UNA STORIA ROMANTICA di Antonio Scurati
C’ERA UNA VOLTA MILANO
Scelta interessante quella di mettere in apertura di Una storia romantica la mappa di “Milano come è al giorno d’oggi”, sebbene sia una pianta del 1860 di Luigi Ronchi. Non esattamente però la data di ambientazione della storia che stiamo per leggere.
Infanti il romanzo storico di Antonio Scurati si muove su due distinte linee temporali. La prima, post risorgimentale, è quella del 1885, che vede il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini impegnato a presiedere la Commissione per il conferimento delle medaglie commemorative delle gloriose Cinque Giornate di Milano: solo che queste medaglie sono pensate per assicurare una pensione agli ex-combattenti, perciò i morti sono esclusi dalla gara. Peccato per Italo, che aveva pensato di proporre il nome del suo vecchio amico Jacopo Dominioni, morto durante la ribellione.
LA STORIA NELLA STORIA
Le giornate del senatore procedono placide fin quando non riceve prima un dagherrotipo sbiadito e un manoscritto, e poi un fitto epistolario, che parlano tutti della rivoluzione milanese contro la dominazione austriaca. Il titolo del “manoscritto ritrovato” è “Morte di un patriota. La vera storia degli ultimi giorni di Jacopo Izzo Dominioni“. Ed è questa storia a svolgersi nella seconda linea temporale, quella risorgimentale del 1848, quando in sole cinque giornate Milano diede il via alla prima guerra d’indipendenza e sconfisse l’esercito più potente del mondo, l’Impero asburgico.

La puntuale ricostruzione degli eventi, giornata per giornata, alterna nei capitoli il punto di vista di due innamorati. Da una parte abbiamo il patriota aristocratico Jacopo Izzo Dominioni (non a caso si chiama come il romantico tormentato per eccellenza Jacopo Ortis), diventato suo malgrado eroe degli insorti dopo uno slancio che lo ha distinto nell’onda popolare. Dall’altra parte abbiamo una donna che Jacopo aveva salvato da uno stupratore austriaco, l’aspirante patriota Aspasia Recalcati (non a caso si chiama come l’Aspasia di Giacomo Leopardi), diventata suo malgrado musa ispiratrice degli insorti e metafora stessa dell’Italia violata e insorta.
JACOPO+ASPASIA
I due si perdono e si inseguono sopra e sotto Milano, da un lato all’altro della barricata, fino a congiungersi in un meraviglioso bacio, mentre Italo Morosini, promesso sposo di Aspasia e migliore amico di Jacopo (quantomeno è colui che lo ha eletto “eroe” anzitempo), è prigioniero degli austriaci.
Jacopo e Aspasia si uniscono in uno scambio amoroso come quello in copertina, dove è riprodotto Il bacio di Francesco Hayez, pittore che addirittura fa un cammeo nel romanzo e nella cui finzione diventa testimone del bacio fra i due innamorati a ridosso delle barricate. Ed è proprio quel bacio (finto) a ispirare la sua tela (autentica), pur mascherando i personaggi sotto abiti rinascimentali.

IL TERZO AMOROSO
Italo Morosini, anch’egli personaggio di finzione come Jacopo e Aspasia, è però fratello del patriota Emilio Morosini, realmente esistito e morto durante le battaglie. Dato che nel corso delle cinque giornate era finito prigioniero, scopre il tradimento solo in vecchiaia, quando riceve il dagherrotipo che immortala Jacopo sulle barricate e il manoscritto che ne racconta la storia. A quel tempo, infatti, Jacopo era morto e Aspasia si era convinta a sposare il futuro senatore.
Italo legge e contempla idealisticamente questa relazione sentimentale come farebbe il “terzo amoroso” del melodramma italiano, sconfiggendo così sul nascere ogni interiore sentimento di antagonismo e rivalsa.
VERO+VEROSIMILE
In Una storia romantica anche il vero e il verosimile si intrecciano fittamente, confondendo realtà dei fatti e l’avventura di finzione, personaggi inventati a personaggi storici, realmente protagonisti di quelle fatidiche giornate, come Carlo Cattaneo e Luciano Manara, Enrico Dandolo e Cesare Correnti, Alessandro Manzoni e sua moglie.

