FEDERICO II E LE TOMBE REALI PALERMITANE di Giovanni Tessitore e Adalberto Magnelli

FEDERICO II E LE TOMBE REALI PALERMITANE di Giovanni Tessitore e Adalberto Magnelli

LA TOMBA DELL’IMPERATORE FEDERICO II

Il volume Federico II e le tombe reali palermitane (Antipodes, 2025) di Tessitore e Magnelli ripercorre, in modo critico e approfondito, la storia delle tombe reali conservate e ancora oggi ammirabili nella Cattedrale di Palermo. Lo fa offrendo tante risposte e ponendo molte domande.

Giovanni Tessitore, già professore associato di Sociologia del diritto a Palermo, è autore di numerosi volumi in ambito storico, giuridico e politologico, relativi anche al periodo e al regime fascista e alle principali tematiche contemporanee. Adalberto Magnelli è professore associato di Storia ed Epigrafia greca presso l’Università degli Studi di Firenze, si è formato presso la Scuola Archeologica italiana di Atene e l’Istituto di Studi Storici Benedetto Croce di Napoli, ha partecipato a progetti nazionali e internazionali riguardanti la storia antica e l’epigrafia dall’antichità al tardo antico, è autore di numerosi volumi, saggi e articoli su riviste italiane e internazionali. Insieme avevano già dato alle stampe Misteri Normanni. L’enigma di Filippo di Mahdia e la morte di re Ruggero.

Stavolta i due autori provano a risolvere altri enigmi. Dopo l’introduzione, si apprestano a definire il contesto storico e geografico (ma anche culturale e politico): collocabile principalmente a Palermo e generalmente nel Mediterraneo medievale, in particolare tra il 1130 e il 1194, ovvero uno tra i massimi periodi di ineguagliabile splendore per il Sud Italia, quello ricordato come il Regno di Sicilia degli Altavilla.

Federico II e le tombe reali palermitane_Libri Senza Gloria
Federico II e le tombe reali palermitane_Libri Senza Gloria

TOMB RAIDERS

Attraverso l’analisi sterminata di fonti poco conosciute o trascurate (perlopiù latine, ma anche testimonianze spagnole e inglesi, accompagnate da relative traduzioni), il pensiero logico di Tessitore e Magnelli ricorre a grassetti e parentesi quadre per evidenziare contraddizioni e scoprire lacune nella documentazione e nelle interpretazioni degli eruditi. Le prime conclusioni mettono in dubbio la stessa origine normanna dei porfirei sarcofagi siciliani: il porfido era difatti una risorsa preziosissima già utilizzata nella tarda età imperiale dai Romani, e proprio dalle terme di Caracalla ipotizzano la provenienza di quello utilizzato da Ruggero II per conferire un’aura di potere imperiale ai monumenti regali. Gli autori avanzano a questo punto l’ipotesi di un riutilizzo delle tombe regali: pare che l’altrettanto ambizioso Federico II avesse abbracciato l’idea del nonno di dare con il porfido una levatura imperiale al regno, così fece trasferire la tomba di Ruggero II (inizialmente pensata per Cefalù) a Palermo in modo da destinarla con una doppia sepoltura a se stesso.

Tutta una serie di incongruenze che hanno coinvolto il “Cimitero dei Re” della Cattedrale di Palermo, specialmente dal XII al XVIII secolo, non hanno fatto altro che accrescere il mistero mentre, parallelamente, si andava ridimensionando il potere politico, economico e culturale della Sicilia. Gli autori si soffermano su momenti chiave come la querelle ideologica tra Palermo e Napoli negli anni del cantiere della Cattedrale (1781-1801), e soprattutto sulle aperture ottocentesche e moderne dei sepolcri regali (dall’apertura “semi-ufficiale” del 1916 a quella “minimale” del 1998): quando all’interno della tomba di Ruggero II si trovò una seconda cassa di marmo bianco; o quando dentro quella del grande imperatore Federico II, oltre alle sue spoglie, furono rinvenute pure quelle di Pietro II d’Aragona e di una donna misteriosa.

CONCLUSIONI

Federico II e le tombe reali palermitane si propone come una rilettura storica, archeologica e ideologica. Quello che ne emerge è un quadro affascinante, complesso e tutt’altro che definito che invita a riconsiderare la storia e la funzione delle tombe regali palermitane: non semplici reliquie del passato, ma “vivi protagonisti” dell’intera narrazione storica siciliana. Perché il sepolcro di Costanza d’Altavilla (sui cui dettagli biografici gli autori sollevano non pochi dubbi) è diversa dalle altre? Chi uccise re Pietro II di Trinacria e perché?

Come due veri Tomb Raiders, ma armati di prove documentate, Tessitore e Magnelli scoperchiano idealmente (e ideologicamente) le tombe marmoree e ne portano alla luce i segreti. Se finora hanno rappresentato l’apice dello splendore meridionale, ora queste sepolture reali si apprestano a testimoniarne anche le ombre.

Ripercorrendo nel corso dei secoli insieme a loro l’evoluzione simbolica e fisica del sito funerario, sorge spontanea nel lettore una domanda: perché non si vogliono mettere in discussione molte delle verità storiche accettate? La risposta sta negli spazi fra una riga e l’altra.

Finito di leggere: mercoledì 17 settembre 2025.

Nel salutarvi vi invito a leggere Federico II e le tombe reali palermitane di Giovanni Tessitore e Adalberto Magnelli, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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