LA RAGAZZA CHE DANZAVA PER MAO di Qiu Xiaolong
IL GRANDE TIMONIERE
La ragazza che danzava per Mao (2009) è il sesto romanzo (di dodici, tutti editi da Marsilio) che vede protagonista Chen Chao, ispettore capo della polizia di Shangai (leggi QUI la recensione di Di seta e di sangue), creati da Qiu Xiaolong.
Stavolta l’ispettore deve indagare sulla giovane Jiao, la misteriosa e affascinante nipote di una delle favorite del presidente Mao. La sua casa lussuosa, la vita dispendiosa, fanno sospettare la Sicurezza Interna che la ricca donna sia in possesso di documenti segreti, che potrebbero essere stati tramandati attraverso tre generazioni di donne appartenenti a una famiglia “nera”: nonna star del cinema che danzava per Mao diventandone amante (nel 1949 il ballo era vietato in Cina perché ricordava lo stile di vita borghese, ma nella Città Proibita Mao lo ballava ancora), madre musa ispiratrice di un libro-scandalo costretta alla fuga per mettersi in salvo dalle ire di Madame Mao, figlia rimasta orfana (unica rimasta in vita).

Documenti segreti che le Guardie Rosse (giovani studenti mobilitati per spazzare i rivali di Mao nel Partito e capeggiati da Madame Mao) al tempo non sono riuscite a trafugare insieme agli altri beni di famiglia, e che rischiano addirittura (se venduti a editori stranieri) di coinvolgere il Partito e di infangare la memoria del Grande Timoniere: l’uomo che decise il destino di un popolo, portavoce di un ideale nel quale Chen non si identifica del tutto. Questo forse il principale conflitto d’interessi del libro e del suo protagonista, una differenza fra volontà e obiettivo che si trasfigura anche un diverso approccio artistico: Chen, laureato in Lettere, scrive poesie in versi liberi ed e ammiratore delle poesie di Mao, pur se queste sono composte secondo la tradizione.
IL CASO MAO
Ricevuto l’incarico direttamente dal ministro Huang che gli telefona da Pechino e mentre al distretto (grazie al segretario di Partito Li) credono sia in licenza, l’ispettore Chao si finge un ex uomo d’affari intenzionato a scrivere un libro (lui è davvero un membro eminente dell’Associazione Scrittori) quindi, come un novello James Bond, ha due settimane di tempo (prima dell’intervento violento della Sicurezza Interna) per infiltrarsi a Shanghai nella cerchia mondana di Jiao, a partire dai ricevimenti e dalle feste danzanti che un tale signor Xie tiene nella sua Magione di famiglia (nella quale Chen entra dopo formale presentazione di un amico comune), e dove si rivivono i ruggenti anni Trenta con le loro glorie per-Rivoluzione, tornati di moda come un mito per i nuovi ricchi (insieme agli anni Novanta, e come se di mezzo fra questo due decenni non ci fosse nient’altro).

Xie è l’agente di Jiao, che si diletta in pittura: se Chen tenta Xie tramite un affare immobiliare, con Jiao deve tentare un approccio più sensuale. Questa missione a tempo (da Chen ribattezzata il Caso Mao, che è anche il titolo originale del libro, perché ciascuno in Cina prima o poi dovrà affrontare il suo personale Caso Mao) sarà anche un viaggio nella sfera privata di Mao: perché, a quanto pare, ancora oggi si può ancora morire nel suo nome. Per riuscirci Chen chiederà il consueto aiuto di Grande Cacciatore, affidabile poliziotto in pensione e papà del suo fidato detective Yu (il quale proverà un po’ di gelosia per non essere stato coinvolto dal suo stimato capo, salvo finire per indagare insieme addirittura alla moglie Pinqin, infiltrata come domestica a casa di Jiao), che aveva vissuto sulla propria pelle gli anni della Rivoluzione Culturale. Chen dovrà guardarsi le spalle anche dagli attacchi (sembra) della Triade, cose inaspettata dal momento che i Casi Speciali di cui è responsabile al distretto riguardano esclusivamente i reati politici. L’indagine lo porterà a viaggiare a Pechino e ritrovare la sua amata Ling, appena sposata a un altro uomo.
CONCLUSIONI
Il ritmo è lento, il che non significa noioso, perché riesce comunque ad avvincere mentre esplora le contraddizioni della Cina contemporanea, in una maniera che mai prima d’ora aveva esposto tanto politicamente Xiaolong, fino a una conclusione in parte grottesca (mai quanto il finale “culinario” del precedente romanzo) per quanto assolutamente coerente (SPOILER): un Riccone che venera gli anni Trenta si traveste da Mao, crede di essere lui, finanzia Jiang e la sottomette come Mao faceva con sua nonna, ma i documenti segreti forse esistono sul serio.
Finito di leggere: giovedì 18 agosto 2022.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La ragazza che danzava per Mao di Qiu Xiaolong, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.