La famiglia Morosini, nella vicenda ambientata nel passato, aveva adottato Aspasia ma la sua “isterica” ribellione all’ordine costituito (quello famigliare, di una famiglia a sua volta impegnata a combattere l’ordine austriaco) si incunea nel proto-femminismo dell’epoca vaticinato dalla “vera” principessa Cristina Trivulzio Belgiojoso. Quest’ultima costretta a fuggire da Milano quando si scopre che conservava nell’armadio in camera il cadavere imbalsamato del suo amante.
ROMANZO POP
Il Risorgimento è stato il nostro romanzo popolare mai veramente celebrato, e nel “romanzo di secondo grado” narrato come un grande romanzo ottocentesco, Antonio Scurati intercetta sul piano stilistico I miserabili di Victor Hugo. Nel “manoscritto ritrovato” primeggia infatti lo stile romantico (ma anche una certa “sensibilità femminile“, come intuisce Italo sospettando che ad averlo scritto sia stata sua moglie Aspasia), eppure non è esente da influenze postmoderne come il cinema hollywoodiano. Non è cinematografica del resto l’immagine di carbonai, preti e puttane, ma anche i martinitt (gli orfanelli), tutti armati e alleati sulle barricate contro i cannoni di Josef Radetzky?
Se nutriste ancora dubbi, se sfogliate la Tabula gratulatoria (dal latino “tabella di felicitazione“) alla fine del testo vi accorgerete di quante citazioni (o prestiti) sono state operate dall’autore, a volte non esplicitamente, altre volte riportando interi brani strappati da tutte le arti (letteratura, cinema, musica, pittura, opera lirica, televisione). Come una excusatio non petita dell’autore che vuole mettere le virgolette intorno alla sua opera, anche se noi riteniamo che sia legittimo per un artista “rubare” dalle sue fonti. La tavola seguente è invece “Mistificatoria“, a sostegno (e confutazione) del certosino lavoro di ricostruzione storica.

LE CINQUE GIORNATE AL CINEMA E ALLA TV
Antonio Scurati, saggista e accademico, editorialista de La Stampa e de Il Corriere della Sera, columnist di Internazionale, è stato premiato con il Premio Campiello per il suo romanzo Il sopravvissuto e più recentemente con il Premio Strega per M. Il figlio del secolo, primo romanzo della tetralogia (ancora in corso di pubblicazione) incentrata sulla figura di Benito Mussolini.
Una storia romantica è stato invece insignito del 34° Premio letterario internazionale “Mondello-Città di Palermo”.
Prima di lui, precisamente nel 1969, ci aveva già provato Luciano Banciardi a raccontare l’insurrezione milanese in un romanzo, Aprire il fuoco, ma spostando le vicende nel XX secolo, dove immaginava una rivolta contro l’establishment culturale dell’epoca, metafora di quel milieu che aveva deluso l’autore dopo l’esperienza milanese.
Di film sull’argomento se ne contano quatto, a partire dalla pellicola muta Dalle cinque giornate alla breccia di Porta Pia (1923) di Silvio Laurenti Rosa. L’altro titolo per il cinema, che rappresenta anche l’unica incursione di Dario Argento lontano dai territori della paura, è Le cinque giornate (1973) con Adriano Celentano. Le altre sono opere nate per il piccolo schermo: lo sceneggiato in cinque puntate (trasmesse dalla Rete Nazionale) Le cinque giornate di Milano (1970) di Leandro Castellani con Raoul Grassilli nella parte di Carlo Cattaneo, e la miniserie in due puntate (trasmesse da Raiuno) Le cinque giornate di Milano (2004) di Carlo Lizzani con Fabrizio Gifuni e Giancarlo Giannini nella parte di Carlo Cattaneo.

CONCLUSIONI
La miscellanea ottocentesca di Antonio Scurati, servita come le puntate di una avvincente serie televisiva, può forse essere fraintesa per un dotto esercizio letterario. Ma non è così…
La scrittura sovente si fa retorica e ostica ma sicuramente risveglia l’interesse verso un argomento “passato di moda” (poco trattato perché datato, eppure uno dei più entusiasmanti). Scurati ci riesce attraverso il suo epico affresco che raggiunge per mezzo di un collage postmoderno di forme letterarie diverse. La storia romantica (con finale amaro) non è mai stucchevole, ma chi si aspettava solo quella rimarrà deluso come chi si aspettava di trovare solamente un saggio storico: in effetti Scurati accontenta (e delude) entrambi i pubblici.
Ed ecco perché non è un mero esercizio di stile. Perché, come tutti i migliori romanzi storici, Una storia romantica ci parla della società contemporanea, dove i rivoluzionari narcisisti del passato sono diventati i corrotti al potere così come i terroristi anarchici che quel potere lo vogliono scardinare.
Finito di leggere: giovedì 25 marzo 2021.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Una storia romantica di Antonio Scurati, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.