Emerald Fennell dirigerà CIME TEMPESTOSE
Il prossimo film di Emerald Fennell (regista di Saltburn) sarà l’adattamento cinematografico di Cime Tempestose di Emily Bronte. UPDATE: nel cast Margot Robbie (Catherine Earnshaw) e Jacob Elordi (Heathcliff). Fennel scriverà anche la sceneggiatura, l’inizio delle riprese è previsto nel 2025 nel Regno Unito. La Robbie sarà anche produttrice del film con la sua casa di produzione LuckyChap, insieme a MRC. Nonostante però Netflix abbia offerto più di 150 milioni di dollari per accapparrarsi i diritti, sembra che la chiusura del colosso nei confronti delle sale cinematografiche abbia causato dei malumori: senza la distribuzione in sala e una adeguata campagna marketing, Fennell e Robbie temono che il film non avrà l’impatto culturale che merita (soprattutto dopo il successo di Barbie). Alla fine ad averla spuntata è stata Warner Bros che, pur offrendo circa la metà dei soldi, ha garantito una distribuzione cinematografica globale (cosa che Netflix non ha), un importante investimento promozionale e una partecipazione agli incassi in base al successo al botteghino.

Ecco la descrizione ufficiale da Amazon: “Un romanzo in cui domina la violenza sugli uomini, sugli animali, sulle cose, scandito da scatti di crudeltà sia fisica sia, soprattutto, morale. Un romanzo brutale e rozzo – sono gli aggettivi utilizzati dalla critica dell’epoca – che scuoteva gli animi per la sua potenza e la sua tetraggine e che narra il consumarsi di un’inesorabile (sino a un certo punto) vendetta portata avanti con fredda meticolosità dal disumano Heathcliff. ‘Cime tempestose’ è un romanzo selvaggio, originale, possente, si leggeva in una recensione della ‘North American Review’, apparsa nel dicembre del 1848, e se la riuscita di un romanzo dovesse essere misurata unicamente sulla sua capacità evocativa, allora “Wuthering Heights” può essere considerata una delle migliori opere mai scritte in inglese. Tomasi di Lampedusa esprimeva il suo entusiastico e ammirato giudizio su Cime tempestose: ‘Un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima, come non saranno mai più scritti dopo. Lo si è voluto paragonare a Re Lear. Ma, veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con uno stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza.” (Dall’introduzione di Frédéric Ieva)