IL GIGANTE SEPOLTO di Kazuo Ishiguro
LA MEMORIA SEPOLTA
Britannia del V secolo. I Romani sono partiti, il leggendario re Artù è morto ma adesso fra Sassoni e Britanni, dopo decenni di guerra intestina, regna la pace (per quanto fragile) da lui imposta sulla futura Inghilterra. Ma nella buia e angusta dimora di una coppia di anziani e miseri coniugi britanni, Axl e Beatrice, una inspiegabile amnesia priva i due di una storia condivisa. La causa sembra essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, con i suoi miasmi avvolge e ammorba tutte le popolazioni.
Axl e Beatrice ricordano però di avere avuto un figlio, e nient’altro. A dispetto della vecchiaia e dei pericoli, decidono di mettersi in viaggio per scoprire l’origine della nebbia incantata prima che svanisca anche l’ultimo scampolo di memoria. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti, come il giovane Edwin che porta il marchio di un demone o Wistan, valoroso guerriero sassone in missione per conto del suo re. Insieme a loro affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi, le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo che traghetta fino a un’isola felice, l’aggressione di maligni folletti accampati nei sotterranei, il vetusto cavaliere della Tavola Rotonda Galvano in groppa allo stanco Orazio, e il potente drago Querig che pare essere il responsabile dell’amnesia collettiva…
La ricerca della memoria degli eventi passati culmina nell’ultimo capitolo, quando il narratore esterno passa il testimone (dopo un paio di intermezzi dedicati alle fantasticherie di ser Galvano) a uno dei personaggi secondari della vicenda.

FANTASY STORICO
Kazuo Ishiguro, incluso dal Times fra i 50 più grandi autori britannici dal 1945, nel 2017 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Il gigante sepolto è il suo settimo romanzo, un libro storico e insieme mitologico: questo medioevo caratterizzato da note fantastiche percorre infatti la scia di Tolkien nel far convergere diverse influenze nei secoli bui britannici.
Per la prima volta nelle sue storie Ishiguro presenta scene cruente di violenza improvvisa e letale, che hanno lasciato interdetti i suoi fan. Il lettore di fantasy potrebbe rimanere insoddisfatto, così come stordito potrebbe rimanere l’appassionato di romanzi storici, entrambi vengono sfidati a superare le pastoie del genere.
La prosa è cristallina, il ritmo annaspa nella parte centrale e si riprende nel finale dolente. Le ispirazioni cavalleresche del ciclo arturiano conferiscono un tono lirico. Non mancano i flashback che affondano le radici nella perdita dei ricordi per svelare gli scopi dei vari personaggi che incontriamo, mentre i vari capovolgimenti di prospettiva danno la motivazione profonda del loro viaggio.
La memoria collettiva, difatti, è colei che fa sopravvivere l’odio tra comunità ed etnie, come quello tra Sassoni e Britanni. Alla fine non solo l’amore vince tutto, ma anche e soprattutto il perdono.
Finito di leggere: giovedì 31 luglio 2025.
Nel salutarvi vi invito a leggere Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.