READY PLAYER TWO di Ernest Cline

READY PLAYER TWO di Ernest Cline

PLAYER TWO

Ci sono volte in cui Steven Spielberg infila nella stessa annata due successi strepitosi ma distanti fra di loro per tematica e destinazione: da una parte un film d’autore, e dall’altra un blockbuster. E’ successo nel 1993 con Schindler’s List e Jurassic Park, è successo nel 2018 con The Post e Ready Player One. Di questo capolavoro si è parlato tantissimo, così come del romanzo di Ernest Cline datato 2010 e che ne era alla base (leggi QUI la recensione). E a poca distanza da quella rivelazione cinematografica amata dai nerd e non solo, ecco che arriva il sequel letterario, firmato sempre da Cline, e con il prevedibile titolo di Ready Player Two.

Edito quest’anno per noi da Mondadori, la storia della nuova avventura si svolge poco dopo gli eventi della prima. Il giovane protagonista Wade Watts, o se preferite il suo avatar digitale Parzival, è adesso l’erede della GSS (acronimo di Gregarious Simulation Systems): lui detiene le chiavi del mondo virtuale di OASIS.

DIPENDENZA E AMBIENTALISMO

Wade ha persino ereditato la virtuale tenuta residenziale del suo idolo James Halliday (il fu creatore di OASIS) e quando Wade va a rintanarsi lì ama improvvisare film a suo diretto consumo: sfrutta le copie digitali degli attori di GhostbustersSupercar, ecc (di cui ha acquisito i diritti) che in OASIS sopravvivono alla morte (come le prime ricostruzioni digitali al cinema di attori già morti, si veda Carrie Fisher nell’ultimo Star Wars) e fa collidere fra loro universi narrativi distanti in un unico autentico orgasmo nerd. Più in generale in questo futuro prossimo ogni aspetto della realtà ha trovato un suo corrispettivo simulato: puoi andare da uno psicologo più “fedele”, puoi visitare i luoghi esotici della Terra senza incorrere in pericoli tangibili, ecc.

Ready Player Two_Libri Senza Gloria
Ready Player Two_Libri Senza Gloria

L’obiettivo amoroso di Wade rimane Samantha AKA Art3mis, anche se fra i due le cose non vanno più bene: la donna è l’unica a rendersi conto di come siano diventati dei consumatori dipendenti di virtualità, ed è l’unica ad avere a cuore il destino del pianeta, della sua atmosfera e della biosfera. Dal canto suo Wade si è dedicato al progetto ARC@DIA che prevede la costruzione di una scialuppa di salvataggio per abbandonare il pianeta Terra ormai dall’ecosistema morente, e condurre pochi ricchi fortunati in salvo nello spazio.

LA STAGIONE DELLA CACCIA

Ma quando i giochi sembrano finiti sbuca fuori un ultimo messaggio in codice di James Halliday, il santone di tutti i gunter (ovvero egg hunters), per Parzival. Un messaggio che porta dritto all’attuazione del programma ONI: questo è un progetto che prende il nome dai demoni giapponesi dalle corna lunghe (gli oni) e che prevede dispositivi cervello-computer per generare neuro-interfacce. Ovvero il livello successivo di OASIS perché dentro ONI non solo hai un avatar, ma grazie alla scansione del cervello del “giocatore” puoi condividerne i cinque sensi. Una realtà aumentata che sovrappone la finzione alla realtà come mai prima e che rende Wade Watts ancora più ricco e famoso se possibile. Ecco però che si presenta una nuova imprevista easter egg per tutti gli utenti ONI, quella che li lancia alla ricerca delle Sette Schegge della Sirena: e si riparte con la Caccia all’indizio e la classifica aggiornata del Segnapunti.

Nella vita vera le cose si complicano con la misteriosa sparizione di Ogden Morrow, ex amico e socio in affari di Halliday: c’è da dire che i due un tempo erano stati divisi dall’amore verso la stessa donna, Kira Underwood, che scelse Ogden al posto di Halliday. Il fatto strano è che alla Caccia delle Sette Schegge partecipa pure il Grande e Potente Og, ovvero l’avatar di Ogden!

In contemporanea si verifica l’altrettanto sospetta evasione di Nolan Sorrento, il cattivone di Ready Player One. Insieme a lui ritorna Anorak, l’avatar del mago barbuto creato da Halliday, il quale “resuscita” non più come automa ma come prima intelligenza artificiale assoluta: da PNG (personaggio non giocabile) si anima di vita propria come Ryan Reynolds in Free Guy. Per cominciare Anorak sabota i sistemi ONI impedendo così a chiunque di disconnettersi: se un utente può rimanere collegato al massimo per dodici ore, in questo modo mezzo miliardo di persone rischia la morte da Overload Sinaptico perché si appresta a superare il limite consentito.

L’ANIMA DELLA SIRENA

Per mezzo di questo ricatto Anorak vuole arrivare al Grande Pulsante Rosso per l’autodistruzione di OASIS e soprattutto salvare la sirena Leucosia, l’avatar di Kira che viveva al sicuro in OASIS all’interno di una riproduzione di Gran Burrone.

