica ha la meglio (nella realtà come nella fantasia).
La prima parte si conclude dunque con un cliffhanger non da poco, mentre la seconda si apre cambiando del tutto storia (almeno apparentemente) pur ambientandola sempre all’interno dello stesso mondo (nella città di Leisender, nei territori del Nord Fiorelim). Chiaramente ciascun lettore potrà preferirne una rispetto all’altra, in ogni caso è nella loro unità che trovano la loro comune ragion d’essere.
La nuova protagonista è Lucy Heartsweets, finta cameriera e vera ladra, orfana cresciuta al Covo da un ladresco e misterioso Zio come in Oliver Twist, e che divide un misero appartamento con il suo volpesco animale domestico di nome Eustace. Quando compie diciotto anni e compare il suo scheletro, come per magia Lucy riesce a sentirne i pensieri e a comunicare con lui. Questo quello che apprende dal cadaverico ospite: è nel Mondosotto che vanno le anime dei morti prima di trasformarsi in scheletri e venire “assegnati”, tornando saltuariamente nel mondo dei vivi attraverso dei tendaggi color porpora (e il pensiero va a Twin Peaks). Siccome un segreto è un accumulo di energia, ogni segreto confessato alle loro ossa viene tramutato nell’energia che nutre Talea, la pianta-cuore che ridistribuisce tale energia, positiva e negativa, alimentando a sua volta il mondo dei vivi. Gli scheletri non possono parlarne neppure fra di loro, forse eccezion fatta per coloro che hanno terminato la funzione di confessori. Una volta finito il compito di confessore, vengono difatti espulsi dalla dimensione terrena e riacquistano un corpo. Solitamente lo scheletro appartenuto a un uomo viene assegnato a un altro uomo, e invece a Lucy è toccato quello di un uomo. Non uno qualsiasi. Ma un ladro come lei: Nicholas Parker Frost!

CONCLUSIONI
A partire da un modo di dire (il proverbiale scheletro nell’armadio), Elisa Mura cerca di scandagliarne i significati più simbolici. Probabilmente lo scheletro è quella cosa personalissima cui ciascuno di noi si rivolge per sfuggire alla depressione del reale: se dall’esterno può sembrare oscura, ai nostri occhi è la luce della salvezza.
L’autrice porta a queste conclusioni esplorando il genere: dal romance (a volte spicy) al mistery, sempre restando in territorio fantasy, ma con un pizzico di soprannaturale che non guasta mai. I personaggi sono ben approfonditi, così come il mondo in cui vivono: i protagonisti della vicenda si svelano man mano, di pari passo il lettore ricostruisce via via la trama fino a quando tutti i pezzi vanno a posto.
Questo perché colpi di scena (ce ne sono fin quasi all’ultima pagina) inchiodano alla lettura, merito di una scrittura davvero molto originale!
Finito di leggere: martedì 28 gennaio 2025.
Nel salutarvi vi invito a leggere Signor scheletro dell’armadio di Elisa Mura, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.