A ogni Scheggia ritrovata, Wade/Parzival rivive un flashback digitale sulla vita di Kira/Leucosia. La ricerca delle Sette Schegge per riunire l’Anima della Sirena si scoprirà infatti essere una missione per Dungeon & Dragons creata da Kira: per troppo tempo dimenticata nell’ombra sessista della storia, questa donna è in realtà una delle fondatrici di OASIS insieme ad Halliday e Ogden. In particolare la figura di James Halliday, considerata nel primo episodio come il mentore eccellente, è qui rivalutata come invidioso sessista in una scontata rivisitazione storica da contemporanea cancel culture.

SETTE MISSIONI

Gli Altissimi Cinque (anche se adesso sono quattro: Wade, Samantha, Aech e Shoto; il quinto era il fratello di Shoto, l’esperto della squadra dei videogiochi giapponesi e protetto da una corazza di samurai, morto in Ready Player One) si alleano per l’occasione con i loro giovanissimi fan, i Bassissimi Cinque capitanati dalla rampante L0hengrin.

La prima missione li vede impegnati a combattere dentro Ninja Princessun vecchio arcade Sega: la descrizione degli eventi è senza pathos, per farla breve, noiosa. Più commosso e accorato il livello sul pianeta dedicato all’opera di John Hughes, il vate dei film liceali americani, dove il team di eroi deve “rifare” il primo finale scartato in montaggio di Bella in rosa. La missione su Afterworld contro tutte le incarnazioni del Purpe One AKA Prince pecca invece di descrizioni accurate, tanto da sembrare la reportistica di un cartone animato confusionario. Dopo di che gli eroi devono vedersela con il signore oscuro per eccellenza, Morgoth della Prima Era de Il Signore degli anelli.

IL DIO TIRANNO

Diciamolo. La seconda avventura nel mondo virtuale di Ernest Cline non si è rivelata il degno seguito del 50 sfumature” per i Nerd: il libro non è affatto piaciuto ai lettori, anche se pare che un film sia già in sviluppo. Personalmente non abbiamo gradito questa ruffiana incursione nella cancel culture, sebbene la maniera in cui Wade scopra che il suo idolo di sempre non era poi un santo, non è mica un’idea da buttar via.

Prince in Purple Rain

D’altronde lo stesso Wade è ormai diventato un miliardario misantropo, egoista e isolato dal mondo, accecato dal potere, scosso da smanie di onnipotenza, che non si rende neanche più conto dei confini etici che quotidianamente supera: protetto dal mantello dell’invisibilità di Anorak e con tutti i privilegi da superutente che ne derivano (invincibilità, teletrasporto, ecc.) elimina i suoi hater, viola la privacy degli avatar sondandone le vere identità e spia le conversazioni segrete. “O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo” diceva Due Facce: infine, da eroe diventato dio, in questa nuova storia Wade si è fatto dio tiranno. Come sempre, però, ci pensa l’amore a rimettere tutto a posto…

STILE

Troviamo inaccettabile che la prima metà libro sia “sprecata” nel descrivere cosa sia successo negli anni successivi alla fine del primo volume e di come sia cambiato il mondo dentro OASIS. Un autore maggiormente preparato avrebbe rilasciato queste informazioni man mano che la storia partiva ed entrava il vivo. Insomma, circa 150 pagine di “settaggio” del mondo sono davvero troppe e la storia principale parte tardissimo. In parte la trama si redime nel finale quando ci propone un postumanesimo affidato ai nostri cervelli scansionati e riprodotti come avatar pensanti in un mondo virtuale infinito e immortale.

Nonostante le battute da film di mezzanotte, Steven Spielberg pare abbia contributo al processo di scrittura tanto da essere citato nei ringraziamenti finali. Il fatto che questo sequel nasca da un interesse finanziario dell’autore e dalla proposta degli studios di realizzare un altro film, la dice lunga sulla qualità di una storia copia-incollata dalla precedente. Il plauso della critica incassato da Ready Player One è già alle spalle per fare spazio al malcontento dei fan che hanno scatenato sui social una forte derisione nei confronti dell’autore e del volume Two.

CONCLUSIONI

Il tripudio geek messo in campo è stavolta più che mai fine a se stesso, nulla aggiunge all’esperienza dei personaggi né tantomeno a quella dei lettori; una ripetizione della formula del primo episodio senza brio e senza scopo. L’universo di Player One rivela definitivamente tutti i suoi difetti: derivativo, riciclato all’infinito, che non fa presagire nulla di buono sulle nuove generazioni e su quello che avranno da dire, e da ridire.

Insomma il miscuglio fra originalità e nostalgia per la cultura pop anni ’80 non è affatto riuscito: l’universo digitale risulta noioso, i protagonisti monotoni, le nozioni nerd sembrano copia-incollate dal web senza alcuna aggiunta, per cui l’intero romanzo è come privo di vita, un autentico PNG incapace di farti immedesimare ed emozionare.

Finito di leggere: mercoledì 4 agosto 2021.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Ready Player Two di Ernest Cline, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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